Le intercettazioni

Corruzione, nel board del porto si temono le indagini sul Rinfuse. Carozzi: “Anche dalla Procura mi han detto di tener duro sulle mie posizioni”

E in un'altra conversazione si preoccupa di "uscirne vivi senza dare l'impressione che abbiamo preso una stecca". Su queste intercettazioni l'ex giornalista ha dovuto rispondere ai pm

tribunale genova

Genova. Giorgio Carozzi, ex giornalista del Secolo XIX e rappresentante del Comune di Genova nel comitato portuale che doveva approvare la pratica del rinnovo del Terminal Rinfuse, prima di cambiare idea all’ultimo momento, è stato per mesi molto preoccupato. Sia perché riteneva il rinnovo trentennale “una truffa”, sia perché sapeva – o almeno millantava di sapere – che su quella pratica ci fossero indagini in corso. E lo dice varie volte “io non voglio ricevere avvisi di garanzia” e fa capire che i magistrati genovesi questa vicenda.

E’ l’ottobre 2021 ed effettivamente, come scopriamo oggi, le indagini e le intercettazioni erano in corso nell’ambito di un’inchiesta ben più ampia sulla corruzione.

In un’intercettazione con un amico medico Carozzi si sfoga il 22 ottobre: “Pazzi, venduti, corrotti e incapaci” dice in riferimento all’entourage dell’autorità di sistema portuale di Genova e Savona. E due giorni dopo, in un’altra conversazione intercettata dice: “Mi sono arrivati messaggi in questo senso anche dalla Procura…pensa te” alludendo al fatto di sapere che “c’avevano gli occhi puntati addosso”. E sostiene che qualcuno – sempre dalla Procura di Genova, gli ha detto di “tenere duro su queste posizioni”, vale a dire sul voto negativo al rinnovo della concessione trentennale a Spinelli del terminal Rinfuse.

Carozzi, fra l’altro, due settimane prima, parlando con Andrea La Mattina (il rappresentante nel board della Regione Liguria, che a differenza di Carozzi ancora non è stato ascoltato in procura), dice: “Quella pratica mi sta tormentando” a proposito del Rinfuse. E in un passaggio piuttosto criptico aggiunge: “Meno male che… La realtà è che secondo me, per uscirne vivi noi tre senza dare l’impressione che abbiamo preso la stecca, parlandoci chiaro, come ha preso il tuo… quello che… quello che… che il presidente “. E per le Fiamme gialle l’allusione è l’ex presidente dell’Autorità portuale Paolo Signorini. All’epoca Carozzi, che parlava anche per Canavese (il terzo, l’unico che resterà contrario al rinnovo) chiosa dicendo: “”Ci dimettiamo», «teniamo duro”.

Ma poi due mesi dopo il comitato portuale approverà il rinnovo con il voto favorevole oltre che di Signorini, anche di Carozzi e La Mattina. Carozzi, sentito dall’Ansa, dopo l’interrogatorio come persona informata sui fatti (l’ex giornalista non è indagato) , ha detto di “aver votato secondo coscienza”, ma ai pm ha probabilmente dovuto spiegare molto di più. E lo stesso dovrà fare La Mattina, il cui interrogatorio (anche lui non è indagato) non è ancora stato fissato.

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