Nuova livello

Mar Rosso, gli Houthi minacciano i cavi sottomarini: a rischio il 2Africa “partito” da Genova

A pochi chilometri dalle coste dello Yemen passa il 17% del traffico dati mondiale

houthi cavo internet

Genova. Nonostante l’escalation militare, la crisi del Mar Rosso non sembra sbloccarsi, tenendo in scacco una buona fetta del commercio marittimo mondiale a partire quello diretto verso il nostro mar Mediterraneo. Dopo le azioni di superficie, infatti, lo scontro potrebbe trasferirsi sott’acqua. E anche in questo caso potrebbe non essere una buona notizia per Genova.

Secondo quanto diffuso in queste ore dalle principali agenzia stampa nazionali e internazionali, infatti, sembrerebbe che i miliziani Houthi abbiano messo nel proprio mirino anche i cavi internet sottomarini che passano dallo stretto di Bab al-Mandab, a pochi chilometri dalle coste dello Yemen. Un nuovo livello di scontro portato avanti dal gruppo militare shita che rivendica le sue azioni come risposta al massacro della popolazione palestinese a Gaza perpetuato dall’esercito israeliano.

Una minaccia che ad oggi sembra essere solamente ipotetica (e con tante incognite di fattibilità) ma che nei fatti sta già agitando ulteriormente le acque commerciali del mondo globalizzato. Sì perché in quel piccolo e tormentato fazzoletto di mare transitano quasi una ventina di cavi sottomarini che permettono il passaggio del 17% del traffico dati mondiale, mettendo in comunicazione Europa, Africa e Asia.

Tra i tanti cavi che passano nel mar Rosso c’è anche il 2Africa, la dorsale internet che dal lato europeo parte proprio da Genova e che è stata posata sui fondali liguri (non senza qualche problema, ricorderete il cavo “ad inciampo” sulla spiaggia di Sturla) nell’aprile del 2022. Nel corso dei mesi il cavo, uno dei più lunghi al mondo, è stato “srotolato” praticamente attorno a tutto il continente africano, arrivando poi ad approdare in Inghilterra, dopo aver collegato ben 23 paesi. Nei progetti, inoltre, c’è una “deviazione” che potrebbe portare il cavo a toccare anche India, Pakistan e i paesi del Golfo Persico.

In caso di sabotaggio in profondità (e il Nord Stream 2 ci ricorda come queste operazioni siano possibili anche per infrastrutture più grosse) la grande connessione internet intercontinentale potrebbe interrompersi, mandando in fumo un grosso investimento e tutto l’indotto tecnologico celebrato in città come ciò che avrebbe reso la nostra città una dei principali porti digitali d’Europa.

2Africa non è l’unico cavo che passa da Genova: prima di lui è stato posato il BlueMed, che termina in Israele, il Medloop, che ci unisce a Barcellona, Marsiglia e Ajaccio e entro il 2025 arriverà Unitirreno, che collegherà la nostra città con Fiumicino e Mazara del Vallo, uno dei principali cable-node del Mediterraneo.

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