Genova. Una striscia di cemento di oltre 12 mila metri quadrati costruita facendo avanzare il sesto modulo della banchina del porto di Pra’ fino al limite del “dentino”, per ricavare nuovi spazi operativi per la movimentazione di container, con l’aggiunta di un’area ricreativa ad uso pubblico da affidare al Comune di Genova.
Questo in sintesi il progetto presentato in questi giorni all’Autorità di sistema portuale dalla Nuovo Borgo Terminal Containers srl attiva in loco dal 2018 nella parte terminale a levante della terminal del porto di Pra’ e che lo scorso hanno ha visto dimezzarsi le aree a disposizione per fare spazio ai cantieri legati alla costruzione della nuova diga. Lo spazio era stato revocato per fare spazio alla fabbrica dei cassoni, la cui location, però, successivamente è stata spostata a Vado, a “furor di popolo”.
Facendo quindi seguito alla cessata esigenza, la NBTC ha richiesto la revoca della revoca, rilanciando: l’azienda ha depositato la proposta progettuale di riempimento di una nuova striscia di piazzale fino all’altezza del famoso “dentino” di levante. In questo modo si otterrebbero poco più di 12 mila metri quadrati di nuovi spazi tombati per i quali contestualmente l’azienda richiede possano essere compresi nelle concessione del 2018, arrivando a raddoppiare gli spazi operativi per la NBTC. Nella medesima domanda, poi, l’azienda chiede inoltre che la concessione possa essere allungata a 25 anni, arrivando quindi al 2049, considerato tempo congruo per rientrare dall’investimento delle operazioni di riempimento.
Il progetto, inoltre, prevede che nell’angolo più vicino alla terraferma l’azienda realizzi un’area definita come “ricreativa”, che i primi rendering ipotizzano come area ristoro in conclusione del percorso della Fascia di rispetto. L’area, una volta costruita, verrebbe gestita dal Comune di Genova. Stando alle carte, la proposta è stata presentata lo scorso luglio, ma solo oggi è stata pubblicata sugli albi pretori istituzionali per far decorrere i 30 giorni previsti dalla normativa per la presentazione di eventuali interessi concorrenti. Una proposta che, al di là dei requisiti progettuali e tecnici, è destinata a riaccendere il dibattito sulla convivenza tra il grande porto del ponente e i quartieri a cui di fatto ha “sottratto il mare”: da anni i residenti, infatti, organizzati in comitati e associazioni, hanno chiesto in tutti i modi lo stop per nuovi allargamenti. E questo progetto potrebbe aprire ad una nuova stagione di mobilitazioni.