Genova. Lo scolmatore del rio Chiappeto-Vernazza sarà completamente in funzione “entro il periodo autunnale del 2024”, nonostante gli ulteriori ritardi accumulati per le finiture. Lo ha assicurato Maria Rosa Rossetti, assessora alla Protezione civile del Municipio Levante, rispondendo a un’interrogazione presentata dalla consigliera Serena Finocchio del Pd e firmata da tutta l’opposizione.
Dunque, dopo anni di promesse, ritardi e rinvii, sembra essere davvero vicina la fine dell’incubo per i residenti di Sturla che nel 2019 erano scesi in piazza per chiedere l’inizio dei lavori. A far paura è un piccolo corso d’acqua che nasce dalle alture di San Martino e scende fino al mare accanto al borgo che ne prende il nome – Vernazzola – attraverso un percorso in gran parte sotterraneo. Nel 2011 e nel 2014 era esploso in via Pontetti, aprendo voragini e inondando le case di fango. Da allora c’è chi ha scelto di non tornare più in quelle abitazioni finché non fosse stata completata la messa in sicurezza.

L’opera consiste in una galleria di 700 metri che intercetta il rio all’altezza di corso Europa e ne devia l’intera portata nel torrente Sturla, a sua volta oggetto di un intervento di adeguamento idraulico volto ad ampliare la capacità dell’alveo. In questo modo la piena non passerà più nell’angusto canale sotto via Pontetti e via Isonzo.
In via Pontetti stanno entrando nel vivo i lavori per realizzare la soletta del nuovo tombino scatolare: la strada chiuderà a fasi per i prossimi tre mesi. A gennaio è stata aperta una breccia in grado di fungere da “valvola di sfogo“, in modo che l’acqua possa riversarsi nella nuova galleria scolmatrice in caso di piena. Entro giugno sarà concluso il raccordo del tombino con la galleria, opera che di per sé garantirà la messa in sicurezza idraulica della zona.
“La galleria – ha spiegato Rossetti – è stata completata già da novembre scorso al 97%, da via Pontetti alla valle del torrente Sturla. Resta da ultimare la zona di sbocco su via delle Casette, a causa dell’impegnativo spostamento di importanti sottoservizi (gas, acquedotto, collettore fognario in sponda destra, cavi elettrici di media tensione e fibre ottiche), i cui tempi sono dipesi da quelli di intervento dei gestori e si sono protratti oltre le attese”.
L’ultimo tratto della galleria dovrebbe essere completato entro fine aprile, ma già “nelle condizioni attuali – ha precisato l’assessora municipale – è in grado di ricevere eventuale acqua di piena proveniente dal tombino del rio Chiappeto di via Pontetti, potendo fungere, in condizioni di emergenza, da cassa di colmata, con allagamento della stessa e riversamento nel torrente Sturla dell’acqua in eccesso, senza causare particolari problematiche di allagamento nella zona della sponda destra”. Resta poi da realizzare il nuovo ponte che sostituirà quello esistente, previsto sempre entro l’autunno.

Per quanto riguarda il torrente Sturla, risultano completati quasi tutti i nuovi argini previsti per l’allargamento della sezione idraulica. Lo stato di avanzamento corrisponde all’80% circa e le condizioni di sicurezza idraulica risultano già quelle previste dal progetto. A complicare i lavori qui è stata l’interferenza con il collettore fognario, che è stato necessario spostare. Il cantiere, tra l’altro, è stato teatro di un grave incidente sul lavoro a gennaio.
“Siamo arrivati all’anno 2024 e ancora oggi è necessario chiedersi, anzi chiederle, caro sindaco, a che punto siano i lavori per un’opera importantissima per il nostro municipio e nello specifico per i quartieri di Sturla, Borgoratti e per il borgo di Vernazzola – attacca Serena Finocchio -. I soldi pubblici sono arrivati nel 2017, nel 2020 dovevano partire ma solo nel 2022 sono partiti realmente, tramite la mia interrogazione siamo venuti a conoscenza di un cronoprogramma troppe volte richiesto e promesso dall’assessore Piciocchi in più assemblee. Ad oggi si ritrova online un cronoprogramma fermo al 2017. Con questo documento siamo venuti a conoscenza del progetto in itinere nel suo totale con una fine lavori prospettata a fine 2024, spero davvero che sia una data reale e che questa Odissea sia conclusa”.

Il progetto definitivo dello scolmatore era stato consegnato al Comune nel maggio 2017. Costo complessivo 14,5 milioni, tutti finanziati dal piano Italia Sicura del governo Renzi nel lontano 2014. Per iniziare i lavori, affidati alla Pac di Bolzano (la stessa che ha realizzato lo scolmatore del Fereggiano), ci sono voluti quasi quattro anni. A marzo 2021 è partito finalmente il cantiere, che a dicembre si è fermato per altri due mesi. L’estate successiva l’ennesima tegola: aumento dei costi, variante in corso d’opera e ulteriori ritardi a causa di un muro pericolante in sponda sinistra che impediva di scavare per spostare i sottoservizi. La fine lavori da contratto è prevista il 18 novembre, “salvo prevedibili ritardi” per le opere complementari.