Attenzione

Primavera anticipata per le processionarie, decine di segnalazioni in tutta la città. L’esperto: “Prevenzione fondamentale”

Gli inverni dalle temperature sempre più miti "sconvolgono" anche il ciclo vitale di questi insetti, e le larve urticanti si palesano già a febbraio. Per eliminare i nidi l'unico modo è giocare d'anticipo

processionaria pino

Genova. Sino a qualche anno fa non le si vedeva prima di metà marzo, inizio aprile, ma i cambiamenti climatici e l’aumento delle temperature hanno “sconvolto” anche il ciclo vitale delle processionarie (così come di molti altri animali). E così, in questo febbraio che pare maggio, sui pini hanno iniziato a scorgersi i caratteristici nidi biancastri e setosi contenenti le larve di queste farfalle notturne.

Segnalazioni sulla presenza di nidi di processionarie, o di file di questi bruchi per strada, sono arrivate da diverse zone della città, da Albaro (l’ultima è arrivata da via Piave) a Pegli e Pra’ passando per Castelletto. La loro presenza in strada è quella che preoccupa maggiormente, perché questi insetti sono ricoperti da una sorta di peluria estremamente urticante che, se sfiorata, può scatenare reazioni allergiche anche forti soprattutto in bambini e nei cani, che possono annusarle o leccarle. Il periodo primaverile è quello più delicato, perché è in questo stagione che le larve ormai adulte iniziano a migrare scendendo dagli alberi per trasferirsi su un altro e colonizzarlo. Ormai da qualche anno, però, già a febbraio è possibile vederle sfilare su strade e marciapiedi (da qui il nome “processionaria) nelle zone in cui sono presenti i pini.

In caso di infestazione da processionaria, il Regolamento per la tutela e il benessere degli animali in città del 2011 prevede che i privati provvedano alla bonifica delle loro proprietà, mentre per quanto riguarda le aree pubbliche è il Comune a occuparsene attraverso Aster, che tratta non tanto i nidi quanto gli alberi, iniettando all’interno apposito insetticida che uccide le larve. Difficile, però, in una regione con una presenza così diffusa di pini, intervenire su tutte le alberature e dare seguito a tutte le segnalazioni. E l’esperienza di Marco Corzetto, agronomo e insegnante dell’istituto d’Istruzione superiore Bernardo Marsano di Genova, dimostra come la prevenzione sia fondamentale per gestire insetti che, complici le temperature in aumento, sono destinati a diventare sempre di più e a palesarsi anche in periodi in cui in precedenza erano assenti.

Corzetto ha infatti messo a punto in sistema di prevenzione che prevede un trattamento degli alberi già nei mesi autunnali: iniettando l’antiparassitario nel tronco degli alberi, i bruchi che si nutrono delle foglie finiscono per ingerirlo e muoiono prima ancora di poter popolare il nido e formare la colonia.

“L’insetto è una farfalla nel mese di luglio, depone le uova, si sviluppa la larva, microscopica, che inizia a vedersi tra novembre e dicembre. Prima che si sia sviluppata occorre prevenire la crescita con il trattamento, in questo modo la larva non diventa adulta, muore piccolissima. Se si evolve e diventa troppo grande si chiude nei nidi e poi quando scende finisce nel terreno, dove può restare anche cinque anni – spiega Corzetto – Qualche anno fa mi hanno nominato consulente delle aree verdi del quartiere Giardino di Pegli, e con l’unione dei privati abbiamo iniziato a trattare gli alberi, alcune decine l’anno. Nel giro di quattro anni abbiamo trattato tutte le piante: da che c’erano tantissime processionarie, oggi non ce ne sono praticamente più. Dall’anno prossimo, per mantenere questa situazione, teoricamente ripartiamo con le prime piante trattate qualche anno fa. Pegli 2 è venuta a conoscenza del trattamento e ha chiesto di trattare in questo caso tutte le piante insieme, circa 100 alberi. È importante intervenire in autunno, quando le larve sono piccolissime, perché la quantità di prodotto che si può usare è infinitesimale e se l’insetto è troppo grande non ha effetti. È lo stesso principio della lotta al punteruolo rosso, io ho in gestione centinaia di palme in città, ma se il punteruolo va trattato due volte all’anno, la processionaria è sufficiente una volta ogni tot anni”.

Le alternative a questo trattamento, spiega ancora Corzetto, sono spruzzare sulla chioma insetticidi naturali, difficile però da fare in città, oppure mettere delle cinghie sui tronchi che catturano l’insetto che scende: “Questo sistema meccanico però è molto costoso, e la processionaria si forma lo stesso. La prevenzione è più efficace – sottolinea – A novembre siamo andati a Catania, davanti al vicepresidente del collegio degli agrotecnici, e abbiamo mostrato a parecchie scuole questo metodo per trasmetterlo”.

Anche Aster interviene in via endoscopica in autunno per evitare di ritrovarsi decine di nidi di processionare nel periodo primaverile, ma l’area di competenza della partecipata sono esclusivamente giardini e parchi pubblici. Non esistono inoltre prodotti autorizzati per la disinfezione su vasta scala, il che lascia al Comune scarso margine di manovra per intervenire in modo incisivo.

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