Genova. L’Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf) ha ospitato a Bruxelles un seminario sul contrasto del traffico transfrontaliero di rifiuti. L’evento, sotto l’egida dell’ufficio delle Nazione Unite per la prevenzione del crimine (Unodc) si è focalizzato sul ruolo delle attività di controllo doganale delle esportazioni di rifiuti dall’Europa verso i Paesi del sud est asiatico.
L’Agenzia delle dogane e dei monopoli, rappresentata dall’ufficio di Genova 2, ha illustrato l’esperienza di indagine acquisita nei terminal portuali genovesi negli ultimi anni per il contrasto del fenomeno delle esportazioni illegali di rifiuti, con ben 413 notizie di reato comunicate all’Autorità giudiziaria tra il 2017 e il 2021.
Sono due i filoni principali d’indagine portati avanti dai funzionari delle dogane genovesi in questi anni: l’esportazione non autorizzata di materiale plastico di scarto, rottami metallici e rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche verso paesi del medio e dell’estremo oriente e l’esportazione di cospicui carichi di batterie usate al piombo e parti auto (anche oggetto di furto) contaminate da oli minerali, indirizzate verso paesi dell’Africa sub-sahariana come Senegal, Ghana e Burkina Faso.
Il meeting del cosiddetto progetto Unwaste ha visto coinvolti rappresentanti di dogane, agenzie ambientali, ministeri e magistrature di Indonesia, Malesia, Vietnam e Thailandia, con visite di studio, relazioni tecniche e scambi di informazioni sulle rispettive legislazioni in materia di import-export internazionale di rifiuti speciali.
A livello internazionale la materia è disciplinata dalla “Convenzione di Basilea sul controllo dei movimenti transfrontalieri di rifiuti pericolosi e del loro smaltimento”.