Genova. Ancora polemiche sul progetto degli assi di forza che rivoluzionerà il trasporto pubblico a Marassi. Lunedì si è tenuta una commissione in Municipio alla presenza di decine di cittadini mentre prosegue la raccolta firme – arrivata nel frattempo a 3mila – per proporre alcune modifiche.
L’assessore Matteo Campora, rispondendo a chi parlava di taglio del servizio su gomma di un milione di chilometri scritto nella documentazione di progetto, ha risposto invitando a studiare, perché invece era previsto un incremento del servizio del 5-10%. “Non è la prima volta che l’assessore risponde, quando sembra mostrare disponibilità all’ascolto, citando modifiche che però non trovano riscontro nei documenti disponibili – accusano associazioni e comitati -. È successo anche in questo caso. Se il Comune ha cambiato idea e invece di tagliare il servizio lo incrementerà, forse sarebbe stato più gentile ammettere che anche su questo aspetto il progetto iniziale era inadeguato (d’altronde non ha ammesso esservi stati in passato degli errori?) piuttosto che accusare di ignoranza chi riporta dati del Comune stesso. Dove è scritto che ci sarà un incremento del servizio del 5-10%?”.
“Dovrebbe essere il Comune per primo ad essere trasparente, fornendo la documentazione aggiornata (se esiste) invece di parlare a voce di modifiche. Non a caso più di un cittadino ha lamentato, ancora una volta, la mancanza di trasparenza e partecipazione fin dall’inizio, e lo scollamento frequente tra quanto scritto e quanto detto”, proseguono.
Negativo in generale il giudizio sulle risposte dell’assessore: “Pur lasciando qualche apertura per piccoli aggiustamenti (ad esempio qualche piccola variazione di percorso di qualche linea collinare) e ammettendo che forse in passato possa esserci stato qualche errore, non ha mostrato nessuna apertura a modifiche rispetto alle principali criticità del piano in zona, tra tutte l’interscambio forzato in piazza Galileo Ferraris e il taglio delle linee collinari, motivando l’impossibilità di modifiche a causa del finanziamento da parte del ministero (citato più volte a prova della bontà del piano stesso). Peccato che le modifiche al piano dalla concessione del finanziamento (avvenuto nel luglio 2020) ad oggi siano state molte e continue in ogni zona della città. Addirittura, rispetto alla prospettata modifica che salva le alberature in corso Sardegna (già decisa e approvata?) in risposta ad alcuni presenti che esprimevano perplessità rispetto alla soluzione trovata di modifica del transito dei bus, ha posto una sorta di alternativa ai cittadini: o alberi o parcheggi, come se la sacrosanta decisione di salvare gli alberi presupponesse una sola alternativa, e non possibili differenti soluzioni”.
“È un fatto che più aumenta il numero di persone che approfondiscono questo piano, più emergono perplessità rispetto ad un approccio che sembra più in funzione di Amt che dei bisogni dei cittadini e di chi il mezzo pubblico lo utilizza, che vedono sempre di più gli svantaggi di un piano che farà viaggiare su mezzi più affollati obbligando a cambi forzati di mezzi. E se, come detto dall’assessore, quello che fa la differenza non è il mezzo ma la corsia riservata (ma tram da 300 posti sono come bus/filobus da 150?) perché le corsie riservate sono state ridotte dal 72 al 50%? Che ci sia qualcosa che non quadra nei ragionamenti del Comune sul trasporto pubblico lo attestano anche le parole dello stesso assessore. Dopo aver precedentemente elogiato la politica tariffaria di Amt, che comprende la gratuità (e che comporta – a detta di Amt – un ammanco economico) ha infine concluso esprimendo notevole preoccupazione rispetto alla possibilità di non avere sufficienti fondi nazionali da parte del Governo per pagare il servizio erogato. Allora, forse, verrebbe da pensare, il milione di chilometri in meno previsti è già un dato… aggiornato“, concludono le associazioni.