Genova. Lavoratori in sciopero da questa mattina alla Ivs Italia, importante società attiva nel rifornimento dei distributori automatici di bevande calde e fredde e cibarie che tra i clienti ha numerose committenze pubbliche e strutture di vario tipo, in Liguria come in molte altre regioni. L’azienda, che ha una sede a Campi, impiega una settantina di dipendenti a Genova.
“I lavoratori del capoluogo genovese – denuncia la Uiltucs Liguria – hanno in questi giorni perso salario e potere di acquisto perché l’azienda, leader del settore vending con un fatturato molto rilevante, ha prima deciso unilateralmente di variare al ribasso un’indennità riconosciuta alle figure professionali di caricatori e tecnici per poi toglierla dal mese di gennaio 2024″.
Salvo colpi di scena si proseguirà con uno sciopero a oltranza anche giovedì e venerdì. A rischio, dunque, il rifornimento di molti distributori automatici, a Genova e non solo, che nei prossimi giorni potrebbero rimanere vuoti, complice la solidarietà di alcuni lavoratori della logistica.
Le prime richieste di chiarimenti da parte del sindacato erano partite lo scorso anno, quando nelle assemblee con i lavoratori sono state riscontrate alcune rivisitazioni al ribasso di queste indennità, che economicamente significano soldi per i lavoratori nelle proprie buste paga, in base a criteri “non definiti, non condivisi e non dichiarati”, per poi sparire definitivamente dal mese scorso.
“Questi lavoratori, che sono in molti casi padri di famiglia e soprattutto professionisti onesti, caricano i prodotti nei distributori, li riparano, li installano e gestiscono i clienti – dichiara Eugenio Iaquinandi della Uiltucs Liguria -. Sono quindi il cuore pulsante e operativo dell’impresa. Ad oggi si sono impoveriti e hanno visto scendere significativamente il proprio stipendio, già fortemente eroso dai crescenti livelli inflativi e dalla difficoltà di arrivare al rinnovare del contratto collettivo a loro applicato, quello del terziario distribuzione e servizi, scaduto ormai dal 2019″.
“Inaccettabile una condotta così irrispettosa – prosegue il sindacalista – che condanna un comportamento aziendale probabilmente applicato oltre i confini regionali e finalizzato ad ottenere sempre più carichi di lavoro e ore lavorate, sottraendo al contempo una parte di quel salario fino ad oggi riconosciuto”.
“La mobilitazione dei lavoratori e le iniziative sindacali di rivendicazione proseguiranno in questa e altre modalità, fino a che non verranno garantiti i diritti retributivi dei lavoratori nel pieno rispetto delle persone, delle regole e della contrattazione collettiva”, conclude la Uiltucs.