La decisione

Corruzione, no alla revoca dei domiciliari per Toti: per la giudice potrebbe commettere reati analoghi

La richiesta di revoca della misura era stata presentata lunedì 10 giugno dopo il voto alle Europee

arresto Toti

Genova. La gip Paola Faggioni ha rigettato la richiesta di revoca dei domiciliari per il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. Per la giudice, sussiste ancora il rischio di inquinamento probatorio visto che le indagini della Procura di Genova sono ancora in corso e anche quello di reiterazione del reato. Come sostenuto dai pm che proprio sulla base di queste due esigenze cautelari che hanno dato parere negativo.

Per la Procura il rischio di reiterazione del reato deriva non tanto dal legame con le tornate elettorali ma proprio dal modus operandi del governatore, ovvero attivarsi con particolare solerzia per gli imprenditori che lo finanziano che lui stesso ha pianamente rivendicato nell’interrogatorio definendolo una legittima attività politica, mentre per i pm si tratta invece di corruzione. E quindi per la Procura, tornando al suo ruolo di presidente della Regione Toti potrebbe continuare su quel solco.

Oltre a questo secondo l’accusa esiste il rischio di inquinamento probatorio visto che le indagini non sono ancora chiuse e l’attività istruttoria della Procura e della guardia di finanza è in pieno svolgimento: Toti in questa fase potrebbe condizionare i testimoni che devono ancora essere auditi dai pm.

Nella decisione della gip, si fa riferimento esplicito anche alle prossime elezioni del 2025: “E’ evidente, anche alla luce dei recenti sviluppi investigativi, la permanenza del pericolo che l’indagato possa reiterare analoghe condotte – peraltro ritenute pienamente legittime e corrette dal predetto – in vista delle prossime competizioni elettorali regionali del 2025 (o di ulteriori eventuali competizioni elettorali), per le quali il predetto aveva, peraltro, già iniziato la relativa raccolta di fondi”, scrive la giudice Paola Faggioni.

“Tale pericolo si configura vieppiù concreto ove si consideri che il predetto continua tuttora a rivestire le medesime funzioni e le cariche pubblicistiche, con conseguente possibilità che le stesse vengano nuovamente messe al servizio di interessi privati in cambio di finanziamenti”, aggiunge, respingendo l’istanza dell’avvocato Stefano Savi.

La richiesta di revoca dei domiciliari era stata presentata dal legale di Toti lunedì 10 giugno, all’indomani del voto per le elezioni europee. “Senza entrare nel merito della vicenda e delle ragioni della misura cautelare, riteniamo che, in ogni caso, oggi vi siano le condizioni per la revoca della misura, o, in subordine, per una sua attenuazione” aveva scritto Savi nel documento, firmato anche dallo stesso governatore. “Quanto al rischio di reiterazione del reato, la celebrazione della tornata elettorale supera una delle motivazioni addotte per la misura cautelare. Peraltro, la lista Toti non ha partecipato né alle elezioni europee né alle concomitanti amministrative”, aveva spiegato Savi ricordando che “le prossime consultazioni elettorali in Liguria si terranno infatti tra circa un anno e mezzo e riguarderanno proprio il rinnovo del Consiglio regionale” e aggiungendo che “ove si prendesse a riferimento tale futuro impegno politico, appare evidente che la sospensione dalla funzione di presidente legata alla misura cautelare andrebbe a connotarsi come una vera e propria decadenza, non prevista dalla legge proprio per tutelare la volontà popolare espressa con libere elezioni”. 

Toti è stato arrestato il 7 maggio con l’accusa di corruzione. Per i pm il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti avrebbe accettato da Aldo Spinelli e Roberto Spinelli le promesse di vari finanziamenti e ricevuto complessivamente 74.100 euro a fronte dell’impegno – di “trovare una soluzione” per la trasformazione della spiaggia libera di Punta Dell’Olmo da “libera” a “privata”. Nelle oltre 600 pagine di provvedimento gli inquirenti ricostruiscono come sarebbe stata agevolata una pratica edilizia relativa al complesso immobiliare di Punta Dell’Olmo di interesse di Aldo Spinelli e Roberto Spinelli e pendente presso gli uffici regionali, di velocizzare e approvare la pratica di rinnovo per trent’anni della concessione del Terminal Rinfuse alla Terminal Rinfuse Genova srl (controllata al 55% dalla Spinelli S.r.l.) pendente innanzi al Comitato di Gestione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, approvata il 2.12.2021, – di assegnare a Spinelli gli spazi portuali ex Carbonile ITAR e Carbonile Levante (assegnazione avvenuta rispettivamente in data 7.6.22 e in data 19.12.22), – di assegnare a Spinelli un’area demaniale in uso al concessionario Società Autostrade (ASPI). Ancora, sempre secondo quanto ricostruito dai pm, Toti avrebbe agevolato Spinelli nella pratica del “tombamento” di Calata Concenter. Oltre alle pratiche di Spinelli, Toti è accusato anche di aver velocizzato due pratiche relative ad Esselunga in cambio di un finanziamento illecito da parte di Francesco Moncada materializzatosi con il pagamento occulto di alcuni spot elettorali sul maxischermo dell’emittente Primocanale.

Il presidente della Regione Liguria è indagato anche per corruzione elettorale nel filone dell’inchiesta sul voto di scambio in quanto avrebbe avuto contezza secondo l’accusa dei voti raccolti dalla comunità riesina in cambio di posti di lavoro.

Nel lungo interrogatorio davanti ai pm Luca Monteverde, Federico Manotti e Vittorio Ranieri Miniati Toti aveva ammesso i fatti ma aveva contestato le accuse sostenendo in modo dettagliato e circostanziato di aver sempre agito nell’interesse pubblico.

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