Genova. Era nato a Sinagra, in provincia di Messina, ma abitava a Genova una delle vittime dell’esplosione della centrale idroelettrica di Bargi, al lago di Suviana, sull’Appennino bolognese.
Vincenzo Franchina, 36 anni, si era sposato da circa un anno e aveva una bambina di due mesi. Lo ricorda proprio il sindaco di Sinagra Antonino Musca, come riporta l’Ansa.
“Frequentava da ragazzo la scuola dove insegnavo all’epoca, ogni tanto gli davo anche un passaggio a casa. Una persona educata, di rara gentilezza come tutta la sua famiglia. Persone di grandissima dignità per le quali non posso che avere solo belle parole”. Vincenzo e la moglie, infermiera al Gaslini, pure originaria di un paese vicino Sinagra, avevano lasciato la loro terra per motivi di lavoro.
“Vincenzo era dipendente di una ditta esterna che faceva lavori di manutenzione per Enel, non ricordo il nome”, dice il sindaco. La famiglia Franchina è stretta nel dolore, “sicuramente verranno a Bologna ma non immediatamente visto che le salme sono sotto sequestro”. “Ho ben poco fa fare – aggiunge Musca commosso – ma siamo a disposizione. Stiamo pensando sicuramente di proclamare il lutto cittadino”.
Dalle prime indagini, come riporta l’agenzia LaPresse, risulta che le tre vittime lavorassero tutte per la ditta Engineering Automation con sede a Mele, nell’entroterra di Genova. Il titolare sarebbe Mario Pisani, uno dei tre morti accertati insieme a Vincenzo Franchina e Pavel Petronal Tanase, residente a Settimo Torinese.
L’azienda fornisce “ingegneria di sistemi di controllo e supervisione per i settori della produzione di energia, dell’acciaio e dell’ambiente, compresi progetti chiavi in mano e logiche di comando, regolazione e supervisione“. La Engineering Automation si occupa di automazione industriale, manutenzione impianti, realizzazione impianti elettrici industriali e cablaggio reti. Sul sito internet tra le aziende che “utilizzano i nostri servizi” è possibile vedere il logo della Siemens.