Genova. Paura, vergogna, poi il tentativo vano di provare a dimenticare quel terribile episodio. Alla fine il coraggio di chiedere aiuto. E nata così, due anni dopo i fatti, l’indagine che vede due giovani sudamericani accusati di violenza sessuale di gruppo. La vicenda è stata anticipata questa mattina dall’edizione genovese del quotidiano Repubblica.
I presunti aggressori hanno 23 e 27 anni mentre la loro vittima è una ragazza che all’epoca di anni ne aveva 20. Quella sera – siamo alla fine di aprile del 2021 – la ventenne si trovava in una casa nel quartiere di Sampierdarena per trascorrere una serata insieme ad alcune amiche e amici. Ad un certo punto, aveva deciso di appartarsi in bagno con un ragazzo: un rapporto consensuale, insomma, fino a che in quel bagno non è arrivato un altro giovane. Lì è cominciato l’incubo perché con la porta chiusa a chiave i due, dopo il rifiuto della ragazza alla proposta di un rapporto sessuale a tre, ne hanno abusato ripetutamente.
Poi terminata la violenza i due si sono rivestiti e hanno proseguito la serata come se nulla fosse. La giovane, sotto choc, ha chiesto alle amiche di andare via ma non ha voluto raccontare nemmeno a loro quello che era successo.
Ci ha messo tempo a trovare il coraggio di chiedere aiuto rivolgendosi al centro antiviolenza Mascherona dove ha trovato il supporto di una psicologa. Da lì sono scattate le indagini della squadra mobile, coordinate dal pm Luca Scorza Azzarà. Gli investigatori hanno scoperto che il più giovane, un mese dopo quell’episodio, avrebbe commesso un’altra violenza sessuale, chiudendo a chiave in bagno una minorenne per violentarla.
Le due vittime, assistite dalle avvocate Nadia Calafato del Centro Antiviolenza Mascherona ed Elena Gaibisso, erano state sentite in incidente probatorio (nel caso di vittime di violenza sessuale di gruppo o di violenza su minori la procedibilità è d’ufficio, negli altri casi il codice rosso prevede un anno di tempo per fare querela) e i due giovani – difesi dagli avvocati Cristiano Mancuso Audifredi e Marco De Benedictis – sono stati sottoposti rispettivamente all’obbligo di firma e all’obbligo di dimoare. Il pm Scorza Azzarà adesso ha chiuso le indagini e a giorni dovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio