Il punto

Corruzione, per Toti e l’inchiesta lo spartiacque del Riesame a luglio. Entro mercoledì la decisione della giudice su Aldo Spinelli

Le decisioni che prenderà il Riesame saranno un test anche per i pm. Se dovesse rigettare la richiesta, Toti resterebbe ai domiciliari per tutta l'estate

toti spinelli

Genova. Mentre ad Ameglia il presidente della Regione Liguria ai domiciliari Giovanni Toti ha potuto svolgere il primo dei tre incontri politici confrontandosi con i suoi assessori (il presidente ad interim Alessandro Piana e gli assessori Marco Scajola e Giacomo Giampedrone) oggi a Palazzo di Giustizia è stata una giornata interlocutoria, anche perché a Genova è un giorno di festa. Nessun interrogatorio (il nuovo calendario verrà stilato domani) e i pm hanno rinviato a domani anche il parere sull’istanza di attenuazione dalla misura cautelare per Aldo Spinelli. 

Entro mercoledì la gip decide su Aldo Spinelli

Il suo avvocato Sandro Vaccaro ha chiesto l’attenuazione della misura con la conversione degli arresti domiciliari alla misura interdittiva dalla gestione dell’azienda. Per l’avvocato infatti non esiste più il rischio di inquinamento delle prove visto che i co-indagati sono stati interrogati e i testimoni collegati alla pratiche del porto sarebbe già stati tutti sentiti. Ma non è detto che sia così. I pm Luca Federico Manotti e Luca Monteverde decideranno in queste ore se dare parere positivo o negativo e lo invieranno alla gip Paola Faggioni entro domani mattina. La giudice a sua volta dovrà decidere sull’istanza entro mercoledì.

Il Riesame: un test anche per la Procura

Ma il vero spartiacque dell’inchiesta sarà a luglio con le udienze e le decisioni del tribunale del Riesame. La prima arriverà probabilmente già il primo luglio per Paolo Emilio Signorini che si trova in carcere dal 7 maggio. Per lui l’udienza è stata fissata il 28 giugno e la decisione arriverà qualche giorno dopo. L’8 luglio è stata fissata l’udienza per entrambi i gemelli Testa, accusati di voto di scambio con l’aggravante di aver agevolato la mafia. E subito dopo ci sarà l’udienza del governatore Giovanni Toti (il 9 o 10 luglio).  Se la giudice Faggioni nel frattempo rigetterà l’attenuazione della misura per Aldo Spinelli, anche lui si rivolgerà al riesame in modo da poter vedersi fissata l’udienza entro il 15 luglio.

Sarà un passaggio fondamentale per tutti quello davanti ai giudici Massimo Cusatti, Marina Orsini e Luisa Avanzino, sia per gli indagati che sperano di poter veder revocate e attenuate le misure più afflittive, sia per gli stessi pm genovesi che si confronteranno con un collegio che per la prima volta esaminerà le carte dell’inchiesta (anche se solo dal punto di vista delle esigenze cautelari e non dei gravi indizi di colpevolezza). Una situazione ben diversa da una gip che ha accordato le misure richieste dall’accusa dopo aver letto e studiato per sei mesi gli atti di indagine. Un vero e proprio test insomma anche per l’accusa.

Il richiamo alla sentenza della Cassazione

Il tribunale del Riesame che il 15 giugno ha revocato gli arresti domiciliari per Filippo Cozzani (fratello di Matteo) nel filone dell’inchiesta in capo alla procura della Spezia da cui è partita quella genovese, non ha infatti ancora letto le ‘carte di Genova’.

Ma in un passaggio il Riesame ha richiamato una sentenza della Cassazione che per i pm genovesi è di grande importanza. Come la giurisprudenza della Cassazione ha da tempo statuito, nel reato di corruzione, l’atto promesso può rientrare anche indirettamente nella funzione esercitata dal soggetto qualificato, essendo sufficiente che i suoi poteri siano in qualche modo collegati all’atto stesso. Secondo una recente sentenza, latto potrebbe appartenere addirittura anche ad un settore diverso della pubblica amministrazione purché il soggetto qualificato possa esercitare un’ingerenza di mero fatto”. Si tratta della sentenza  della Cassazione. 13406/2019 secondo  Integra il reato di corruzione per l’esercizio della funzione la condotta del pubblico ufficiale che ricerca danaro o altra utilità in cambio del generico interessamento alla definizione del procedimento conseguente al mancato pagamento di un’imposta da parte del privato corruttore (In motivazione, la Corte ha precisato de a nulla rileva che il pubblico ufficiale agisca presso un settore della pubblica amministrazione diverso da quello di appartenenza, purché egli passa esercitare su di esso un’ingerenza quantomeno di mero fatto“.

Se infatti Toti si è difeso nell’interrogatorio davanti ai pm dicendo fra l’altro che lui non aveva alcun potere sulle decisioni del comitato portuale, i pm sostengono appunto come spiega la sentenza appena citata che è sufficiente, per integrare il reato di corruzione proprio il fatto che lui potesse “ingerire” attraverso Signorini anche in un settore della pubblica amministrazione diverso dalla Regione.

L’avvocato di Toti: “Eventuale ricorso in Cassazione dopo l’estate”

L’avvocato Savi, presente alla conferenza stampa di Ameglia, ripetendo le motivazioni con cui chiede al Riesame di scarcerare il governatore Toti essendo venute meno le esigenze cautelari, ha anche spiegato come se anche il Riesame rigettasse la richiesta presenterà ricorso in Cassazione, ma tra deposito degli atti e sospensione feriale, la decisione potrà arrivare non prima di settembre-ottobre.

Savi ha ribadito poi la necessità che “sia affrontato a livello generale il problema del finanziamento ai partiti” perché “è difficile creare un rapporto sicuro tra chi riceve finanziamenti in maniera assolutamente lecita e un’azione amministrativa che sia volta a promuovere o comunque ad aprire la strada a insediamenti produttivi piuttosto che ad iniziative di interesse pubblico laddove poi gli stessi soggetti beneficiari di queste attività vogliano poi finanziare un partito politico”.

E ha spiegato quindi che Toti, pur convinto di aver agito nel rispetto della legge, potrebbe rivedere “la modalità in cui ha chiesto i finanziamenti”. Non lo ha detto ma il riferimento che è emerge sono le telefonate insistenti di Toti a Spinelli per chiedergli “una mano”. Modalità che potrebbero in futuro essere gestite diversamente, direttamente dalle segreterie del partito per esempio e non direttamente dal presidente della Regione

Il nodo del giudizio immediato

Una delle ipotesi tutt’ora in campo e su cui i pm stanno facendo valutazioni è quella per la quale se Riesame e Cassazione dovessero ancora tenere Toti agli arresti domiciliari dovrebbero – quasi obbligatoriamente – pensare a portare il solo filone di inchiesta relativo alla corruzione da parte degli imprenditori (quello che ha portato alle misure) a giudizio immediato. Questo perché la legge lo impone in caso di indagati in custodia cautelare. Ma la legge tuttavia non è perentoria perché il giudizio immediato deve essere disposto in caso di indagati in carcere o ai domiciliari “a meno che non pregiudichi gravemente le indagini”.  Come dire la Procura dovrebbe dimostrare e motivare che i 180 imposti per chiedere l’immediato sono insufficienti a terminare le indagini. E allora potrebbe andare avanti senza spezza in due l’inchiesta

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