Genova. Sarà celebrato martedì il funerale di Vincenzo Franchina, il 36enne originario di Sinagra, in provincia di Messina, morto nell’esplosione della centrale idroelettrica del lago di Suviana. La Procura di Bologna ha dato infatti il nulla osta per la restituzione delle salme di alcune delle vittime della strage.
Franchina era il più giovane. Era sposato da poco più di un anno ed era padre di una bimba da appena due mesi. Con la moglie Enza Di Perna, anche lei originaria di Sinagra, si era trasferito a Genova per lavorare alla Engineering Automation di Mele, ditta che operava a Bargi per conto della Siemens. Con lui hanno trovato la morte anche il titolare Mario Pisani e il collega Pavel Petronel Tanase.
La salma arriverà alla chiesa madre di Sinagra alle 9.00 e alle 16.00 sarà celebrato il funerale. Per la giornata, il Comune siciliano ha proclamato il lutto cittadino.
Sui corpi delle vittime non è stata disposta l’autopsia perché la procura ritiene chiara la causa del decesso. È stato fatto dal medico legale un esame esterno, con una tac e un esame tossicologico per capire se, subito dopo l’esplosione, le vittime possano aver inalato delle sostanze letali o comunque tossiche.
Prosegue intanto l’operazione di completo svuotamento dei livelli otto e nove, ancora allagati. L’inondazione non è stata provocata dall’acqua del lago, ma dall’esplosione e dal relativo danneggiamento degli apparati di raffreddamento le cui tubature sono scoppiate, oltre che dalla copiosa quantità di acqua che scende dall’alto nella condotta forzata proveniente dall’attiguo lago Brasimone, un altro bacino gestito da Enel ma su un livello orografico superiore.
La Procura di Bologna indaga per disastro e omicidio colposo, per ora contro ignoti. A restituire molte informazioni preziose sarà lo Scada, la cosiddetta scatola nera, in realtà una banca dati di sistema che ha registrato tutte le operazioni nell’impianto, anche durante il collaudo del 9 aprile ai nuovi software di aggiornamento alle turbine. La lettura dello Scada verrà verosimilmente affidata alla perizia di un consulente. I carabinieri sentiranno tutti i testimoni, a cominciare dai feriti e dagli altri tecnici che erano nella centrale al momento dell’esplosione.