Genova. Ancora troppi incidenti stradali a Genova, che sarebbe “assolutamente adatta” a diventare una città a 30 km/h sul modello di Bologna. È l’appello di Legambiente che ha oggi ha presentato nel capoluogo ligure la campagna Città2030: le città e la sfida del cambiamento, l’iniziativa organizzata da Legambiente nell’ambito della Clean Cities Campaign per promuovere una mobilità sostenibile e a zero emissioni. Evento che arriva a pochi giorni dall’investimento mortale di una donna, travolta domenica sera da un’auto mentre attraversava la strada sulle strisce pedonali in via Archimede.
“Genova ha iniziato un percorso positivo sulle ciclabili, mentre è ancora indietro nella direzione della città 30 km/h – spiega Stefano Bigliazzi, presidente di Legambiente Liguria -. Le città, italiane e straniere che hanno portato avanti il percorso della città 30 km/h (come Bruxelles, Bologna ed Olbia= hanno avuto risultati straordinari sulla riduzione della mortalità stradale ed ottimi sulla riduzione dei dati degli inquinanti. La velocità media di un’autovettura a Genova è di 28 km/h, mettere il limite a 30 km/h significa soltanto ridurre le accelerazioni e le frenate, ossia ridurre consumi e rischi, ma non cambia niente sulla velocità. Per gli utenti della strada ci sarebbero solo vantaggi e nessuno svantaggio“.
Gli ambientalisti vanno dunque in pressing sulla giunta Bucci nonostante l’assessore Matteo Campora avesse escluso un’applicazione generalizzata dei 30 km/h, concentrandosi invece sulle zone scolastiche. “Genova – sostiene Bigliazzi – ha una struttura con strade strette e trafficate assolutamente adatta a diventare città 30 km/h, escludendo dal limite solo le strade a grande scorrimento (Sopraelevata, corso Europa), bisognerebbe soltanto avere un po’ di coraggio. L’amministrazione genovese dovrebbe proseguire il percorso positivo iniziato sulla mobilità dolce e sulla sicurezza stradale e non inseguire le politiche del ministero dei Trasporti che è diventato il nemico numero uno della sicurezza stradale con la sua antiscientifica guerra contro le città 30“.
“Come ciclisti urbani, crediamo fermamente che la strada verso una mobilità sostenibile passi attraverso la riduzione del traffico – ha detto durante la conferenza stampa Romolo Solari, presidente del circolo Legambiente Amici della bicicletta – Questo non riguarda solo le emissioni, ma anche la sicurezza dei cittadini. Quando le persone hanno paura di attraversare la strada o di pedalare in determinate vie, e il trasporto pubblico locale non è adeguato, diventa difficile per loro abbandonare l’auto o lo scooter. Inoltre, vorrei sottolineare che gli interventi deliberati dalla giunta comunale il 1° giugno 2023, che includevano nuove semaforizzazioni di attraversamenti pedonali, la realizzazione di nuovi attraversamenti o il potenziamento di quelli esistenti, e la costruzione di nuovi tratti di marciapiede, non sembrano essere stati ancora attuati”. Interventi che – ha assicurato Campora – partiranno a marzo.
Durante il flash mob di lunedì pomeriggio gli attivisti hanno portato un palombaro in piazza De Ferrari. “La questione è molto seria – ha spiegato il presidente di Legambiente Liguria Stefano Bigliazzi – se non si inverte subito la rotta, con il cambiamento climatico in atto, nei prossimi anni a De Ferrari potremmo veramente nuotarci”.
Per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico, Genova deve fare ancora uno sforzo per rientrare nei nuovi limiti di esposizione previsti dalla prossima direttiva sulla qualità dell’aria che dovrebbe entrare in forza nel 2030: anche se le medie annuali dei principali inquinanti non allarmano, sarà necessario tagliare del 3% le attuali emissioni di PM2,5 e del 29% quelle di NO2. Secondo Legambiente “per farlo occorre introdurre, da subito, un piano di misure integrate che riesca a ridurre il traffico, in particolare la circolazione dei veicoli più inquinanti, e ad incrementare l’uso del Tpl e della mobilità attiva. (Fonte dati: Agenzie Regionali, elaborazione Malaria – Legambiente 2023)”.
Il tasso di motorizzazione a Genova è tra i più bassi d’Italia (48 auto ogni 100 abitanti ma al di sopra di 35 auto ogni 100 abitanti, obiettivo Ue per il 2030), ma per Legambiente “sono ancora troppe le auto per le caratteristiche orografiche ed urbanistiche della città”. Il minor numero di auto, tuttavia, è compensato dal più alto numero di moto e scooter d’Italia. Il dato preoccupante è quello riferito agli incidenti stradali, decisamente sopra la media nazionale. Nel 2022, solo nell’area urbana di Genova, si sono verificati 3.686 incidenti stradali con 4.350 feriti e 15 vittime, cioè 8,4 morti e feriti ogni mille abitanti, mentre l’obiettivo europeo prevede di scendere al di sotto di 2. Questo ci pone al secondo posto per tasso di incidentalità fra le 14 principali città italiane, superati solo da Firenze.
Sul fronte del trasporto pubblico è buona l’offerta dei bus, ma ancora lontana dallo standard full electric che ci si aspetta da una città europea. Ad oggi appena 49 bus dei 630 operativi sono elettrici, ma se ne attendono ulteriori 95 entro la fine del 2025. Legambiente auspica ancora la creazione di una linea tranviaria: “La prima da istituire sarebbe in Valbisagno, strutturalmente ideale, dove eliminerebbe le gravi problematicità di sicurezza idraulica di altre proposte tipo lo Skymetro“. Va meglio per quanto riguarda le piste ciclabili: la città si attesta intorno ai 70 km di percorsi realizzati e ha in cantiere altri interventi tesi ad incrementare l’infrastruttura ciclabile, seppur attraverso il sistema delle bike lane.
Le ordinanze anti-smog in vigore non convincono Legambiente: “Le deroghe concesse sono troppe. Attualmente l’ordinanza prevede ben 11 categorie di veicoli esenti, tra cui quelli iscritti nei registri nazionali dei veicoli storici. A Genova, città della Vespa, si osserva ancora la circolazione frequente di molte di esse, utilizzate non solo per motoraduni dedicati ai veicoli storici, ma anche come mezzi di trasporto giornaliero”.
Tra le proposte che Legambiente individua ci sono Low Emission Zone (Lez) sul modello di Londra, Bruxelles e Parigi; incentivi massicci all’uso del trasporto pubblico; digitalizzazione dei servizi e home working per ridurre la domanda di mobilità e quindi l’impatto degli spostamenti casa-lavoro; gli incentivi per la mobilità elettrica condivisa e on-demand; la città dei 15 minuti in cui tutto ciò che serve è raggiungibile a pochi minuti a piedi dall’abitazione e l’elettrificazione totale dei trasporti in città anche prima del 2035.
Alla conferenza è stato anche presentato il progetto Waix di Daniele Salvatori, vincitore del bando Mob nella categoria Proposte per il presente di Fondazione Unipolis. Il progetto vincitore Waix punta a promuovere un’attenzione maggiore verso la mobilità sostenibile nella città di Genova attraverso diverse proposte che toccano temi quali: l’ampliamento dei sistemi di pagamento sui mezzi pubblici, la sicurezza, l’accessibilità, la sensibilizzazione, fino all’ottimizzazione della mobilità studentesca e l’accesso ai servizi sanitari.