Svolta

Ambulatori anche nei weekend per sgravare i pronto soccorso, via libera all’accordo in Liguria

Saranno aperti tutti i giorni dalle 8 alle 24 per i pazienti meno gravi, almeno uno in ogni distretto: si parte entro l'estate coi medici di medicina generale

ambulatorio

Genova. Entro l’estate in Liguria nasceranno ambulatori dedicati alla bassa complessità nei distretti o nelle case di comunità, aperti dalle 8 alle 24 anche nei festivi, per evitare che i pazienti siano costretti a rivolgersi sempre al pronto soccorso. È quanto prevede l’accordo integrativo regionale sottoscritto dalla Regione Liguria con le associazioni dei medici di base (Fimmg e Smi) che diventerà operativo dopo l’approvazione della giunta regionale.

Si tratta in sostanza di una tappa intermedia verso il sistema delle case di comunità tracciato dal Pnrr. In una prima fase gli ambulatori saranno uno per ogni distretto sociosanitario, con una sede fissa che verrà comunicata all’utenza, e saranno presidiati da medici di medicina generale su base volontaria. Un paziente con problemi non urgenti ma non risolvibili in studio sarà indirizzato dal suo medico o dal centralino di guardia medica in uno di questi hub. All’interno ci saranno infermieri, attrezzature per esami di base (ecografie, radiografie, prelievi) e pc per l’accesso ai dati del paziente.

Il provvedimento approderà il 30 aprile in giunta, dopodiché ogni azienda dovrà verificare la fattibilità e iniziare a reclutare i medici. L’obiettivo, in ogni caso, è partire entro l’estate per poi ampliare il numero di ambulatori in futuro.

L’accordo prevede anche rafforzamento del rapporto tra medico di famiglia e specialista con interazione in tempo reale, diagnostica di primo livello negli studi dei medici di base, formazione e aggiornamento dei medici di famiglia e soprattutto personale di segreteria e infermieristico dedicato all’attività dei medici di famiglia. Per queste attività la Regione Liguria mette sul piatto 6,1 milioni di risorse aggiuntive da qui al 2027.

“È un primo passo verso quella riforma che il Pnrr ci consente di mettere in campo con l’attivazione delle case di comunità – spiega il presidente ligure Giovanni Toti -. Inoltre gli stessi medici di famiglia avranno più strumenti a disposizione, grazie alla formazione prevista e alla disponibilità di personale di segreteria e infermieristico che sarà operativo negli ambulatori e nelle strutture dedicate a questi servizi”.

“L’elemento cardine di tutto questo processo è la più efficiente ed efficace presa in carico del paziente – spiega l’assessore alla Sanità Angelo Gratarola -. Con questo accordo, innanzitutto, il medico di famiglia può in caso di necessità avvalersi della collaborazione di uno specialista operante nell’Asl di riferimento, attraverso le formule della teleconsulenza e gli strumenti che sono messi a disposizione dalla Regione con apposite piattaforme: il medico pone il quesito allo specialista che, con il suo intervento, completa le risposte da dare al paziente, superando eventuali dubbi diagnostici. Questo percorso è di fondamentale importanza perché riesce ad accorciare la filiera e, di conseguenza, a migliorare l’appropriatezza prescrittiva. Non solo, questo meccanismo si traduce in una riduzione dei tempi di attesa, grazie al percorso che consente di dare risposte direttamente dallo specialista, senza passare da una ulteriore visita in ospedale”.

“Il potenziamento del personale di studio, con le figure delle segretarie e degli infermieri, unitamente alla possibilità di effettuare diagnostica di primo livello in studio, come Ecg e spirometrie, e l’attivazione del teleconsulto con lo specialista consentiranno di potenziare le capacità dei medici di famiglia di rispondere ai bisogni clinici dei loro pazienti – prevede il segretario genovese della Fimmg Andrea Carraro -. In questo modo si potrà ridurre il ricorso inappropriato al Pronto Soccorso e fornire risposte in tempi più rapidi alle esigenze dei cittadini direttamente sul territorio”. Anche lo Smi, “pur sottolineando che l’accordo appena firmato rappresenta solo un primo passo per la riorganizzazione della Sanità sul territorio ligure, manifesta la propria soddisfazione per aver visto accolti alcuni dei più importanti punti facenti parte del proprio programma”, aggiunge il segretario Daniele Gasparotti.

Nel frattempo nei pronto soccorso prosegue la sperimentazione dei percorsi dedicati alla bassa intensità. Al San Martino, dove il modello è attivo dal 5 febbraio, dal lunedì al venerdì tra le 8.00 e le 15.00, sono stati coinvolti 840 pazienti in codice verde o bianco con una diminuzione del tempo medio di attesa di 2-3 ore. Risultati simili al Villa Scassi, dove il percorso è operativo dal 18 marzo.

“Siamo di fronte a un evidente aumento della domanda: gli accessi nei pronto soccorso della Liguria sono aumentati del 5% rispetto al 2023 – spiega Filippo Ansaldi, direttore generale di Alisa -. Nonostante ciò, gli episodi di sovraffollamento si sono ridotti. La strategia dei percorsi diversificati per pazienti che arrivano in condizioni gravi e quelli che arrivano in pronto soccorso con codici bianchi e verdi, ci consente di ridurre le attese. Da inizio 2024 i nostri ospedali e le Asl liguri hanno messo in campo azioni e percorsi diversificati che hanno consentito di ridurre di 2-3 ore l’attesa media di pazienti in pronto soccorso. Proseguiremo su questa strada per rispondere in maniera sempre più puntuale all’incremento di domanda, al fianco delle attività legate alla continuità assistenziale sul territorio”.

“Un’azione importante, che ci consentirà non solo di ottimizzare i tempi d’attesa, garantendo a questi pazienti di usufruire dell’assistenza in tempi più brevi, ma anche di favorire, in prospettiva, il controllo del sovraffollamento – aggiunge Marco Damonte Prioli, direttore generale dell’ospedale policlinico San Martino -. Controllo che, tuttavia, ci tengo a ricordarlo, avviene anche attraverso tutti i percorsi di fast-track già attivi presso il nostro Pronto Soccorso, che ci consentono di indirizzare pazienti a bassa complessità con problematiche di natura oculistica, ortopedica, dermatologica, ginecologica, tramite triage, direttamente all’ambulatorio di competenza. Un particolare ringraziamento va, oltre a tutto il personale sanitario impegnato nell’emergenza-urgenza, anche ai nostri assistenti di sala, ad oggi 3 dipendenti del Policlinico che si occupano di supportare i professionisti nel passaggio di informazioni tra pazienti ricoverati e parenti e ai 4 volontari AVO, per l’assistenza fornita negli orari dei pasti”.

“Già nel novembre del 2019 – spiega Marta Caltabellotta, direttrice sanitaria della Asl 3– presso l’ospedale Villa Scassi avevamo attivato un progetto pilota per la separazione dei percorsi dei codici bianchi e verdi da quelli di maggiore gravità, con risultati incoraggianti. All’epoca tale pratica si era interrotta a gennaio 2020 per lo scoppio della pandemia. Da marzo di quest’anno è stato ripristinato l’ambulatorio per i codici minori, con accesso diretto e separato in prossimità del pronto soccorso. Questa attività si affianca ai protocolli di fast-track già presenti e dedicati ad attività mono-specialistiche come, a titolo di esempio, oculistica e urologia, oltre all’ambulatorio ortopedico. I primi risultati sono significativi: sui 204 casi trattati da metà marzo a metà aprile, per il 95% dei casi la codifica iniziale dell’infermiere triagista si è confermata corretta, rilevando in media una diminuzione del tempo tra accesso e dimissione inferiore di circa due ore. L’ambulatorio al momento è aperto 6 ore al giorno dal lunedì al venerdì, L’obiettivo visti i risultati, è di incrementarlo”.

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