Genova. Sono tre le ipotesi allo studio dei tecnici per modificare il progetto dello Skymetro ed evitare il complicato ponte obliquo sul Bisagno con tripla curva nella zona di Sant’Agata. “Riusciremo a trovare una soluzione alternativa, è una questione di cautela ma anche di possibili risparmi dal punto di vista economico“, ha annunciato oggi l’assessore Matteo Campora durante la commissione consiliare che ha dato il primo via libera agli espropri da 2,8 milioni. Il Comune corre dunque ai ripari dopo i pesanti dubbi sollevati dal Consiglio superiore dei lavori pubblici e dagli organi tecnici coinvolti nella procedura di valutazione d’impatto ambientale ancora aperta in Regione.
La prima soluzione al vaglio – in realtà sul tavolo da mesi – è prevedere l’inversione di marcia per i treni alla futura stazione Martinez. In questo modo i binari, arrivando da San Fruttuoso, potrebbero planare su via Canevari con una curva più dolce ma soprattutto senza attraversare il Bisagno.
Per i passeggeri non ci sarebbero rotture di carico (non si dovrebbe scendere dal treno) ma si avrebbe un allungamento dei tempi di percorrenza rispetto agli 11 minuti dichiarati per la tratta Brignole-Molassana e viceversa. “Ipotizziamo 4 minuti in più, ma per avere un’indicazione corretta occorre aspettare i risultati delle elaborazioni trasportistiche – spiega Campora -. I progettisti stanno facendo le simulazioni relative a questa ipotesi, anche dal punto di vista dell’ingegneria civile, perché bisogna valutare gli innesti ferroviari e approfondire le altezze. Ma siamo fiduciosi”. Il rischio è che un aggravio superiore possa indebolire i vantaggi della metropolitana rispetto a ipotesi alternative come la tranvia sostenuta dal comitato Opposizione Skymetro, tenuto conto che ai tempi totali di viaggio vanno aggiunti quelli degli spostamenti necessari per raggiungere le stazioni.
La seconda e la terza soluzione contemplano invece la rottura di carico a Brignole: chi arriva da Molassana scende dal treno e ne trova un altro per andare verso il centro, idem in direzione opposta. Così si eviterebbero sia l’ingombro sul Bisagno sia il perdi-tempo a Martinez. Le due varianti si differenziano unicamente per un elemento tecnico, cioè la presenza o meno di un binario di servizio per far arrivare i treni vuoti da San Fruttuoso. In realtà non è un dettaglio di poco conto perché, se non fosse possibile realizzarlo, la linea Brignole-Molassana diventerebbe isolata dal resto della rete e si renderebbe necessario costruire un deposito in Valbisagno per il materiale rotabile.
L’idea di una linea indipendente, però, era alla base dell’originaria proposta dello Skytram presentata da Alstom come project financing. Il ministero dei Trasporti aveva bocciato l’ipotesi di contribuire al co-finanziamento dell’opera, approvando invece lo stanziamento di 398 milioni per prolungare la metropolitana esistente, proprio il cosiddetto Skymetro di cui si discute oggi. Prevedendo una rottura di carico non si mette a rischio l’intera partita? “Non è stato scritto, era solo un’indicazione verbale – risponde Campora -. L’importante è garantire i tempi”.
A proposito di tempo, quanto ne servirà adesso per mettere mano – ancora una volta – al progetto? “Per un’analisi preliminare il tempo è più ridotto, ma per uno studio approfondito ne occorre di più“, spiega il responsabile del procedimento Emanuele Scarlatti. Difficile, quindi, che si possa raggiungere l’obiettivo fissato da Bucci: gara in primavera e cantieri al via prima dell’estate. Da capire anche se l’aggiustamento si dovrà configurare come una variante vera e propria, con tutte le conseguenze sull’iter autorizzativo. “Seguiremo le procedure – ribatte Campora – ma parliamo del 5% del tracciato. Siamo in interlocuzione col Consiglio superiore dei lavori pubblici e presenteremo anche a loro un’ipotesi alternativa al ponte”.
Attualmente gli elaborati sottoposti alla valutazione d’impatto ambientale in Regione prevedono una “tripla curva” intermezzata da un ponte obliquo sul torrente lungo quasi 100 metri e appoggiato a due spalle, la più alta di circa 9 metri sul lato di via Canevari. Il tracciato, studiato per non interferire con l’alveo e al tempo stesso preservare gli alberi di corso Galilei e corso Galliera, è già stato modificato per non avvicinarsi troppo alle case storiche di Borgo Incrociati, ma presenta comunque una serie di punti deboli: un forte impatto visivo, il passaggio dell’impalcato a pochi metri dalle finestre di una scuola e il rischio di usura precoce dei binari a causa dei raggi di curvatura molto stretti.
Ma soprattutto, sul nodo di Sant’Agata si erano accesi i fari dell’organo tecnico del ministero dei Trasporti. Gli specialisti avevano rilevato che “il franco idraulico appare particolarmente ridotto anche in relazione al ponte esistente e necessita di verifiche e chiarimenti”, parlando di “struttura di grande impegno, peraltro anche fortemente obliqua, la cui soluzione strutturale difficilmente può essere demandata ad una progettazione di massima come quella proposta”. I progettisti avevano risposto punto per punto, ma ora il Comune vorrebbe eliminare il problema. “Secondo i tecnici non ci sono problemi idraulici – ribadisce Campora – ma, siccome si vuole avere la massima cautela, una soluzione alternativa potrebbe metterci al riparo da osservazioni e comporterebbe anche un risparmio sul quadro economico“. Quadro economico che ad oggi non supera i 398 milioni, ma basandosi ancora sui prezzi di tre anni fa.
La svolta di Brignole non è certo l’unico punto nevralgico del progetto. Gli ingegneri stanno lavorando a un’altra modifica per “scartare” l’opera di presa dello scolmatore ed evitare interferenze col cantiere. Oltre alle perplessità della Regione e della Soprintendenza sugli impatti idrici e urbanistici dell’opera, non è stato ancora risolto il problema dell’elettrodotto Terna che corre proprio lungo il tracciato dello Skymetro tra via Canevari e via Mandoli. E non è stato chiarito quali saranno le conseguenze dei cantieri sulla viabilità della vallata, tenendo conto che andrà chiuso al traffico il sottopasso sulla sponda sinistra in corrispondenza della piastra di Genova Est.