Sit-in solidale

Casa maternità Le Maree sotto sequestro, mobilitazione delle famiglie: “Senza di loro un enorme vuoto” fotogallery

Il presidio davanti agli ingressi, alla Foce, per ribadire il supporto alle quattro ostetriche indagate anche per lesioni colpose. Le mamme: "Per noi sono state fondamentali"

presidio le maree

Genova. Si sono date appuntamento davanti al cancello chiuso, su cui sono già stati attaccati fiocchi e nastri in segno di solidarietà, e hanno ribadito a gran voce quanto da giorni ormai ripetono anche in chat e sui social: la casa maternità le Maree deve riaprire il prima possibile, per continuare a svolgere il lavoro fatto negli ultimi dieci anni e dare supporto a madri, padri e bambini.

La pioggia non ha fermato lunedì mattina le mamme e i papà che hanno voluto partecipare al presidio di solidarietà verso le quattro ostetriche che gestiscono la struttura di corso Torino, alla Foce, unica del suo genere a Genova. Le Maree sono state poste sotto sequestro preventivo la scorsa settimana su richiesta della procura, che punta i fari sull’assenza delle autorizzazioni speciali necessarie a svolgere alcune delle attività portate avanti in struttura, ovvero parti extraospedalieri e degenza post parto per mamme e neonati. Le ostetriche dal canto loro hanno ribadito tramite i loro avvocati che le autorizzazioni non ci sono perché in Liguria non c’è una legge regionale che regolamenti le attività delle case maternità, un vuoto normativo che in altre regioni invece non è presente.

I carabinieri dei Nas però, nel loro sopralluogo, hanno riscontrato anche alcune carenze igienico sanitarie e la presenza di farmaci ospedalieri su cui vogliono fare chiarezza, e soprattutto stanno approfondendo i casi di nove bambini che hanno riportato complicanze post parto rendendo necessario l’intervento del 118 e in alcuni casi il ricovero al Gaslini: va chiarito, per la procura, se queste lesioni hanno a che fare con la permanenza nella casa maternità.

La chiusura ha scatenato un’ondata di solidarietà tra le donne che nel corso degli ultimi dieci anni si sono rivolte alle ostetriche delle Maree sia per essere assistite pre, durante e post parto sia per i corsi organizzati all’interno, che si concentrano anche su altri temi come menopausa e ciclo mestruale. E lunedì mattina alcune di loro si sono ritrovate alla Foce, molte con i figli, per manifestare vicinanza alle ostetriche.

“Quando si sono unite e hanno creato la cooperativa ero incinta della mia prima figlia, che è nata proprio grazie a loro: è la prima bambina nata con il loro supporto in casa a Genova – spiega Luana Ciambellni, una delle organizzatrici del presidio – ho fatto altre due gravidanze in casa ma a Milano, ma ricordo ancora con grande piacere la mia esperienza genovese. Il loro supporto alle famiglie e a chi decide di fare questo percorso è molto importante, ed è un’alternativa molto al percorso ospedaliero. Certamente non è adatta a tutti, ma chi desidera partorire in questo modo deve avere questa possibilità. È giusto che le famiglie abbiano sia supporto ospedaliero, ma se la chiusura delle Maree comporta che non vi sia nessuno che garantisce l’alternativa. Le ostetriche seguono molto da vicino donne e famiglie, è un’esperienza molto personalizzata che molte donne preferiscono avere per il parto. Avere una persona di riferimento che si conosce da nove mesi fa la differenza. Inoltre ci sono mamme che vorrebbero partorire a casa, ma magari non ne hanno la possibilità perché è piccola o non adeguata. Loro offrono loro spazi e seguono tutte le linee guida con estrema professionalità. Ringrazio ogni giorno di avere avuto la possibilità di partorire con loro”.

“Io e il mio compagno abbiamo conosciuto la casa maternità nel 2016 e l’abbiamo frequentata per diversi anni – aggiunge Valentina Pieroni – abbiamo avuto due bimbe e siamo stati seguiti da loro. Io sono una professionista del settore materno e infantile e ho avuto a che fare sia con loro anche per l’organizzazione della casa. Sono persone molto attente sia alla mamma sia al bambino, i locali sono eccezionali, oltre che puliti anche accoglienti e a misura di famiglia, credo che le Maree abbiano dato un servizio che mancava e che mancherà se non ci sarà più”.

“Abbiamo frequentato anche corsi pre parto da loro – conferma Michele Luciani, compagno di Pieroni – quello che ci hanno dato a livello familiare è l’integrazione mamma-papà, non il messaggio che la maternità e il parto sono cosa sono temi esclusivamente femminili e materni. I papà sotto coinvolti sotto tutti i punti di vista, li fanno sentire partecipi, insegnargli quello che non sanno e non viene insegnato in ospedale. C’è una grande attenzione alla famiglia”.

“Conosco da 15 anni una delle ostetriche – è la testimonianza di Lisa – ho sempre voluto partorire in casa maternità, ma per la mia prima figlia ho scelto il Gaslini. Non mi sono trovata male, ma purtroppo ho avuto un’esperienza traumatica, la mia compagna di stanza è morta per complicanze legate al parto. Per la mia seconda figlia ho scelto di seguire il cuore e l’istinto. È nata ad aprile 2020, in periodo covid, alle Maree. Mio marito non sarebbe assolutamente potuto entrare in ospedale, con loro ha potuto assistere al parto, ha dormito con me. Tante madri in quel periodo hanno deciso di partorire lì e sono state assistite in modo completamente diverso. Ho avuto un’altra figlia a luglio del 2023 e ho fatto tutto un percorso con loro, avevo creato un rapporto ancora più stretto. C’è un’attenzione verso la donna che in ospedale non puoi avere, farei altri cento figli solo per partorire con loro, e fanno tante altre cose belle”.

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