Genova. “Fermare il progetto”. Torna a chiederlo in queste ore il comitato Opposizione Skymetro – Valbisagno Sostenibile dopo la pioggia di osservazioni e pareri arrivati dagli organi tecnici chiamati a valutare l’impatto ambientale dell’opera. E dopo che ieri, durante una commissione consiliare a Palazzo Tursi, l’assessore Matteo Campora ha annunciato l’ennesima modifica al vaglio degli esperti per risolvere una delle criticità dell’opera, la svolta del tracciato da Brignole alla sponda destra del Bisagno. La scorsa settimana sono scaduti i termini della fase pubblica della Via regionale e oggi l’assessore regionale Giacomo Giampedrone ha escluso la possibilità di una proroga nonostante le richieste giunte da Pd e Azione.
“Da un anno e mezzo chiediamo, sul progetto Skymetro, informazione, coinvolgimento, dialogo, partecipazione. Quello che è mancato e che abbiamo promosso – spiega il comitato in una nota -. In queste settimane, si è sviluppato un grande dibattito sull’opera, frutto anche delle stroncature ricevute da Consiglio superiore dei lavori pubblici, uffici della Regione, Soprintenenza, che hanno confermato i timori che esprimevamo e per i quali l’amministrazione ci ha sempre indicato come disinformati. Un’opera del genere non può nascere nel modo in cui il Comune ha provato a farla nascere: calata dall’alto, senza discussioni, senza una valutazione ampia e partecipata dei pro e dei contro”.
“È incredibile – continuano – che ancora qualcuno possa credere che lo Skymetro toglierà il traffico dalla Val Bisagno, che alcuni miopi commercianti (che vivono magari sul commercio di prossimità) possano pensare che lo Skymetro contribuisca ad aumentare il loro giro di affari, o che per alcuni la sicurezza idraulica della città passi in secondo piano rispetto all’esigenza di pochissimi di risparmiare una manciata di minuti di viaggio. È vergognoso che si possa mostrare un simile disprezzo per una parte della cittadinanza che loro stessi rappresentano, un simile disprezzo per le regole del vivere civile e per le stesse norme che pongono vincoli ai quali, evidentemente, loro ritengono di non doversi assoggettare. Come si può continuare a deridere chi da mesi denuncia l’impatto ambientale, sociale e paesaggistico di una struttura abnorme, possente, invasiva e completamente fuori contesto? Come si può ignorare che tante delle nostre critiche hanno trovato un riscontro preciso nei rilievi giunti da quasi tutti gli enti che si sono espressi negli ambiti della Conferenza dei servizi e della valutazione di impatto ambientale?”.
Poi gli oppositori rilanciano con la loro controproposta: “I finanziamenti ministeriali sono tranquillamente spendibili anche per altre opere di trasporto pubblico di massa, e che non è vero che se non si fa lo Skymetro saranno perduti. Nel 2011 un percorso partecipato serio, condotto dall’Università di Genova e che aveva coinvolto una moltiudine di cittadini, associazioni e categorie, era giunto alla definizione del miglior mezzo di trasporto per la vallata, che era risultato il tram. Il tram è la soluzione ottimale per contesti come il nostro, anzi è proprio la soluzione migliore per una realtà come quella genovese. In Val Bisagno ci sono gli spazi per una tranvia, che non inciderebbe eccessivamente sui posteggi e che potrebbe correre in molti punti abbastanza lontano dal fiume per non avere nemmeno bisogno della deroga pro-Skymetro che Toti ha benevolmente provato a concedere”.
“Noi chiediamo che il termine per presentare osservazioni da parte dei cittadini, scaduto il 9 febbraio, possa essere prorogato in attesa che il progetto venga definito – spiega il consigliere Pippo Rossetti (Azione) -. Ogni settimana assistiamo ad un dibattito, anche surreale visto che si sono spesi 14 milioni solo per fare il progetto, in cui il tragitto continua a mutare, così come le distanze delle case e i tempi di percorrenza. Se si aggiungono le osservazioni degli uffici della Regione, è serio consentire a chi vuole presentare osservazioni di farlo una volta deciso il progetto e non su un’ipotesi come quella che è stata presentata. Capisco che per il Comune di Genova il parere dei cittadini non è importante, quasi un disturbo, però si rischiano ricorsi al Tar e perdite di tempo. In tempi non sospetti abbiamo sempre sostenuto che i migliori amici del no sono quelli che fanno pasticci e rendono tutto molto poco chiaro”.
Ma Giampedrone ha replicato: “Il prolungamento eventuale dei tempi non corrisponde alle norme e le norme si rispettano. State chiedendo una cosa che non può accadere. La normativa comunitaria, nazionale e regionale in materia di Via non prevede alcuna proroga della fase pubblica. Le ipotesi formulate negli articoli di stampa non hanno nulla a che vedere con le procedure, se li confondiamo facciamo un errore madornale”.
D’altro canto le due soluzioni alternative allo studio per evitare il ponte obliquo a Sant’Agata (inversione di marcia a Martinez o rottura di carico a Brignole) difficilmente potranno essere proposte come integrazioni al progetto. Presentandole come varianti, dovrà aprirsi necessariamente una nuova procedura di Via e con essa i termini per presentare osservazioni e pareri. La decisione spetterà comunque alla commissione tecnica della Regione.
Intanto oggi in Consiglio comunale Cristina Lodi (Azione) presenta una sospensiva per fermare la delibera, passata ieri in commissione, per l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio sulle aree che saranno occupate dallo Skymetro e dalle opere connesse. Il valore degli indennizzi ammonta a oltre 2,8 milioni di euro. “Manca ad oggi il parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici e la Conferenza dei servizi e la valutazione di impatto ambientale sono ancora in corso – osserva Lodi -. In seduta di commissione consiliare si è evidenziata la mancanza di urgenza della pratica e quindi non è giustificabile la modalità di convocazione d’urgenza della commissione stessa da venerdì a lunedì”. La consigliera ricorda “i rilievi formulati” dagli organi tecnici che “esprimono criticità sul progetto e necessità di ulteriori valutazioni e correttivi” ed esprimono “l’incertezza relativa alla effettiva possibilità di realizzare lo Skymetro stesso”.