Genova. Quasi la metà dei cantieri edili verificati dagli ispettori della Asl genovese nel 2023 ha presentato violazioni delle norme di sicurezza sul lavoro. È quanto emerge dai dati dello Psal (la struttura di Prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro), organo di vigilanza che si occupa di assistenza, controllo e indagini per conto dell’autorità giudiziaria. Considerando solo i controlli “a vista” sul territorio – cioè quelli al di fuori dell’attività programmata – il tasso salirebbe oltre il 50%. Numeri ancora più significativi nei giorni della mobilitazione sindacale contro le morti bianche dopo la strage di Firenze.
L’anno scorso nel territorio della Asl 3 (la città metropolitana di Genova meno il Tigullio) sono stati ispezionati 578 cantieri edili, oltre ai 149 verificati esaminando il piano di lavoro amianto, per un totale di 1.773 imprese e lavoratori autonomi controllati. A questi si aggiungono 366 aziende controllate in settori diversi dalle costruzioni. Nel complesso sono state accertate ben 573 singole violazioni di cui la stragrande maggioranza (439) nell’edilizia, riscontrate in 250 cantieri. La parte più consistente delle non conformità rilevate (188) riguarda il rischio di caduta dall’alto. L’attività di vigilanza ha portato a 17 sospensioni dell’attività imprenditoriale per gravi violazioni in materia di salute e sicurezza.
“In ambito edile le tipologie di attività sono essenzialmente due: il controllo a vista col monitoraggio del territorio e la vigilanza programmata secondo le attività previste nel piano regionale della prevenzione – spiega Gabriele Mercurio, direttore della struttura Psal della Asl 3 -. Le segnalazioni non superano il 10% del totale, la maggior parte delle verifiche avviene di nostra iniziativa. Sulle grandi opere e sui cantieri che trattano amianto il tasso di irregolarità è più basso perché c’è la consapevolezza di essere controllati, ma anche perché sono situazioni che riproducono il confronto con gli organi di controllo, mentre nella vigilanza a vista la percentuale di cantieri irregolari è superiore e generalmente si mantiene sopra il 50%”.
La tendenza mostra un aumento delle irregolarità nel tempo, ma potrebbe trattarsi di un effetto collaterale: “Negli ultimi due anni – prosegue Mercurio – è aumentata la quota di attività mediante monitoraggio a vista e questo ha migliorato la nostra capacità di accertare violazioni, soprattutto per la tipologia più grave, il rischio di caduta dall’alto, che rappresenta la maggior parte degli infortuni gravi o mortali nelle costruzioni”. In altre parole aumentano i controlli e quindi aumentano anche le violazioni registrate.
Il servizio è organizzato su quattro sedi, di cui una dedicata alle operazioni portuali e alla cantieristica navale. Ad oggi sono impiegati in tutto 31 ispettori qualificati come tecnici della prevenzione, ma grazie al concorso bandito da Alisa nel 2023 diventeranno 40 entro il mese di aprile. I sindacati nel frattempo denunciano che il personale non è abbastanza e che serve una massiccia campagna di assunzioni. “Senza dubbio negli ultimi anni si è osservata una riduzione del personale, ma devo dire che queste 10 nuove unità, di cui una è già entrata in servizio, ci permettono un consistente recupero. Avere organici pingui è auspicabile per tutti, ma questa integrazione si sentirà”, garantisce Mercurio.
Alla struttura di Prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro spettano anche attività di assistenza e promozione come la partecipazione e il coordinamento del tavolo tecnico sulla sicurezza in edilizia della Città metropolitana con sindacati, associazioni datoriali, ordini e collegi professionali dove si mantiene un costante dialogo e confronto sulle più efficaci azioni di comunicazione, informazione e formazione.
Cosa servirebbe per migliorare l’efficacia dei controlli? “Le norme ci mettono già in condizioni di operare. Ci sono già state modifiche importanti, come la sospensione dell’attività imprenditoriale che scatta subito in presenza di gravi violazioni, mentre prima era applicabile solo su violazioni reiterate. La vigilanza però è solo un tassello del puzzle. Per raggiungere l’obiettivo di ridurre gli infortuni sul lavoro serve un’azione su più livelli. Il tavolo aperto in prefettura sul settore edile dopo il tragico incidente del 2021 lavora ancora oggi per condividere buone pratiche e attività di comunicazione – conclude Mercurio – Noi lavoriamo con associazioni datoriali e sindacati, nessun attore va trascurato per elevare la cultura della sicurezza”.