Genova. I genitori dei bambini della sezione Piccolo verde, scuola d’infanzia “Il Gabbiano” Genova, hanno scritto una lettera per chiedere di non chiudere la struttura.
Riceviamo e pubblichiamo:
“Oggi, 23 Febbraio 2024, è una triste giornata per 33 bambini e per le loro famiglie, colpite dalla notizia della volontà, sempre più convinta del Comune di Genova di chiudere definitivamente le porte alla Scuola d’infanzia comunale “Gabbiano”, sita in via Lodi 2D, in zona Preli. Sconcertati i genitori dei piccoli, tra cui lo scrivente, che, dopo aver ultimato le procedure per l’inserimento dei nuovi iscritti per il nuovo anno scolastico ed effettuato un piacevolissimo open-day, senza nessun avviso da parte del Comune, hanno appreso la notizia attraverso chiacchiere di corridoio occorse con altri genitori della zona. È totale il dissenso da parte delle famiglie, ed è un dissenso spinto dalla volontà di mantenere l’affidamento dei propri bambini al personale educativo attualmente in forza presso tale struttura, un personale ormai conosciuto ed altamente stimato dai genitori.
Ma non è questo il dispiacere più grande, infatti ciò che più preoccupa è l’emozionalità dei piccoli stessi, in questa storia fatta di interessi e tagli all’istruzione pubblica, addolora che a farne le spese maggiori sono proprio loro, troppo piccoli e troppo fragili per subire un distaccamento cosi’ netto ed improvviso dalle proprie maestre, le quali, secondo l’opinione degli stessi genitori , hanno ricoperto e ricoprono tutt’oggi un ruolo non solo educativo, ma anche fortemente affettivo nei confronti dei loro alunni; una realtà riconosciuta dagli stessi genitori nel vedere l’affetto che i figli rivolgono alle proprie maestre e a tutto il personale in forza nella scuola materna.
Con questa nota intendiamo denunciare pubblicamente il nostro dissenso a questa iniziativa, un’iniziativa per la quale nessuno è concorde, se non chi, ad altri livelli , spinto da mero interesse , intende chiudere i battenti di questa meravigliosa realtà.
Ancora una volta ci troviamo di fronte ad una situazione nella quale il denaro viene anteposto alla collettività, dove l’interesse è privilegiato rispetto al volere delle persone; ignorato ogni tipo di rapporto umano e personale, calpestato l’amore di un gruppo di bambini, per i quali sicuramente, l’attuazione di questa manovra sarà un duro e traumatico colpo.
Con la speranza che questo appello possa fungere da monito per una profonda riflessione”.