Genova. A 20 anni si è ritrovata con danni fisici e neurologici dopo una serie di errori commessi da alcuni medici dell’ospedale San Paolo di Savona e del San Martino di Genova. A metterlo nero su bianco sono stati i periti del Tribunale di Genova nella causa civile portata avanti dalla giovane tramite l’avvocato Andrea Marzorati del foro di Milano.
Secondo quanto emerso, per le imperizie e negligenze dei medici, la ragazza ha subito la paralisi della corda vocale destra, una paradisfonia con raucedine, dei danni neurologici con parte del viso colpita da sindrome di Bernard-Horner e una lunga cicatrice lungo il decolleté.
I fatti risalgono alla fine del 2021. La ragazza aveva una malattia congenita per la quale le era stata prescritta una terapia cardiologica di ablazione tramite intervento chirurgico programmato al San Paolo. Nel corso dell’intervento però i medici le hanno trapassato la vena giugulare e penetrato l’arteria vertebrale. L’esame, scrivono i periti, è “di relativa facile esecuzione”. Per gli esperti i medici non eseguirono “il Doppler dei tronchi sovra-aortici che avrebbe potuto fornire utili informazioni prima del tentativo di cateterizzazione vascolare”. I medici di Savona, sempre secondo i periti, avrebbero commesso un altro errore: avrebbero deciso di trasferire la giovane all’ospedale di Pietra Ligure.
L’errore del “trasferimento verso Pietra Ligure è dato dalla incomprensione della gravità del caso e ha causato una perdita di tempo significativa tale che ha impedito l’intervento di rimozione del catetere in giornata”, scrivono i periti. A quel punto, visto il peggioramento delle condizioni della ragazza, si decide il trasporto in elicottero al San Martino dove i medici tuttavia attendono 24 ore prima di operarla : “una scelta errata quella di non eseguirlo immediatamente”, ritengono gli esperti. Nel corso dell’intervento chirurgico “non risultano essere state poste in essere dai sanitari procedure per ridurre lo sviluppo di eventuale cheloide”. Per i periti “potevano essere rispettate in parte delle buone pratiche che avrebbero consentito o perlomeno aumentato la probabilità di un miglior esito estetico”.
Per l’avvocato Marzorati “si è trattato di un duplice caso di malasanità con postumi invalidanti anche dal punto di vista estetico su una ragazza molto giovane. Certamente se ne dovrà tenere debitamente conto anche al momento della liquidazione del risarcimento dei danni”.