Genova. Silvia Burdese è la nuova questora di Genova, prima donna ai vertici della polizia genovese nella storia della città. Burdese, che prende il posto di Orazio D’Anna, recentemente andato in pensione, si è ufficialmente insediata il primo marzo, e ha colto l’occasione per presentarsi alla stampa e anticipare la linea che intende adottare nel trattare temi così delicati come la sicurezza e l’ordine pubblico, focalizzandosi sul tema della prevenzione e dell’ascolto.
Originaria della provincia di Cuneo, arriva a Genova dopo avere ricoperto numerosi incarichi, alcuni anche in Liguria: capo di Gabinetto della Questura di Torino da fine 2003, dove si è occupata tra l’altro dell’elaborazione dei dispositivi di ordine e sicurezza pubblica di tutti gli eventi di rilievo, dalle olimpiadi invernali alle proteste per la Tav, nel 2015 ha diretto il Compartimento della Polizia Ferroviaria per il Piemonte e la Valle d’Aosta prima di diventare, nel 2019, questora della provincia della Spezia, e nell’ottobre del 2021 questore di Modena. Nel novembre 2023 è stata quindi nominata dirigente generale e si è spostata a Roma, sino al suo ritorno in Liguria.
L’insediamento di Burdese precede di qualche giorno un appuntamento delicato per la città, la visita del vicepremier e ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini e del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, per la cerimonia per l’avvio dei lavori del tunnel subportuale. Inevitabile dunque un accenno al tema dell’ordine pubblico e delle manifestazioni di piazza, anche alla luce dei fatti di Pisa.
“Questo è certamente un momento delicato, che ci offre uno spunto di riflessione ed è stato condiviso nell’incontro con dirigenti e funzionari della polizia di Stato avvenuto questa mattina – ha detto Burdese – siamo sereni nell’affrontare i vari impegni che abbiamo davanti, lo faremo nel rispetto dei solchi tracciati sul buon ordine pubblico e il buon modo di stare in piazza. In questo contesto in cui si riversano dinamiche nazionali e sovranazionali, i motivi di protesta aumentano il numero delle manifestazioni ma questo non cambia l’approccio della polizia di Stato genovese, che conosco per rapporti diretti già maturati nell’esperienza spezzina. La prevenzione è fondamentale: la piazza è pronta con un percorso che nasce a monte di buona comunicazione tra chi promuove la manifestazione e chi sarà chiamato a fornire una cornice di sicurezza adeguata. Bisogna individuare modalità di spazi e tempi, garantendo la massima disponibilità alla protesta ma bilanciando le necessità della città e di chi la vive”.
Per Burdese il tema della prevenzione e dell’ascolto è importante anche per l’approccio ai più giovani. Commentando gli episodi di cronaca che hanno coinvolto minori e che si sono verificati in città, la nuova questora ha chiarito che “il fenomeno della devianza minorile è un tema centrale ovunque e trasversale a livello nazionale. Alla Spezia trattai i primi casi di bande di ragazzini che ci stupirono per il modus operandi, ma imparammo a conoscerli e a indagare su questi episodi. Sembra curioso impiegare la squadra mobile per indagini su ragazzini appena imputabili, di poco più di 14 anni, ma il lavoro ha premiato, perché abbiamo potuto anche intraprendere percorsi di recupero non solo per i più giovani ma anche per le famiglie. In queste situazioni a monte c’è spesso una famiglia molto fragile e una scuola che fa fatica a farne le veci. A Genova approfondiremo i fenomeni locali e ci muoveremo con grande attenzione, potenziando tutte le misure di prevenzione grazie alla divisione anti crimine. Bisogna lavorare tutti insieme per l’integrazione. Se riusciamo a salvare più ragazzi possibile dalla strada e dal nostro intervento vuol dire che abbiano fatto un ottimo lavoro”.
Burdese ha quindi accennato ad alcuni quartieri particolarmente complessi dal punto di vista della criminalità: “C’è grande attenzione su tutta la città, ma sappiamo che sul centro storico ci sono problemi da anni. Esistono dispositivi di controllo del territorio, anche interforze, incisivi nei diversi quadranti orari. Su Sampierdarena daremo un qualificato ascolto per capire ancora meglio le problematiche, visto che sono allo studio dei nuovi dispositivi. Il controllo del territorio deve essere fatto in base alle dinamiche che cambiano sia in termini di zone che di orari”.
La nuova questora ha quindi commentato il suo ruolo e in generale quello delle donne nelle forze dell’ordine: “La situazione è cambiata a partire dalla riforma del 1981 – ha sottolineato – prima le colleghe svolgevano ruoli più di cura di fasce deboli, donne, minori e prostituzione. A 40 anni dalla riforma c’è ormai un cammino comune, e con le colleghe siamo frutto di questo percorso. Non ho mai avuto difficoltà nell’inserimento e non ci sono mai state differenze. Sono stata la prima capo di gabinetto donna alla questura di Torino, la prima dirigente donna dell’ufficio immigrazione e poi questore donna di Spezia e Modena. I tempi sono maturati”.