Nuova protesta

Gli studenti occupano il Vittorio Emanuele: “No alla scuola azienda e stop all’invio di armi”

Stamattina l'assemblea e poi l'occupazione. Tra le rivendicazioni: "Infrastrutture migliori e idonee all’ambiente scolastico, spazi comuni, di confronto e di dibattito studentesco, dentro e fuori dalla scuola, la rivisitazione della “scuola del merito” e del sistema del PCTO, garantendo vere esperienze trasversali e non mero schiavismo"

Generico marzo 2024

Genova. Dopo le occupazioni del liceo Fermi, del Klee e del Marsano, questa mattina gli studenti dell’istituto Vittorio Emanuele Ruffini di Genova hanno deciso di occupare l’istituto. “La scelta – scrivono in un comunicato – è il prodotto di lunghe giornate di discussioni tra noi studenti dove sono emerse delle motivazioni chiare: stop a una scuola-azienda, stop all’invio di armamenti e alla partecipazione dell’Italia a vari scenari militari, a favore di un maggiore stanziamento di fondi pubblici nell’istruzione e nelle sue infrastrutture”.

“Ci ritroviamo in un paese in cui le scuole cadono a pezzi, con aule disfunzionali, caloriferi spesso non funzionanti, buchi sui soffitti, acqua dentro le classi con secchi per terra come soluzione: il luogo dove svolgiamo le lezioni tutti i giorni è un antico palazzo del ‘500, assolutamente non pensato per ospitare una scuola, senza contare le centinaia di migliaia di euro che vengono pagati ogni anno dal Comune al proprietario di questo stabile che potrebbero essere reindirizzati per ricercare altri spazi”. 

Nel comunicato non manca il riferimento ai fatti di Pisa (“Un paese dal manganello facile, che non accetta la libertà di manifestazioni pacifiche, non accetta il disaccordo, il confronto”) e al modello di scuola-azienda che vuole creare “lavoratori standard sempre più vicini all’industria e lontani dal pensiero critico”.

Tra le motivazioni, ancora una volta, il no alla guerra in medio Oriente: “Un paese che ci opprime e sostiene la guerra, che si schiera con Israele, definendolo uno stato democratico, sostenendo un genocidio che da piu’ di settant’anni si sta compiendo nei confronti del popolo palestinese, diventando complice dello sterminio di una popolazione” a alle altre guerre sostenute e appoggiate anche dall’Italia, come la recente missione Aspides nel mar Rosso.

“Un paese che preferisce dare fondi alla guerra, sostenendo la proliferazione delle armi di distruzione di massa, togliendo i fondi all’istruzione” dicono mentre rivendicano invece “infrastrutture migliori e idonee all’ambiente scolastico, spazi comuni, di confronto e di dibattito studentesco, dentro e fuori dalla scuola, la rivisitazione della “scuola del merito” e del sistema del PCTO, garantendo vere esperienze trasversali e non mero schiavismo”.

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