Grande opera

Indennizzi per gli interferiti della Gronda, Piciocchi chiama in causa il Mit: “Problema di sensibilità politica”

Sono gli abitanti dei quattro palazzi di corso Perrone che devono subire la presenza del cantieri per la base logistica all'ex Colisa. "L'esproprio non è possibile"

corso perrone

Genova. Hanno vissuto letteralmente per decenni nell’attesa del grande cantiere della gronda di ponente, e adesso che questi lavori sono partiti – almeno quelli propedeutici – hanno iniziato a fare i conti con rumori, polveri, traffico di mezzi pesanti e con tutti i disagi che un intervento di questo tipo comporta.

I residenti di quattro palazzi di corso Perrone, vicino all’area ex Colisa, dove è in corso la costruzione di una base logistica della gronda, chiedono a che punto sia l’iter per il riconoscimento, nei loro confronti, degli indennizzi legati alle servitù di cantiere per i disagi sopportati finora e per quelli a venire.

A farsi portavoce dei loro interrogativi, in consiglio comunale a Genova, il consigliere della lista Rossoverde Filippo Bruzzone che ha domandato alla giunta se “l’amministrazione sia interessata a riconoscere, anche con la partecipazione degli operatori economici interessati all’opera, un indennizzo per i disagi pesantissimi in termini di forti rumori anche notturni e il rilascio in atmosfera di polveri”. Bruzzone ha ricordato anche come i residenti di corso Perrone avessero chiesto, in passato, di poter essere espropriati in modo da avere le risorse per trovare un’abitazione altrove.

La risposta è arrivata dal vicesindaco Pietro Piciocchi: “Non ci sono presupposti per espropri perché quelle non sono abitazioni interferite dall’opera ma da un cantiere, questa considerazione ci ha comunque portato a prevedere un indennizzo e Aspi, dimostrando una certa disponibilità, ha quantificato il valore di tali indennizzi”.

Tutto però è fermo, da mesi. “Ci siamo fermati – continua Piciocchi – perché manca una decisione politica a livello romano, a livello ministeriale, circa la necessità di prevedere questi indennizzi perché per poterli versare servirebbero ulteriori risorse nell’ambito dei finanziamenti per la gronda, sono il primo a pensare che nel quadro economico di un’opera gigantesca come la gronda non dovrebbe essere questo il problema, ma appunto il problema non è tecnico, è di sensibilità politica, e posso anche farmi parte attiva per stimolare un’azione da parte dell’amministrazione nei confronti del ministero”.

“Tutta la parte istruttoria, tecnica, preparatoria relativa agli indennizzi è stata ultimata – conclude Piciocchi – sono fiducioso che si possa arrivare in fondo alla questione”.

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