Genova. Sciopero e corteo questa mattina per i lavoratori genovesi di Leonardo. Al centro della protesta gli appalti a ditte esterne di servizi come la gestione del magazzino e la movimentazione, ma anche progetti affidati a giovani tecnici e ingegneri in condizioni contrattuali peggiori. Una situazione che la Fiom denuncia da mesi e che oggi è deflagrata con una mobilitazione per le strade di Sestri Ponente.
“Esprimiamo grande soddisfazione per la riuscita dello sciopero avvenuto questa mattina in Leonardo a Genova – scrive la Rsu Fiom dello stabilimento -. Uno sciopero dichiarato dalla Fiom che ha visto i lavoratori dipendenti Leonardo scendere in corteo e rispondere numerosi e compatti per tutelare i colleghi degli appalti che, a parità di mansione, si vedono applicare contratti nazionali nettamente peggiorativi rispetto a quello metalmeccanico“.
“Abbiamo rivendicato un principio molto chiaro, che tra l’altro è presente anche nel nostro contratto integrativo da poco rinnovato: stessa mansione stesso contratto e un percorso di assunzione in Leonardo e nelle sue controllate per chi svolge mansioni presenti nel perimetro aziendale. L’alta adesione allo sciopero di oggi, che ha visto partecipare in solidarietà anche delegazioni da ABB, Fincantieri e Acciaierie d’Italia, non può lasciare indifferente la più grande azienda di Federmeccanica, così come non può restare sorda davanti all’indignazione dei propri dipendenti. Oggi i tecnici e gli ingegneri della Leonardo, a Genova, hanno scioperato con una partecipazione davvero importante per rivendicare maggiore salario e migliori condizioni per chi è meno tutelato e più frammentato a causa di appalti a basso costo”.
Come denunciava la Rsu negli scorsi giorni, “i contratti applicati a questi lavoratori definiscono stipendi nettamente inferiori (fino a 500 euro in meno) rispetto a quelli derivanti dal contratto metalmeccanico applicato ai dipendenti Leonardo che svolgono la loro stessa mansione, considerando poi che non hanno diritto alla condizioni di miglior favore dettate dal contratto di secondo livello. A volte neppure della mensa interna”.