Se il VAR ha richiamato Rocchi, significa che le immagini facevano vedere il tocco di Frendrup sul pallone. Difficile spiegare in altro modo la chiamata. Mentre continua ad apparire un mistero la scelta del direttore di gara. Un errore clamoroso che dovrebbe spingere il designatore Rocchi a mettere in panchina per qualche tempo l’arbitro. L’episodio ha fatto molto parlare ma anche fatto passare un po’ in secondo piano il tema principale, ovvero la prestazione del Genoa.
Nella squadra titolare scesa in campo a San Siro contro i futuri campioni d’Italia nonché vicecampioni d’Europa erano 6 i giocatori provenienti dalla Serie B. L’aver sfiorato il pareggio e, soprattutto, giocato un secondo tempo di grande personalità testimoniano il grande lavoro fatto da mister Gilardino. La rosa dello scorso anno era di certo tra le più attrezzate della serie cadetta, ma nessuno parlava di squadra “pronta per la Serie A così com’è”.
Tra l’altro, l’allenatore è stato bravo ad amalgamare la base della scorsa stagione con nuovi acquisti che per il nostro campionato erano per motivi diversi punti interrogativi. Partendo dai vecchi, basta vedere il livello raggiunto da Bani e da Badelj, non di certo due ragazzini. Il capitano a un certo punto ha iniziato a giocare di tacco al centro del campo. Sui nuovi, De Winter e Vasquez non provenivano da esperienze scintillanti. Il primo con 14 presenze dell’Empoli e il secondo retrocesso con la Cremonese. Eppure, insieme a Bani stanno formando una cerniera che non ha subito il contraccolpo della partenza di Dragusin.
Su Martin e Retegui c’erano maggiori garanzie. Anche se il centravanti italo-argentino non aveva mai giocato in Europa. Per Messias, invece, le incognite erano dal punto di vista fisico. Infatti ha avuto problemi ma quello visto in campo lunedì sera promette bene.
Si diceva del “cambio di dimensione” che ha portato la partita contro l’Inter nonostante la sconfitta per 2 a 1. Non è una novità che il Genoa abbia fatto punti contro una grande. Tuttavia, le vittorie contro Roma e Lazio sono avvenute contro squadre in difficoltà. Mentre i pareggi con Juventus e Inter erano stati ottenuti con partite giocate “sull’avversario”. Lunedì non soltanto si affrontava una delle squadre più in forma d’Europa, ma il Genoa ha anche fatto la partita mettendo per buoni tratti di gara l’avversario all’angolo.
Un segno di crescita importante, che attira ancora di più le luci sul lavoro fatto da Alberto Gilardino, in scadenza nel 2025. L’incontro per prolungare il contratto non c’è ancora stato. Convincerlo a restare sarebbe la garanzia di quel progetto “Genoa in Europa” lanciato al momento dell’insediamento di 777 Partners e ribadito recentemente da Blasquez.