Genova. “Parere favorevole” al progetto dello Skymetro in Valbisagno da parte dell’unità Assetto del territorio della Regione Liguria. La stessa che una settimana fa metteva in dubbio l’applicabilità della deroga che consente di costruire a meno di 10 metri dall’argine del Bisagno, approvata tra le polemiche la scorsa estate in Consiglio regionale. Le integrazioni fornite dal Comune hanno permesso agli uffici di via Fieschi di esprimere il primo sì, anche se – come chiarisce il documento arrivato ieri – si tratta solo di una “verifica di compatibilità idraulica, geologica-geomorfologica e sismica” che “non costituisce un’autorizzazione alla realizzazione dell’opera”, da richiedere agli uffici competenti nelle fasi successive del procedimento.
I tecnici del settore Difesa del suolo Genova avevano constatato (per la terza volta in pochi mesi) che la documentazione prodotta non forniva “gli elementi e i dati adeguati alla verifica delle condizioni di applicazione, anche in considerazione del fatto che il livello progettuale non presenta talvolta un dettaglio sufficiente per la piena valutazione della compatibilità dell’opera, e deve pertanto essere adeguatamente integrata ed approfondita”.
Sono tre i requisiti da rispettare perché un’infrastruttura come lo Skymetro possa essere autorizzata a ridosso di un torrente: l’opera deve essere “finalizzata al miglioramento della mobilità urbana con contestuale riduzione del trasporto privato e delle emissioni“, poi è necessario che “sia non altrimenti localizzabile” e infine “le aree interessate dall’opera” non devono risultare “necessarie al ripristino del corretto deflusso del corso d’acqua”.
I progettisti hanno fornito una serie di integrazioni: la strategicità dell’opera definita nel Primt (piano regionale integrato delle infrastrutture, mobilità e trasporti), la relazione che dimostra il taglio di emissioni stimato in 28.500 tonnellate di anidride carbonica all’anno, un’altra relazione che “esclude la possibilità di localizzare l’opera esternamente” alla fascia di tutela del Bisagno “in virtù soprattutto della presenza di edifici (anche residenziali) e per l’interferenza con la viabilità esistente”. Per quanto riguarda le successive opere di messa in sicurezza idraulica dopo l’entrata in funzione dello scolmatore, “si osserva che, dal punto di vista altimetrico, la distanza tra l’intradosso della nuova opera e il piano viabile è sempre superiore a 7,70 metri” e quindi “un qualsiasi innalzamento del piano viabile dei nuovi ponti e nelle aree limitrofe è tranquillamente realizzabile”.
Dalla Regione erano arrivati dubbi anche sulla costruzione delle stazioni in area inondabile. Oggi però “si ritiene che, per gli aspetti considerati in questo punto, la localizzazione del progetto possa essere considerata compatibile con la pianificazione legata al rischio idraulico“, salvo alcuni volumi tecnici (in particolare nella stazione Parenzo) che “dovranno ospitare esclusivamente impianti e/o macchinari e prevedere l’accesso solo ed esclusivamente per manutenzione e/o sostituzione degli stessi, nel pieno rispetto delle disposizioni di protezione civile riferite alle allerte meteo” e dovranno avere “idonee protezioni” per evitare allagamenti.
In compenso “risulta la mancanza di una caratterizzazione di sito e di un inquadramento della progettualità” dei parcheggi di interscambio dell’ex cava Cavalletti e di fronte al cimitero di Staglieno, entrambi in zone ad alta suscettività al dissesto idrogeologico. Gli uffici precisano in conclusione che “la relativa previsione resta vincolata alla preventiva o contestuale realizzazione di opere di stabilizzazione dell’intero areale di ex cava”.
Intanto oggi è stata votata, senza colpi di scena, dal consiglio comunale la delibera di giunta che, presentata con procedura d’urgenza ieri in commissione, dà il via libera agli espropri previsto per lo Skymetro in Val Bisagno.
La delibera è passata con il sì della maggioranza e il no dell’opposizione, critica, in questo frangente, soprattutto sui tempi giudicati troppo stretti tra la presentazione dei documenti, avvenuta venerdì, e il voto in aula di oggi. La discussione si è ampliata in generale sull’opera e l’opposizione ha chiesto ancora una volta al Comune di fare un passo indietro su un’infrastruttura giudicata troppo impattante, per cui “sono già state presentati sei diversi progetti” (ha ricordato il Pd) e ha perorato la causa del tram al posto della metropolitana sopraelevata.
Il sindaco Bucci, intervenendo, ha ricordato: “Sapete che nel 2017 ero un convinto sostenitore del tram in Val Bisagno ma abbiamo realizzato che avrebbe significato rinunciare a due corsie di marcia su sei totali, e avrebbe significato bloccare la vallata durante i lavori, la soluzione dello Skymetro ci consente di aggiungere due corsie e a chi si lamenta che abbiamo modificato il progetto dico che ci saranno ancora tante modifiche, fino all’ultimo giorno prima dell’inaugurazione, i progetti non sono scolpiti nella pietra”. Bucci ha anche accennato alla questione delle tre alternative previste alla cosiddetta “tripla S” all’altezza di Borgo Incrociati. “Il discorso dell’eventuale rottura di carico e della continuità della linea non è un grosso problema, si potrà decidere in futuro se e dove scendere”.
“Ci saremmo aspettati un ripensamento dell’opera, una pausa per rispondere ai rilievi tecnici, al contrario siamo di fronte ad una inutile accelerazione che dimostra poco rispetto sia degli uffici tecnici che dei cittadini espropriati – commenta Stefano Bigliazzi, presidente di Legambiente Liguria -. Nel merito dell’opera leggiamo poi che per risolvere il problema della curva su Borgo Incrociati si propone una nuova linea che partirebbe da Brignole ed arriverebbe a Molassana. Ma se si deve fare separata perché non fare un tram che costerebbe meno della metà, non devasterebbe la vallata e non metterebbe a rischio alluvione l’invaso del Bisagno?”.