Genova. È stata dissequestrata venerdì, a una settimana dal provvedimento emesso dal giudice, la casa maternità Le Maree di via Smirne, alla Foce. Accolta dunque la richiesta presentata da Francesca Pastore, avvocata delle quattro estetiche che gestiscono la struttura e che sono attualmente indagate.
Attualmente la casa maternità può svolgere tutte le attività in cui è specializzata – dall’assistenza a donne in gravidanza ai corsi – ma non può organizzare parti nella struttura né degenza post parto. È proprio su questi aspetti, infatti, che si sta concentrando la procura. Le Maree erano infatti state poste sotto sequestro preventivo per l’assenza delle autorizzazioni speciali necessarie a svolgere parti extraospedalieri e degenza post parto per mamme e neonati.
Le ostetriche dal canto loro hanno ribadito, tramite i loro avvocati, che le autorizzazioni non ci sono perché in Liguria non c’è una legge regionale che regolamenti le attività delle case maternità, un vuoto normativo che in altre regioni invece non è presente.
I carabinieri dei Nas nel loro sopralluogo hanno però riscontrato anche alcune carenze igienico sanitarie e la presenza di farmaci a uso esclusivo ospedaliero, su cui vogliono fare chiarezza e soprattutto stanno approfondendo i casi di nove bambini che hanno riportato complicanze post parto rendendo necessario l’intervento del 118 e in alcuni casi il ricovero al Gaslini: va chiarito, per la procura, se queste lesioni abbiano o meno a che fare con la permanenza nella casa maternità.
Le quattro ostetriche sono ufficialmente indagate per lesioni colpose, ricettazione (in relazione ai farmaci) e violazioni del testo unico sulle leggi sanitarie. Nei giorni scorsi le donne e le famiglie che frequentano e hanno frequentato la casa maternità si erano mobilitate per manifestare solidarietà e vicinanza e chiedere che la struttura, considerata un punto di riferimento, riaprisse.
“Il loro supporto alle famiglie e a chi decide di fare questo percorso è molto importante, ed è un’alternativa molto al percorso ospedaliero – aveva spiegato Luana Ciambellini, una delle organizzatrici del presidio andato in scena lunedì mattina – Certamente non è adatta a tutti, ma chi desidera partorire in questo modo deve avere questa possibilità. È giusto che le famiglie abbiano sia supporto ospedaliero, ma se la chiusura delle Maree comporta che non vi sia nessuno che garantisce l’alternativa. Le ostetriche seguono molto da vicino donne e famiglie, è un’esperienza molto personalizzata che molte donne preferiscono avere per il parto. Avere una persona di riferimento che si conosce da nove mesi fa la differenza”.