Connessioni

Pronti 2,7 milioni per la pista ciclabile al Waterfront, idea Sopraelevata per arrivare al porto antico

Coi fondi europei si arriverà a Batteria Stella, Piciocchi: "Passo avanti notevolissimo". Allo studio l'ipotesi di riconvertire un tratto della Aldo Moro per il transito di biciclette e pedoni

Generico marzo 2024

Genova. Arriveranno dal piano nazionale Metro Plus 2021-2027, finanziato con fondi europei e nazionali, i soldi per realizzare la pista ciclopedonale che connetterà corso Italia al nuovo Waterfront di Levante fino all’altezza della Batteria Stella, ai piedi della circonvallazione a mare. Il Comune di Genova ha dato il via libera all’operazione, già inserita nel piano triennale delle opere pubbliche, che vale circa 2,7 milioni di euro. Resta però da sciogliere il nodo del collegamento tra il nuovo quartiere il porto antico, obiettivo che si scontra con le necessità operative delle riparazioni navali che non hanno alcuna intenzione di spostarsi.

“Non si aggiunge nulla rispetto a quanto era già programmato. Diciamo che è un passo avanti notevolissimo sul piano delle riconnessioni ciclo pedonali della città”, commenta il vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici Pietro Piciocchi. Tursi non aggiungerà altre risorse.

Il nuovo percorso si svilupperà per circa 1,5 chilometri: dal termine della pista strutturata di corso Italia, costeggerà il parco che sorgerà al posto di piazzale Kennedy lungo l’attuale corso Marconi, quindi entrerà in area Waterfront dove “consentirà di raggiungere ognuna della polarità all’interno del quartiere e sarà diviso in due sezioni, per una larghezza complessiva mai inferiore ai 4 metri, una destinata a una percorribilità più lenta ed una destinata a una mobilità più veloce“, si legge nella scheda di progetto.

La pista all’interno del Waterfront sarà pavimentata in pietra naturale in coerenza con gli altri spazi pubblici. Sono previsti cordoli in metallo e un sistema di drenaggio con canalette laterali. Lungo l’itinerario ciclabile saranno realizzate aree di sosta chiamate green rooms, postazioni per il bike sharing e per la ricarica di bici e monopattini elettrici, aree relax dotate di tecnologie smart. Il sedime della pista sarà sfruttato per la messa in opera di vasche di immagazzinamento e rilascio controllato delle acque meteoriche, opportunamente filtrate, che saranno utilizzate sia per l’irrigazione che per la manutenzione e la pulizia della pista stessa e delle aree limitrofe.

Tuttavia l’obiettivo dell’amministrazione – come ricordano anche i documenti appena approvati – non è fermarsi al Waterfront ma realizzare un percorso ciclopedonale continuo tra Boccadasse e il porto antico, e da lì fino alla Lanterna, una linea verde sul mare che avrebbe indiscutibili potenzialità turistiche. “Lo abbiamo sempre detto, ma questo non vuol dire che si passerà in area portuale, tant’è che non c’è nessun progetto di ciclabile per l’area portuale – sottolinea Piciocchi -. Il percorso finanziato dal piano Metro Plus è una parte del collegamento complessivo. Lo studio di Renzo Piano ci sta lavorando“.

Allo studio c’è un’ipotesi particolarmente suggestiva: riutilizzare un breve tratto di Sopraelevata, quello che scorre parallelo a corso Quadrio, per poi entrare al porto antico dalle mura di Malapaga. In questo modo si eliminerebbe ogni interferenza con la viabilità portuale che Bucci aveva aperto proprio un anno fa con la Passeggiata di primavera che aveva fatto arrabbiare i sindacati delle riparazioni navali.

A dire il vero se ne parla da tempo: il sindaco aveva accennato a quest’idea già nel 2021, quando la pista ciclabile di corso Italia non esisteva ancora. Ed era una soluzione presente anche nel progetto della Super 11, realizzato dagli architetti Silvia Rizzo e Luca Dolmetta e donato al Comune nel 2017 da Confprofessioni. Secondo le stime di quello studio, lo spezzone Porto Antico-Fiera avrebbe richiesto più di 4 milioni di euro, ma la cifra potrebbe essere molto più contenuta in caso di refitting della sopraelevata esistente, che dovrebbe essere mantenuta per un tratto di circa 750 metri.

Ovviamente il presupposto è che la strada Aldo Moro, una volta completato il tunnel subportuale (nel 2029, secondo le previsioni) venga dismessa e almeno in parte demolita, come del resto risulta dal plastico che il Comune ha portato al Mipim di Cannes e come suggerisce il progetto di Autostrade nelle valutazioni costi-benefici. Il sindaco per ora ha sospeso il giudizio, dicendo che “deciderà la città” solo quando la strada sottomarina sarà percorribile.

Una possibile alternativa è il restyling di corso Aurelio Saffi per ricavare anche una pista ciclabile sul lato mare, da collegare al Waterfront con una rampa adiacente al muraglione, anche se rimarrebbero criticità nella zona di piazza Cavour. Negli ultimi tempi si è parlato di navette elettriche per collegare le due aree, ma anche quest’ipotesi non piace a chi lavora in porto (la strada interna è percorsa da mezzi speciali e il transito dei bus carichi di passeggeri potrebbe implicare problemi di sicurezza) e soprattutto non sarebbe praticabile da ciclisti e affini. “Una soluzione si troverà”, asseriva due giorni fa il presidente del Porto Antico Mauro Ferrando. Per ora il rebus è tutt’altro che risolto.

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