Genova. “Ci sono momenti nella vita di un volontario che rimangono impressi per sempre. Tra questi c’è sicuramente la prima volta in cui, come vi raccontiamo oggi, abbiamo avuto la rara e incredibile opportunità di assistere alla nascita di una vita”.
Così i volontari dell’Enpa di Campomorone hanno commentato l’esperienza (immortalata in un video condiviso sui social) di osservare da vicino alla nascita di un pulcino di fagiano, venuto alla luce da una delle uova che i volontari hanno recuperato in un orto di Serra Riccò. Due settimane fa, infatti, un uomo che stava falciando l’erba si è accorto della presenza di un nido con ben 21 uova. Per evitare di danneggiarle lo ha spostato e ha chiamato l’Enpa, che ha ritenuto opportuno, vista la compromissione del nido e la scarsa probabilità che la madre tornasse a covare, farsi carico del nido.
“Il segnalante ha quindi prelevato il nido ed è venuto a consegnarcelo – spiegano dall’Enpa – Già durante il viaggio alcune uova hanno iniziato a schiudersi, ma mai avremmo immaginato di assistere alla nascita di uno dei fagiani a pochissimi minuti dal loro arrivo al Cras. Avere il privilegio di assistere alla nascita di una vita è un’esperienza indimenticabile, che siamo davvero felici di poter condividere con voi”.
Delle 21 uova presenti nel nido, nove sono riuscite a schiudersi e i pulli a sopravvivere. Altre non si sono schiuse, altri uccellini avevano invece malformazioni troppo gravi e sono morti poco dopo. Ora i piccoli fagiani sono nelle mani degli operatori del Cras, che si occuperanno di loro sino a quando non potranno essere messi in libertà.
La primavera è, per i centri di recupero animali selvatici, il mese più complesso: quello delle nascite e delle migrazioni, che comporta un carico di lavoro eccezionale e il rischio di vedersi recapitare in struttura animali che non avrebbero invece dovuto rimanere in natura. Capita infatti che, trovando cuccioli nell’erba – caprioli, tanto per citarne alcuni – o pulcini caduti dai nidi, persone animate da buone intenzioni si avvicinino, li manipolino o addirittura li prelevino.
Nulla di più sbagliato: in questo modo si impedisce alle madri di riunirsi ai piccoli e si compromette la loro sopravvivenza in natura. È successo anche a un cucciolo di volpe, portato al cras da persone che lo hanno recuperato e non hanno resistito alla tentazione di tenerlo in casa qualche giorno, rischiando di segnarlo per sempre. Il consiglio è sempre quello di tenersi alla larga – a meno che l’animale non sia in concreto pericolo di vita – e chiamare associazioni o cras, o in alternativa veterinari, che possano dare il consiglio migliore.