Genova. “Siamo stanchi di vedere arrivare dall’alto progetti ad altissimo impatto sulla vita dei cittadini ma mai discussi con la cittadinanza, il Comune di Genova ha completamente abdicato al proprio ruolo di mediatore e per questo siamo pronti nuovamente a portare in piazza i diritti dei genovesi”. Con queste parole Filippo Bruzzone, lista RossoVerde, torna a suonare il corno di guerra in risposta alle notizie che in queste ore stanno animando le cronache cittadine sul tema dello sviluppo portuale dei prossimi anni.
Sì perché se tre indizi fanno una prova, in questi giorni i segni di una prossima stagione di “cemento e cantieri” sono diventati inequivocabili per il Ponente genovese. Dopo la “presentazione privata” delle proposte di allargamento del bacino portuale di Pra’ presentate dal sindaco-commisario Marco Bucci ad Aponte, dopo l’annuncio di un “misterioso plastico” da presentare alla Fiera al Mipim di Cannes (e che sarà illustrato domani a Palazzo Tursi), in queste ore è arrivata la risposta alle spiegazioni chieste per quanto riguarda il progetto di nuovi riempimenti al sesto modulo in testa alla banchina di Pra’, praticamente di fronte al lido di Pegli. “Nei fatti però è una non-risposta – osserva Bruzzone – visto che in due righe la questione viene rimandata con la formula delle ‘opportune valutazioni in merito ai pareri che dovrà dare relativamente al Piano Regolatore Portuale ai sensi della normativa vigente‘ come recita la risposta arrivata dopo dieci giorni dall’assessore Maresca, con la totale mancanza di una indicazione delle intenzioni da parte dell’amministrazione civica”.
E poi le voci – che sono più che semplici voci – di un futuro del primo cittadino di Genova come presidente dell’Autorità di Sistema Portuale: “Del suo futuro potrà fare quello che vuole, ma oggi Bucci è il sindaco di Genova e dovrebbe rappresentare i cittadini, e non esclusivamente gli interessi economici delle grandi aziende che bussano alla porta. La realtà è questa – aggiunge – oggi qualsiasi operatore economico che abbia degli interessi, presenta il proprio progetto che viene accolto dalla pubblica amministrazione, saltando completamente il dialogo con la città. Il porto di Genova e quello di Pra’ stanno dentro la città, non bisogna dimenticarsi di questa cosa. E’ terminata l’epoca del “si può fare tutto”, oggi abbiamo dei territori davvero in sofferenza che vedono arrivare ancora nuovi progetti di sviluppo infrastrutturale con pesantissimi impatti sui quartieri e pochissime ricadute positive“.

Il consigliere comunale della lista RossoVerde, espressione comunale di Linea Condivisa, è un fiume in piena: “L’ente pubblico ha un ruolo complicato, vale a dire quello di fare programmazione mediando tutti gli interessi, da quelli economici e quelli legati alle necessità e ai diritti alla salute della popolazione. Il fatto che Bucci, che non si capisce mai quando fa il sindaco e quando fa il commissario, abbia presentato una bozza così importante nelle segrete stanze di Palazzo San Giorgio è un fatto grave e mai visto, con i cittadini tenuti all’oscuro di tutto”.
Ma oggi è possibile trovare un equilibrio tra sviluppo e città? “Bisogna guardare alla realtà. Oggi i numeri ci dicono che la piattaforma di Pra’ è sotto sfruttata, non è satura, e quindi non esiste la necessità di nuovi allargamenti portuali, anche a sud. Quindi prima sfruttiamo al massimo quello che abbiamo e che i cittadini hanno già pagato salato con pochissimi ritorni”. E nell’immediato, secondo il consigliere, interventi da fare ce ne sarebbero diversi. “Per esempio, l’elettrificazione delle banchine è stata fatta, ma al momento non è conveniente per le navi che quindi la sfruttano in minima parte, come tutti i residenti del ponente possono vedere dalle proprie finestre di casa. Una buona amministrazione farebbe pressioni vere per arrivare ad un nuovo punto di equilibrio, magari trovando accordi e politiche comuni con le altre grandi città marittime dell’area nord mediterranea per arrivare ad un risultato utile per i cittadini e competitivo per la realtà economica cittadina”.
Però così non si rischia di depotenziare il porto, che comunque rimane il motore economico della città? “Non si tratta di dire no al lavoro portuale, ma semplicemente di non far ricadere sui cittadini solo le servitù. Per questo ci vorrebbe – ed è questa una delle nostre proposte – un fondo in cui gli operatori economici tutti gli anni versano delle quote percentuali sulla ricchezza prodotta su Genova, soldi veri e non compensazioni tipo aiuole e alberelli, a disposizione della comunità genovese”.

Una proposta che è affiancata da un’altra idea che Filippo Bruzzone e Francesca Ghio chiedono da tempo: “Serve con urgenza uno studio epidemiologico per Genova. Lo abbiamo chiesto anni fa con una mozione che non è mai stati messa nel calendario del Consiglio comunale – sottolinea Bruzzone – Dobbiamo capire qual è lo stato di salute dei cittadini e come sono distribuite le incidente delle malattie nei vari quartieri. E’ uno strumento fondamentale per progettare la città del futuro e non deve più essere rimandato”.
Insomma, viste le premesse i prossimi mesi potrebbero essere molto caldi dal punto di vista politico: “E’ evidente che ai cittadini genovesi non viene mostrato quello che gli aspetta ma sono pronti a mobilitarsi per i propri diritti e il proprio futuro. Lo hanno già fatto, riempiendo in migliaia le strade del Ponente contro la fabbrica dei cassoni. Queste forze oggi sono sempre pronte a scendere in piazza, e noi saremo con loro”. E mentre i quartieri ribollono, domani a Tursi il sindaco Bucci svelerà la sua “visione”: “Noi non ci saremo – spiega Bruzzone – non ci presteremo a questo teatrino ridicolo che non fa altro che umiliare i cittadini e la democrazia. Ancora una volta”.