Settore

Liguria seconda in Italia per nuove imprese edili, Ance: “Ora la grande sfida è il Pnrr”

Le costruzioni si preparano a un 2024 in negativo per investimenti complessivi, ma segnali incoraggianti arrivano dalle opere pubbliche

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Genova. La Liguria è fra le regioni più efficaci per l’impegno dei Fondi Fesr e risulta la seconda regione italiana per numero di nuove imprese edili. È quanto emerge dai dati dell’osservatorio di Ance presentati lo scorso 30 gennaio.

“È la conferma – spiega il presidente di Ance Liguria Emanuele Ferraloro – di vivacità e di efficienza delle imprese edili liguri. La Liguria registra, anche, il secondo posto a livello nazionale, dopo la Sicilia, per numero di nuove imprese nate nel periodo di indagine. Sono cresciute dell’8,1% fra il 2019 e il 2021 e, sino ad ora, si sono rivelate affidabili anche nel rapporto con la pubblica amministrazione. Le imprese liguri hanno confermato un ruolo determinante al servizio dell’intera economia nazionale. Oggi che il settore abitativo si avvia a scontare un trend inevitabilmente negativo, ma con prospettive di adattamento al bisogno di cambiamento di abitazioni espresso da 840.000 famiglie del Nord Ovest, le imprese edili liguri dovranno raccogliere la sfida di trovare posizione in quel settore infrastrutturale che vede concentrarsi in Liguria una quota rilevante in assoluto, degli investimenti previsti dal Pnrr”.

L’osservatorio congiunturale presentato dall’Ance lo scorso 30 gennaio ha confermato che a livello nazionale il settore delle costruzioni si conferma trainante per l’economia dell’intero Paese: per il terzo anno consecutivo, l’edilizia ha registrato un’espansione dei suoi livelli produttivi del 5% su base annua.

In soli tre anni gli investimenti settoriali sono aumentati di circa 75 miliardi, recuperando larga parte del gap produttivo dovuto alla crisi ultradecennale che dal 2008 aveva segnato una regressione per 92 miliardi.

“Se nel 2023 il settore è cresciuto a una media del 5% in tutti i comparti, stimolata nel settore abitativo dagli incentivi fiscali, ma anche dallo sviluppo segnato (grazie a Pnrr e Fondi strutturali 2014-2020) dal comparto delle opere pubbliche, il 2024 – sottolinea Ferraloro – non si presenta sotto un segno positivo con la previsione di calo del 7,4% su base annua degli investimenti in costruzioni”.

Ciò a causa del mancato apporto degli incentivi per gli interventi di manutenzione straordinaria (che nell’ultimo triennio, anche grazie al superbonus, è giunta a rappresentare il 40% del mercato) che quest’anno dovrebbero subire una contrazione del -27% e riportare il settore ai livelli pre-Covid.

Segni negativi anche per la nuova edilizia abitativa (-4,7%) e non residenziale privato (-1%). Di contro, si prevede un’ulteriore e importante crescita negli investimenti in opere pubbliche (+20%), legata alla necessaria accelerazione delle opere del Pnrr che assume un ruolo ancor più centrale per il sostegno all’economia e al settore delle costruzioni; l’osservatorio registra in questo senso un dato interessante di prospettive: 840mila famiglie del Nord Ovest hanno espresso il desiderio di cambiare la propria casa, connotando quindi il Nord Ovest stesso come l’area con maggiore propensione al cambiamento.

“Segnali – prosegue il presidente di Anc eLiguria – che non solo richiamano una grande concretezza richiesta alle imprese e all’amministrazione pubblica proprio nella sfida ancora da vincere per il Pnrr, ma che delineano una sfida ancora più grande e strategica: quella di far comprendere alla politica e al Governo che bisogna mettere mano al settore delle costruzioni per renderlo stabile e centrale nella politica economica del Paese”.

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