Genova. La stangata era già stata certificata da Altroconsumo a febbraio: Genova è la città in cui le rette degli asili nido sono aumentate di più in Italia, oltre l’11% rispetto al 2022. E l’aumento sembra destinato a crescere, con seria preoccupazione da parte dei genitori che, non riuscendo a trovare posto in quelli pubblici, si rivolgono ai privati, dove il costo medio mensile per 9 ore di frequentazione giornaliere si attesta intorno ai 500 euro, ma dove le tariffe possono superare i 600 euro.
“Il mio caso è emblematico, perché accomuna molte altre famiglie – spiega Camilla, mamma di due bambine, di cui una iscritta a un nido privato – Mia figlia lo scorso anno era iscritta a un nido in convenzione e ricevevo il bonus Inps. Il nido ha chiuso all’improvviso il 28 giugno, e noi, come altre famiglie, non abbiamo potuto fare richiesta per i nidi comunali, in cui comunque i posto sono pochissimi. Ho quindi dovuto trovarmi un altro nido in fretta e furia, ovviamente privato, che funziona benissimo dal punto di vista educativo ma comporta una spesa mensile di 640 euro. Adesso hanno ridiscusso le tariffe e previsto nuovi aumenti”.
Per l’anno 2024-2025, nello specifico, la tariffa mensile del nido cui è iscritta la figlia di Camilla salirà da 640 euro a oltre 700. Questo perché, anche a fronte del nuovo aumento salariale legato all’adeguamento dei contratti collettivi nazionali per educatori, i pasti sono esclusi: “La retta quest’anno per full time 8-16.30 è di 640 euro pasti compresi, dal prossimo bisognerà aggiungere 6,50 euro per ogni pasto. Basta moltiplicare per 20, ogni famiglia spenderà 130 euro in più ogni mese, cifre che non vengono coperte né dal bonus Inps né da Filse, anche perché il bonus regionale viene calibrato sulla base del bonus Inps. In più il Filse, per quanto siano soldi che arrivano, viene erogato a luglio, il che significa a che da settembre a luglio i soldi vanno anticipati”.
Il problema è noto: la scarsità di posti nei nidi pubblici costringe moltissime famiglie a rivolgersi ai privati, che applicano ovviamente le loro tariffe. Nella situazione di Camilla ci sono altre mamme: in un nido di Castelletto la retta aumenta di 100 euro per un bambino iscritto part-time, in un altro di Sampierdarena di 70 (per iscrizione full time), un altro ancora, in Albaro, per evitare l’incremento della tariffa ha disposto al riduzione dell’orario di mezz’ora.
“Nei nidi pubblici i posti ci sono ma sono pochissimi, non si riesce a rientrare in graduatoria, ci sono tanti nidi che hanno pochi posti o sono in ristrutturazione – continua Camilla – I nidi privati sono tanti, ma la maggior parte non è convenzionata con il Comune. Quelli che lo sono riservano ben pochi posti alle convenzioni, in quello cui era iscritta in precedenza mia figlia i posti erano 18, di cui 6 convenzionati. Tanti nidi hanno applicato questo sistema di aumento delle tariffe. Non si tratta ovviamente di una crociata contro strutture che funzionano molto bene, ma di costi che stanno diventando insostenibili: se uno ha uno stipendio di 1.000 euro come fa a spendere 700 per il nido? Le tariffe stanno diventando impraticabili”.
Per far fronte alle tante richieste di supporto da parte dei genitori, a inizio 2024 la Regione Liguria aveva stanziato oltre 8 milioni di euro per due anni per garantire la gratuità degli asili nido, un contributo riconosciuto alle famiglie per un massimo di undici mensilità fino a 500 euro mensili (in relazione alle spese di frequenza sostenute) in caso di Isee fino a 30mila euro e fino a 300 euro mensili in caso di Isee maggiore di 30mila euro e non superiore a 35mila euro. Il problema, però, resta la mancanza di posti: moltissime famiglie, pur ricevendo il voucher, non potrebbero utilizzarlo. A dicembre la consigliera comunale di Azione, Cristina Lodi, aveva reso noto che a Genova erano oltre 1.700 le richieste per i nidi in graduatoria ancora in attesa, in cui ricadono però anche quelle doppie. E infatti l’assessora comunale Marta Brusoni aveva chiarito che le domande inevase erano in realtà un terzo rispetto a quelle dichiarate da Lodi, visto che ogni genitore può esprimere per lo stesso bambino fino a un massimo di cinque scelte.