Genova. Una collaborazione tra pubblico e privato per aumentare l’offerta degli alloggi per gli studenti fuori sede. Nei piani di Università e Comune per trasformare l’Albergo dei Poveri in un “campus delle scienze umanistiche e sociali” c’è anche l’ipotesi, sempre più concreta, che l’ala nord della struttura seicentesca, attualmente chiusa e interamente da riqualificare, venga trasformata in una residenza universitaria realizzata da un soggetto privato.
Valore stimato dei lavori, tra i 40 e i 50 milioni di euro, fondi che l’Università non ha e che potrebbero appunto arrivare da un soggetto interessato a realizzare tra i 300 e i 500 posti letto a seconda della sistemazione.
L’ipotesi, anticipata in passato dal vicesindaco Pietro Piciocchi, è nuovamente emersa nel corso di un sopralluogo della Commissione Cultura del Comune, sfociato in un momento di tensione proprio quando l’architetto Mauro Maspero, dirigente dell’area tecnica dell’Università, ha illustrato i piani dell’Ateneo per andare incontro alla richiesta di alloggi per universitari: un centinaio di posti letto (96, per la precisione) sono già stati finanziati tramite Pnrr e verranno realizzati nell’ala est, mentre l’ala nord potrebbe essere oggetto di un importante intervento di riqualificazione a opera di privati per ottenere centinaia di nuovi posti letto, bar e spazi studio.
“Si tratterebbe di uno sforzo economico troppo importante per la sola università – ha detto Maspero – siamo ancora in fase di interlocuzione sia con l’Asp Brignole (proprietaria dell’Albergo dei Poveri, ndr) sia con i privati, si tratta di una cosa complessa, è un progetto tra i 40 e i 50 milioni di euro e l’eventuale imprenditore deve capire anche i tempi di ammortamento dell’investimento”.
Alla luce di queste dichiarazioni il capogruppo del Pd, Simone D’Angelo, ha quindi chiesto informazioni sull’identità del privato interessato, ma l’assessora comunale alla Scuola e ai rapporti con l’Università, Marta Brusoni, ha rinviato la replica a un’altra seduta commissione a Tursi. Immediate le proteste dei consiglieri di opposizione, alimentate dal fatto che Brusoni abbia presenziato per circa un’ora a causa di un altro impegno istituzionale e che la presidente della commissione, Elena Manara, abbia comunque voluto proseguire con il sopralluogo ai cantieri.
Al netto delle polemiche, l’ipotesi partnership pubblico-privato per le residenze universitarie non è comunque una novità. L’Università ha già finanziato e avviato lavori per la realizzazione di alloggi che rientrano nel campo della cosiddetta “residenzialità sociale”, e con il completamento dei lavori all’ex Clinica chirurgica, entro la fine dell’anno, i nuovi posti letto saranno 300. Spazi aggiuntivi richiederebbero appunto l’ingresso dei privati, prima di tutto per una questione di fondi. E pare che il Comune stia trattando, in questo senso, per trasformare in studentato parte dell’ex caserma Gavoglio, anche se sarebbero prima da risolvere alcuni problemi a livello di compatibilità tra la funzione e i piani di sicurezza idrogeologica.