Genova. È destinato a cambiare ancora il progetto dello Skymetro. Ad annunciarlo è stato l’assessore Matteo Campora nel corso dell’infuocata commissione consiliare per il via libera agli espropri necessari per l’opera: “Vogliamo ridefinire il tratto prospiciente Brignole. Anche su quello riusciremo a trovare una soluzione che possa superare la presenza del ponte sul Bisagno. È una questione di cautela”.
Si tratta della famigerata “svolta” da Brignole alla sponda destra del Bisagno, uno dei punti più critici dell’intero progetto. Attualmente gli elaborati sottoposti alla valutazione d’impatto ambientale in Regione prevedono una “tripla curva” intermezzata da un ponte obliquo sul torrente lungo quasi 100 metri e appoggiato a due spalle, la più alta di circa 9 metri sul lato di via Canevari. Il tracciato, studiato per non interferire con l’alveo e al tempo stesso preservare gli alberi di corso Galilei e corso Galliera, è già stato modificato per non avvicinarsi troppo alle case storiche di Borgo Incrociati. Ma, a parte il forte impatto visivo e il passaggio dell’impalcato a pochi metri dalle finestre di una scuola, il Consiglio superiore dei lavori pubblici ha già espresso dubbi sul pericolo idraulico della struttura proprio sopra il livello di piena del Bisagno. Inoltre questo tratto dovrebbe essere percorso dai treni a velocità molto bassa per ragioni di sicurezza e per non usurare troppo i binari, visto che i raggi di curvatura sarebbero eccezionalmente stretti.
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“I progettisti erano assolutamente certi della bontà dell’opera, ma stiamo cercando le soluzioni migliori possibili – ha detto Campora -. Su questo punto abbiamo in corso alcuni approfondimenti, così come stiamo accogliendo tutta una serie di osservazioni che hanno la finalità di fare in modo che ci siano meno interferenze possibili da punto di vista idraulico. La priorità per noi è fare l’opera, ma vogliamo farla in sicurezza”.
Così negli ultimi giorni si è riaffacciata un’ipotesi che era già nel cassetto qualche tempo fa: realizzare un tronchino d’inversione nei pressi della futura stazione Martinez in modo che i convogli provenienti da Brignole possano scendere su via Canevari arrivando da levante anziché da ponente, con una curva più “morbida” e molto meno invasiva. Questa soluzione, però, farebbe lievitare i tempi di percorrenza, anche perché le procedure per cambiare la direzione di marcia dei treni, effettuate normalmente ai capolinea, non sono immediate. In altre parole gli 11 minuti dichiarati di percorrenza Brignole-Molassana (e viceversa) lieviterebbero, col rischio di indebolire i vantaggi della metropolitana rispetto a soluzioni alternative.
Una soluzione alternativa sarebbe rinunciare alla continuità con la linea di metropolitana esistente per evitare complicazioni tecniche: arrivati al capolinea di Brignole si scenderebbe per cambiare treno. Ma questo era il concetto alla base dell’originaria proposta dello Skytram presentata da Alstom come project financing. Il ministero dei Trasporti aveva bocciato l’ipotesi di contribuire al co-finanziamento dell’opera, approvando invece lo stanziamento di 398 milioni per il prolungamento senza “rotture di carico”, il cosiddetto Skymetro di cui si discute oggi. Si tratterebbe insomma di violare la condizione primaria alla base del finanziamento stesso.
Secondo quanto trapela da Tursi, sarebbero almeno tre le varianti allo studio degli ingegneri per risolvere i punti più critici del tracciato. E ad agevolare il lavoro di “ritocco” sarebbe l’emendamento blinda-Skymetro proposto dalla Lega sul decreto Milleproroghe che sposta il termine per l’aggiudicazione definitiva dell’opera al 31 dicembre 2025, uniformandola alla scadenza degli altri interventi coperti dallo stesso stanziamento di fondi.
Ad oggi non è chiaro quali siano le altri due varianti in esame. Di certo altri punti critici del tracciato sono il passaggio in sponda sinistra dopo la stazione di piazza Romagnosi – con un attraversamento del Bisagno che richiederebbe lo smontaggio pressoché integrale della copertura del torrente – e il posizionamento dei piloni nei pressi del sottopasso di Genova Est, che ha suscitato più di un dubbio dal punto di vista progettuale. In generale, poi, sarebbero diversi i motivi per arretrare il tracciato rispetto all’alveo del torrente, dalle complicanze di natura geologica a quelle di tipo idraulico, ma questo vorrebbe dire sottrarre spazio ai veicoli privati. Ed è proprio quello che il Comune voleva evitare.