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Morti sul lavoro, le imprese artigiane: “No alla patente a punti per migliorare la sicurezza”

Cna, Confartigianato e Casartigiani bocciano la proposta dei sindacati: "Ulteriori oneri a carico delle ditte e numerose criticità nell'articolato normativo"

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Genova. Le imprese artigiane dicono no alla patente a punti proposta dai sindacati per migliorare la sicurezza sul lavoro nei cantieri edili, rilanciata in particolare dopo la strage di Firenze.

“In primo luogo – spiegano Cna, Confartigianato e Casartigiani – perché introduce ulteriori oneri a carico delle imprese e poi in quanto l’articolato normativo presenta numerose criticità. Inoltre non si comprende la disposizione secondo cui le imprese con qualificazione Soa non sono tenute al possesso della patente a punti. Infatti la SOA ha la funzione di comprovare le capacità economiche e tecniche di un’impresa, ma non ha alcuna valenza in materia di sicurezza sul lavoro“.

Giudizio negativo anche sulla disposizione che ai lavoratori coinvolti nell’appalto e nel subappalto si applica il trattamento economico non inferiore a quello previsto dal contratto collettivo maggiormente applicato. “Il criterio della maggiore applicazione non può essere elevato a strumento di certificazione di qualità”, sostengono le imprese.

Le imprese artigiane, in audizione davanti alla commissione Bilancio della Camera, esprimono invece un giudizio complessivamente positivo sul decreto Pnrr che consente di snellire le procedure e accelerare l’attuazione del piano.

Le tre organizzazioni inoltre “apprezzano il programma Transizione 5.0, particolarmente atteso dalle imprese artigiane, per incentivare gli investimenti in innovazione digitale e efficienza energetica, anche in abbinamento a investimenti in impianti di autoproduzione da fonti rinnovabili. Cna, Confartigianato e Casartigiani sottolineano che “anche grazie all’entità delle risorse stanziate si potranno sostenere in maniera diffusa gli investimenti delle PMI che negli ultimi anni sono rimaste escluse dai principali strumenti di agevolazione, tarati sulle imprese energivore o indirizzati sul fronte domestico/residenziale”.

“Ci aspettiamo che le misure di attuazione – rilevano le tre organizzazioni – garantiscano condizioni e procedure tali da non innalzare barriere di accesso penalizzanti per le piccole imprese”. In tale prospettiva “abbiamo sostenuto e apprezzato la scelta di non prevedere una soglia minima di investimento per accedere al credito d’imposta”. Positiva anche la possibilità che la riduzione dei consumi possa riguardare non solo l’intera unità produttiva ma anche il singolo processo sul quale si realizza l’investimento”.

Infine Cna, Confartigianato e Casartigiani esprimono particolare apprezzamento sulle semplificazioni a favore dell’impresa artigiana, anche se ogni Scia o comunicazione nascondono una serie di atti che impongono alle imprese costi elevati e tempi lunghi prima ancora di avviare la propria attività.

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