La decisione

Caso Martina Rossi, Albertoni e Vanneschi escono dal carcere in anticipo: affidamento ai servizi sociali

La reazione amara dei genitori della ragazza morta scappando da uno stupro: "Non hanno mai chiesto scusa"

martina rossi

Genova. Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, condannati in via definitiva a 3 anni per tentata violenza sessuale di gruppo contro Martina Rossi, sono stati ammessi all’affidamento in prova ai servizi sociali. Lo ha stabilito il tribunale di sorveglianza di Firenze in due diverse udienze: a luglio 2023 per Vanneschi e a metà febbraio scorso per Albertoni.

I due giovani erano in carcere per la morte della studentessa genovese, precipitata dal balcone di una camera d’albergo a Palma di Maiorca il 3 agosto del 2011 per sfuggire ad un tentativo di stupro di gruppo da parte dei due ragazzi. Durante la loro detenzione a seguito della condanna, i due ragazzi avevano il permesso di uscire per lavoro, rientrando in cella per la notte. Dopo la richiesta dei loro legali, però, il giudice di sorveglianza ha accelerato i tempi per Vanneschi a causa di questioni familiari e ha concesso l’affidamento in prova a luglio. La stessa misura è stata poi applicata ad Albertoni. Entrambi i condannati osservano l’affidamento in prova presso un’associazione di volontariato e hanno l’obbligo di non uscire durante la notte. La loro condanna terminerà all’inizio del 2025.

Amara la reazione di Bruno Rossi e Franca Murialdi, genitori di Martina: “Non hanno mai chiesto scusa, il minimo era che scontassero la pena in carcere. Il giudice ha sbagliato a concedere l’affidamento perché è venuto a mancare il principio di resipiscenza necessaria in questi casi”.
“Così si dà solo il cattivo esempio ai giovani – ha aggiunto la madre – loro non si sono mai pentiti”. “Nessuno mi ridarà mai mia figlia”, ha aggiunto Bruno Rossi.

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