Genova. “Abbiamo mangiato tramezzini e un’anguria buonissima. Il presidente era in camicia, maglioncino e scarpe da barca in mezzo alle sue carte. C’è un dibattito tra me e Scajola, io lo trovo molto dimagrito, lui non tanto”. L’assessore Giacomo Giampedrone trova anche la voglia di scherzare al termine dell’incontro a casa di Giovanni Toti, nella sua residenza di Ameglia dove si trova agli arresti domiciliari ormai da un mese e mezzo. Un colloquio durato tre ore con la sorveglianza esterna della guardia di finanza, secondo i limiti imposti dal Tribunale, in cui i due fedelissimi della giunta, insieme al presidente ad interim Alessandro Piana e all’avvocato Stefano Savi, hanno discusso la linea politica da tenere nei prossimi mesi.
“No, non si è parlato di dimissioni, non erano sul tavolo“, scandiscono a più riprese rispondendo alle domande dei cronisti nel punto stampa convocato a Luni. Si va avanti, dunque. Anche se un orizzonte più definito stavolta c’è. “Abbiamo valutato una linea politica che rivendica i risultati ottenuti e non arretra di un passo. Andiamo avanti sereni in attesa che prima il Riesame e poi la Cassazione possano riportare il presidente nel suo ruolo naturale, quello di presidente di questa Regione. Solo in caso di esito negativo anche in Cassazione faremo le valutazioni del caso”. Nel frattempo “ci muoveremo e non è detto che i colloqui politici non possano tornare”.
In altri termini, stando ai tempi delineati grossomodo da Savi, tutto potrebbe restare immutato fino a settembre-ottobre, sempre che il Riesame non accolga il ricorso riportando Toti in libertà e perciò in carica nel suo ufficio di piazza De Ferrari. “Noi rivendichiamo con forza la possibilità e il diritto garantito dalla Costituzione che il presidente possa tornare al proprio posto”, insiste Giampedrone, ricordando che “la scadenza naturale del mandato è settembre-ottobre 2025” e quindi, in caso di revoca dei domiciliari, non ci saranno dimissioni. Ogni altra valutazione spetta al presidente e all’avvocato Savi, ma non prima dell’esito del Riesame e della Cassazione rispetto al ritorno del presidente al proprio ruolo”.
Durante l’incontro sono stati toccati temi “di natura politica, ma non amministrativa”, specificano gli assessori e l’avvocato Savi. Sul tavolo soprattutto l’assestamento di bilancio che dovrà essere approvato in consiglio entro la fine di luglio. “Coprire il disavanzo della sanità è una nostra priorità, ma senza mettere le mani nelle tasche dei liguri”, sottolinea Giampedrone. Si attende anche la nomina del nuovo commissario del rigassificatore da parte del governo, una figura che sarà “al di fuori della giunta”, specifica Giampedrone. Nessuna redistribuzione di deleghe: quelle di Toti rimangono a Piana “anche perché Giacomo ne aveva già parecchie”.

“Lo abbiamo trovato molto tonico, come sempre, ma questo non desta sorpresa in chi lo conosce. È molto lucido e determinato – riferisce Piana -. Ci incoraggia a continuare la nostra azione politica rispettando sia i programmi politici sia i cronoprogrammi. Siamo determinati a proseguire la nostra azione e confidiamo, nel pieno rispetto delle parti, che si faccia chiarezza il prima possibile. Toti è il primo a volerlo per tornare il prima possibile alla guida della Regione”.
“È stato un piacere rivedere Giovanni dopo tutto questo tempo. È amareggiato per la situazione che sta vivendo, ma lo abbiamo trovato lucido, tonico, combattivo e convinto del suo ottimo operato nell’interesse dei liguri e della Liguria – conferma Marco Scajola -. Non si è parlato di dimissioni ma di azione politica, nell’ottica del mandato dato a noi nel 2020 con uno straordinario risultato politico per guidare la Liguria in questo quinquennio. C’è voglia di lavorare e voglia di fare, non rinneghiamo nulla. Massimo rispetto per la magistratura, ci auguriamo che possa fare il suo lavoro nel minor tempo possibile. Giovanni ha il diritto ma anche il dovere di governare perché migliaia di cittadini lo hanno scelto”.
Tutto questo al netto di quello che accadrà venerdì, quando ad Ameglia arriveranno i tre leader regionali dei partiti del centrodestra: Matteo Rosso, Edoardo Rixi, Carlo Bagnasco. “Non siamo entrati nel merito di quello che succederà – replica Scajola -. C’è volontà di difendere politicamente il lavoro fatto fino ad oggi che ha dato una marcia in più alla Liguria. In questi giorni tantissimi sindaci, amministratori, consiglieri, anche di piccoli paesi, al di là del loro colore politico, hanno espresso un affettuoso e preoccupato saluto perché questa Liguria ci sta bene, mi raccomando ditegli di andare avanti. C’è una grande volontà di andare avanti compatti da parte di un centrodestra unito in cui il mondo civico ha una forza determinante“.

Ad oggi non è chiaro cosa ne sarà del movimento politico di Toti, in Liguria forza trainante del centrodestra, ma intanto “non è in discussione l’agibilità politica – rimarca Giampedrone -. Oggi abbiamo una Lista Toti che ha una naturale capillarità in tutti i territori e continua ad avere agibilità piena con tanti amministratori, anche riconfermati, con o senza Toti nel nome della lista. Altrimenti mettiamo in discussione qualcosa che è garantito dalla Costituzione, cioè l’agibilità politica di un uomo indagato”.
“Al netto degli specifici fatti oggetto di contestazione da parte delle Procura di Genova, di cui ovviamente non si è fatta alcuna diretta menzione, Toti ha ribadito la assoluta necessità politica di rivendicare, da parte degli assessori, dei consiglieri, e di tutti i partiti di maggioranza, gli straordinari risultati di progresso economico e sociale frutto delle politiche attuate in questi nove anni, senza alcuna timidezza né incertezza – si legge nel comunicato ufficiale diffuso da Savi dopo l’incontro -. La prosecuzione degli impegni presi con gli elettori appunto, e la conclusione di questo programma di ambizioso cambiamento sono alla base della decisione di non interrompere, al momento, il percorso della legislatura. Una decisione ampiamente condivisa dai presenti che hanno assicurato al presidente Toti la capacità e la determinazione della giunta ad andare avanti”.
E ancora: “Occorre ribadire il totale e assoluto primato della politica nell’indicazione delle priorità strategiche e anche delle quotidiane scelte dell’Ente evitando l’idea di qualsiasi supplenza da parte della pubblica amministrazione e un conseguente commissariamento dei rappresentanti eletti, dei loro staff politici, della catena di comando scelta dai cittadini. Toti si è detto fiducioso che il percorso giudiziario farà chiarezza degli eventi oggetto dell’inchiesta e soprattutto che il prossimo giudizio del Riesame terrà conto del necessario equilibrio tra le ragioni di una inchiesta e quella del Governo, soprattutto in una fase così delicata della vita politica del paese”.
“La decisione infatti di non rassegnare le dimissioni e consentire il proseguo della legislatura non deve essere interpretata come conflitto tra le esigenze di inchiesta e politica, ma come rispetto di quest’ultima, che siamo certi, sta a cuore anche alla magistratura. In assenza di concrete esigenze cautelari infatti sarà comune interesse restituire alla politica lo spazio indispensabile ad aprire un dibattito sul futuro, con pari dignità istituzionale rispetto alle necessità di giustizia”, conclude la nota.