Genova. Arrivano nuove conferme dagli interrogatori che si stanno svolgendo in questi giorni in Procura sulle pressioni che i funzionari dell’Adsp e non solo avrebbero ricevuto per il tombamento di Calata Concenter operazione fortemente voluta da Aldo Spinelli e attuata, secondo l’ipotesi accusatoria grazie all’intervento dell’allora presidente del porto Paolo Emilio Signorini e del governatore Giovanni Toti, pressioni in cui ha avuto un ruolo il commissario straordinario alla ricostruzione post Morandi Marco Bucci, che tuttavia non è indagato nell’inchiesta perché secondo gli inquirenti a differenza dei primi due non avrebbe ricevuto in cambio favori né in termini di vantaggi personali né di finanziamenti elettorali.
Dopo l’audizione di Cristina Bartolini, sovrintendente alle Belle Arti (che aveva posto un vincolo ventennale sull’area che tuttavia sarà poi rimosso in pochi mesi), per gli investigatori è risultata particolarmente rilevante la testimonianza di Lucia Cristina Tringali dirigente dell’ufficio Bilancio, Finanza e Controllo dell’Autorità di Sistema Portuale. Tringali nel 2022 in una serie di telefonate intercettate con l’allora segretario generale dell’autorità portuale Paolo Piacenza (che oggi è commissario del Porto ed è indagato nell’inchiesta per abuso d’ufficio e omessa denuncia) aveva sollevato molti dubbi sulla soluzione tecnica adottata per trovare i finanziamenti per il tombamento di Calata Concenter.
“Ma poi perché Concenter – chiede Tringali a Piacenza -… a chi, a chi interessa? al Commissario? ma perché? Ma cioè poi come la fanno a fare una modifica ulteriore del programma? bisogna capirsi cioè, ci son le risorse finanziare le dobbiamo destinare li quindi? siamo sicuri di destinare lì? ma poi tu approvi una, una variazione del programma straordinario che son scaduti tutti i termini possibili e immaginabili ci butti delle risorse e poi ci costringi in qualche modo a doverne prendere atto, quindi dovremmo subito fare delle note di variazione al bilancio, io non sono abituata a lavorare così .. mi sembra tutto molto confuso..” dice riferendosi al fatto che sono passati 4 anni dalla tragedia del Morandi e il termine era di 36 mesi.
E ancora: “…no, ho detto non si può parlare di copertura finanziaria perché non c’è neanche il progetto … di questo intervento, non c’è il progetto quindi di che stiamo parlando…”. Alla fine gli interventi verranno inseriti Programma straordinario di investimenti urgenti per la ripresa e lo sviluppo del porto”. Ai pm Tringali deve aver chiarito le sue perplessità ma anche chi decise e con quale ‘escamotage’ di inserire la pratica.
L’interrogatorio, come gli altri che si sono svolti in queste settimane, è stato secretato ma dal nono piano di Palazzo di Giustizia trapela una certa soddisfazione per l’esito degli esami testimoniali. “Non è stato proprio per niente smentito l’impianto accusatorio” si limita a dire il procuratore Nicola Piacente.
Oggi pomeriggio la Procura intende chiudere il cerchio sul capo di imputazione che riguarda Calata Concenter sentendo come persona informata sui fatti Anna Maria Bonomo, ex avvocato dello Stato, che era stata nominata all’epoca Esperto in Area giuridico-legale della Struttura Commissariale.

Come emerso da alcune intercettazioni l’appiglio tecnico con il quale Calata Concenter viene inserita nel programma straordinario del piano regolatore portuale era quello derivante dalla necessità di individuare un luogo dove collocare il materiale derivante dagli scavi del tunnel subportuale. Certo Calata Concenter aveva un vincolo della sovrintendenza che tuttavia (come spiegato sopra, verrà superato alcuni mesi dopo).
Bonomo, contattata da Piacenza in una telefonata dell’11 maggio 2022 aveva mostrato perplessità: “Io direi di stare molto attenti, nel senso che già in uno degli ultimi ricorsi che hanno fatto,quelli contro Carmagnani, eccetera, contestano l’inserimento successivo anche di opere, proprio perché comunque è già passato il termine di trentasei mesi fissato dalla legge”.
Piacenza insiste cercando di capire soprattutto come ‘confezionare’ l’inserimento del tombamento dal punto di vista giuridico. Bonomo gli spiega che la ratio del cosiddetto ‘Decreto Genova’ si basava su “lavori urgenti” che potessero dare sviluppo e superare le criticità dovute al crollo del Ponte Morandi, per cui inserire altri interventi dopo 36 mesi le sembrava “un po’ contrario alla legge”: “E il fatto che fissi in 36 mesi significa che tu li dovevi fare (inc) 36 mesi. Ora i 36 mesi sono passati e inserire opere nuove sembra un po’ contrario alla legge”.
Bonomo poi aveva chiesto cmq che le venisse inviata una bozza (“comunque, se voi mi mandate la bozza, io posso anche esprimere le mie contrarietà…”); tuttavia, rimetteva la decisione al Commissario Straordinario Marco Bucci, pur ribadendo che dal proprio punto di vista sarebbe stato più opportuno avviare una procedura normale invece che inserire il progetto nel Piano Straordinario (“… e poi lui deciderà, insomma, ecco… perché io, insomma… se il suo problema è mettere le terre, forse è più serio fare una procedura normale. Cioè vedere se c’è questa… piuttosto che inserirlo nel Piano Straordinario”. La pratica, oggetto di uno dei capi di imputazione viene poi approvata dal comitato di gestione del porto il 29 luglio 2022.