Genova. Partirà tra marzo e aprile, con l’invio delle prime lettere a circa 400 assegnatari di alloggi pubblici, il piano di vendita di Arte Genova, una manovra con cui l’azienda per l’edilizia punta a recuperare un tesoretto da 12,5 milioni da reinvestire in manutenzioni, costruzioni e nuovi acquisti. Sono quasi 600 gli immobili interessati dall’operazione, un terzo dei quali attualmente sfitti, da piazzare sul mercato con criteri studiati per prevenire fenomeni speculativi.
Dunque non si tratta di case che potrà aggiudicarsi chiunque sia a caccia di un affare. Le proposte di acquisto verranno formulate anzitutto agli inquilini di alcuni alloggi di proprietà di Arte regolarmente in locazione da almeno cinque anni (si possono cumulare con periodi trascorsi in altri alloggi di edilizia residenziale pubblica). A comprare potranno essere anche familiari conviventi con l’assegnatario, che mantiene il diritto di abitazione. Requisito fondamentale: non essere in mora col pagamento dei canoni e degli oneri accessori. “Prima si manda l’accettazione, prima si firma il contratto – spiega Paolo Gallo, amministratore unico di Arte Genova -. Contiamo di firmare i primi atti entro l’estate. Chi non vuole comprare non è assolutamente obbligato e può restare tranquillamente a casa sua, non ci sarà alcuna azione traumatica”.
Il prezzo di vendita, che verrà comunicato con la proposta di acquisto, è calcolato sul valore catastale con uno sconto in base agli anni di assegnazione (un punto percentuale per ogni anno, fino a un massimo del 15%), più le spese di manutenzione straordinaria. Il pagamento potrà essere effettuato in un’unica soluzione (con una riduzione del 5%) oppure a rate con anticipo non inferiore al 30% e dilazione fino a otto anni, con un tasso di interesse pari al tasso legale, previa iscrizione ipotecaria.
Ci sono altre limitazioni. Gli appartamenti acquistati non potranno essere rivenduti nemmeno parzialmente, né potrà essere modificata la destinazione d’uso, per cinque anni dalla registrazione del contratto di acquisto (e comunque finché non si completa il pagamento), dopodiché Arte avrà comunque il diritto di prelazione sul riacquisto (salvo versamento del 20% del valore catastale, che diventa 10% dopo 15 anni dalla vendita). Potrà essere autorizzata la cessione per “sopravvenuti gravi motivi“, ma solo a enti pubblici o soggetti in possesso dei requisiti per l’accesso all’edilizia agevolata.
La seconda parte riguarda un pacchetto di alloggi sfitti: “Saranno circa 120, almeno in una prima fase – prosegue Gallo -. Ad oggi stiamo facendo i sopralluoghi per verificare lo stato manutentivo di questi appartamenti e accertare eventuali modifiche catastali od occupazioni abusive. Non intendiamo fare un’unica asta, ma diverse aste da 15-20 unità ciascuna: la prima partirà nel mese di aprile. Anche in questo caso la ratio è evitare che un soggetto possa fare incetta all’asta e magari realizzare operazioni di investimento”.
Infatti potranno acquistare questi immobili solo i nuclei familiari non proprietari di altri alloggi e in possesso dei requisiti previsti per l’accesso ai contributi dell’edilizia agevolata (che variano in base all’Isee e al nucleo familiare). La base d’asta sarà il prezzo calcolato secondo le modalità usate per gli alloggi assegnati, esclusi gli sconti.
“Gli alloggi che rimarranno invenduti – chiarisce Gallo – non saranno depennati, ma verranno messi in vendita con una procedura di evidenza pubblica“. I destinatari saranno anzitutto tutti gli assegnatari di alloggi di proprietà di Arte Genova “per venire incontro, ad esempio, a chi volesse avvicinarsi a familiari, posto di lavoro o servizi essenziali”. Queste persone avranno un diritto di opzione in esclusiva per un periodo predeterminato di uno o due mesi, ancora da valutare. “La condizione è che ci lascino l’alloggio in condizioni tali da renderlo immediatamente assegnabile“, puntualizza Gallo. Terminato il periodo di prelazione, gli immobili rimarranno acquistabili tramite trattativa diretta, fatti salvi i requisiti validi per l’asta pubblica.
Il piano di vendita coinvolge esattamente 597 alloggi abitati o sfitti, in gran parte situati a Genova (493), ma anche in riviera (38 a Chiavari, 45 a Recco, 6 a Cogoleto, uno a Sestri Levante e Moneglia) e in entroterra (5 a Moconesi, 8 a Serra Riccò). Analizzando il capoluogo, 241 alloggi si trovano nel Ponente 239 in centro, solo 13 nel Levante.
“In tutto prevediamo di venderne circa 200, se saranno di più tanto meglio”, sottolinea l’amministratore unico di Arte Genova. Dell’incasso stimato, 10 milioni di euro (80%) verranno investiti per interventi di manutenzione e costruzione previsti nel triennio 2024/2026 e 1 milione e 875mila euro (15%) saranno finalizzati a nuovi acquisti immobiliari.