Genova. La Liguria resta, per il momento, senza una legge che vieti di tenere i cani legati alla catena. Il tema è stato sollevato in un consiglio regionale particolarmente delicato – quello in cui è stata approvata la contrazione di un mutuo da 57 milioni di euro per garantire la completa copertura finanziaria dei lavori per la seconda fase della nuova diga – dal capogruppo regionale del M5S Fabio Tosi, ma l’emendamento proposto è stato bocciato.
Una bocciatura, ha spiegato l’assessora Simona Ferro, legata al fatto che la legge è già in discussione in commissione, e che l’obiettivo è consentire alla commissione di portare a termine il lavoro così da arrivare a un provvedimento unitario che riunisca tutte le proposte di legge arrivate sul tema.
“Il centrodestra rasenta l’assurdo – denuncia Tosi – riesce a dare il via libera a un articolo che di fatto indebiterà i liguri per i prossimi decenni, ma non trova la quadra su un emendamento a costo zero che va nella direzione della tutela degli animali da affezione”.
“Nel solco di quanto fatto da altre regioni – prosegue ancora Tosi – abbiamo proposto di inserire, dopo l’articolo 1 bis del DDL 179 Omnibus, l’articolo 1 ter per salvaguardare i cani dal pericolo di essere tenuti alla catena. Siamo certi che alla maggioranza questo emendamento piaccia, altrimenti non si spiegano le promesse in aula. Tuttavia, esattamente come hanno fatto con la Dote sport, prendono tempo per potersene fregiare facendolo proprio. Prendono tempo con giustificazioni peraltro assurde: ritengono che l’emendamento M5S non abbia ragione di esistere nel DDL portato oggi in consiglio regionale. E allora chiedo: perché si chiama “Omnibus”? Detto ciò, non mi arrendo: gli animali di affezione non devono vivere alla catena e farò di tutto perché li si tuteli con una legge regionale”.
A Tosi replica anche la consigliera Veronica Russo (FdI), membro della commissione, che conferma: “La bocciatura dell’emendamento non è sul merito ma sul metodo. Al vaglio della commissione ci sono già quattro proposte di legge, una a firma del consigliere Pastorino, una a mia firma, una a firma del consigliere Muzio e una a firma del consigliere Tosi. Essendo quattro proposte diverse tra loro si è istituita una sotto-commissione, una commissione ristretta, finalizzata ad arrivare a testo congiunto. Purtroppo questo argomento rientra nella commissione sanità e i temi trattati nell’ultimo periodo hanno messo un po’ da parte questo testo normativo, ma c’è la volontà anche da parte del presidente della commissione di riaffrontare il discorso partendo da un’analisi in commissione ristretta, così da arrivare in breve termine a un testo unico e passare poi all’approvazione”.
La Liguria è, in effetti, una delle poche Regioni che ancora non ha adottato una legge o un regolamento ad hoc per vietare di tenere i cani a catena sul territorio regionale. L’ultima a compiere un passo in questa direzione è stata la Toscana, a marzo, che ha seguito la linea già adottata da Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Abruzzo, Puglia e provincia di Trento. Sono infatti le Regioni a doversi dotare di una norma apposita, perché in Italia non esiste alcuna legge nazionale applicabile universalmente. Le richieste in questo senso però aumentano, e proprio da Genova è partita una petizione che ha già raccolto oltre 1.700 firme e che è indirizzata alla Regione e al Comune di Genova.
A lanciarla è stato il comitato La voce dei cani di Genova, che racchiude al suo interno i frequentatori di numerose aree verdi e parchi storici cittadini. La petizione chiede che venga definitivamente vietata la detenzione a catena di tutti i cani e una modifica della legge regionale e di quella comunale in materia del benessere degli animali.
“Mettere un cane a catena è contrario al suo benessere psicofisico, si commette un reato di maltrattamento. Per questo motivo deve essere dichiarato illegale tenere un cane in queste condizioni – si legge nel testo -Chiediamo, quindi, che venga abolita a Genova e in Liguria la detenzione a catena di qualsiasi animale d’affezione, in particolare modo dei nostri cani e che venga cancellata dalla nostra terra questa immensa incivile barbarie”.