Genova. Comincerà il 23 maggio davanti alla Corte d’assise di Genova il processo a Faysal Rahman, l’operaio 22enne originario del Bangladesh, arrestato dalla Digos a novembre per terrorismo. Il giovane, residente a Sestri ponente dove vive con la famiglia, lavorava in una ditta di subappalto dei cantieri navali . Secondo gli investigatori si sarebbe radicalizzato a partire dal 2021 in particolare attraverso social e chat legate allo jihadismo di “Al Qaeda”.
Il sostituto procuratore della Dda Federico Manotti ha chiesto il giudizio immediato. Faysal Rahman, 22 anni per gli investigatori aveva aderito al gruppo terrorista pachistano Tehrik-e Taliban Pakistan (TTP), vicino ad Al-Qaeda, il cui obiettivo dichiarato è il rovesciamento del governo eletto del Pakistan per fondare un emirato basato sulla sua interpretazione della legge islamica, attaccando direttamente l’esercito pakistano e assassinando esponenti politici.
Rahman si definiva sui social Soldato di Dio, diffondeva video di attentati e azioni violente. Aveva aderito al cosiddetto Gruppo dei 20, inizialmente creato per “fare Jihad contro gli Indu”. Si era anche auto addestrato, con la ginnastica ma anche acquistando le istruzioni per l’utilizzo di armi da fuoco in particolare del fucile mitragliatore “AK – 47”). Le indagini della Digos sono durate circa due anni da quando grazie a una fonte confidenziale qualcuno aveva notato il processo di radicalizzazione del giovane che era dimagrito, si era fatto crescere la barba, aveva cominciato a indossare abiti tradizionali e a pregare.
Secondo la gip Elisa Campagna, che a novembre aveva firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, Rahaman, che ha apertamente condiviso la base ideologica e gli scopi di Al Quaeda, “oltre a svolgere un’azione già utile e strumentale al buon funzionamento dell’associazione terroristica di cui si discute attraverso le propaganda on line, si sta preparando per prendere parte attivamente al conflitto violento. Egli, pertanto, non si è limitato ad aderire al programma criminale, ma si è messo a disposizione dell’associazione, svolgendo attività preparatorie per l’esecuzione del programma stesso ossia quello del jihad (in primis attraverso l’auto – addestramento mediante preparazione sia fisica che sull’utilizzo di armi e, in secondo luogo, promuovendo la propria effettiva disponibilità al martirio)”.