Genova. Una prima assoluta per Genova. Idomeneo, dramma in tre atti di Mozart, debutta al Teatro Carlo Felice il 16 febbraio alle 20. Sul podio ci sarà Riccardo Minasi, direttore musicale del Teatro, con la regia di Matthias Hartmann e le scene di Volker Hintermeier. Dopo le belle scenografie di Madama Butterfly, ecco un altro allestimento che la Fondazione Teatro Carlo Felice ha acquistato dalla Scala di Milano.
“Dalla delicatezza di una farfalla passiamo alla forza di un toro − dice il direttore artistico Pierangelo Conte − una figura che domina il palcoscenico. La scenografia è stata adattata per il nostro palco e qui restituiremo alcune parti non rappresentate in Scala, dei tagli saranno riaperti. Ne daremo una versione più ampia e fedele. Si tratta del terzo allestimento scaligero acquistato dopo I Due Foscari e la Butterfly. Anticipo che nel 2024-2025 vedremo Falstaff di Damiano Michieletto diretto nuovamente da Riccardo Minasi”.
Idomeneo sarà in replica domenica 18 febbraio alle 15, venerdì 23 febbraio alle 20 e domenica 25 febbraio alle 15 (con direttore Simone Ori).
Questo il cast: Antonio Poli (Idomeneo), Cecilia Molinari (Idamante), Benedetta Torre (Ilia), Lenneke Ruiten (Elettra), Giorgio Misseri (Arbace), Blagoj Nacoski (Gran Sacerdote), Ugo Guagliardo (Voce di Nettuno), Lucia Nicotra / Maria Letizia Poltini (Due cretesi), Damiano Profumo / Franco Rios Castro (Due troiani). Sul palco ci sarà, come per Butterfly, nuovamente il balletto Fondazione Formazione Danza e Spettacolo “For Dance” Ets.
“Mozart teneva molto al balletto. Era rimasto colpito dall’Ifigenia in Tauride di Gluck e anche musicalmente ne sentiamo le influenze qui come l’aria di Idomeneo nel terzo atto o il coro dei sacerdoti”, conferma Minasi
“L’appuntamento con Idomeneo – afferma il sovrintendente Claudio Orazi – segue l’enorme successo conseguito dalla recente produzione di Madama Butterfly, con 12.000 spettatori presenti nell’arco delle sei rappresentazioni. Lo spettacolo del regista Matthias Hartmann è di grande potenza visiva. In contemporanea con Idomeneo il Teatro è impegnato presso la Royal Opera House di Muscat in Oman con due rappresentazioni di A Midsummer Night’s Dream di Benjamin Britten il 9 e 10 febbraio, dopo il grande successo che la produzione ha conseguito per l’inaugurazione della Stagione Lirica lo scorso ottobre. Tale profilo internazionale si coniuga perfettamente con l’altro importante progetto di “Liguria Musica”, tramite il quale oltre cinquanta concerti del Teatro vengono diffusi sul territorio regionale”.
Il sovrintendente ha anche evidenziato come in questa prima parte di stagione il Teatro abbia registrato il 33-35% di presenze con pubblico di giovane età. Un aspetto, quello del ringiovanimento, che tornerà nei concorsi che quest’anno porteranno nuovi elementi tra i professori d’orchestra.
Idomeneo è un’opera in tre atti che Wolfgang Amadeus Mozart compose tra il 1780 e il 1781 su commissione del principe Carlo Teodoro di Baviera. La stesura del libretto venne affidata all’abate Gianbattista Varesco, cappellano dell’arcivescovo di Salisburgo, che trasse ispirazione dalla tragédie-lyrique Idoménée di Antoine Danchet, musicata da André Campra nel 1712. L’opera riscosse successo sin dalla prima rappresentazione, avvenuta a Monaco nel gennaio del 1781: fu la grande consacrazione di Mozart, allora venticinquenne, nell’ambito dell’opera seria.
Il libretto di Gianbattista Varesco racconta la storia di Idomeneo, re di Creta di ritorno in patria dopo la caduta di Troia, e del figlio Idamante. Le tematiche principali sono profondamente radicate nella letteratura e nella mitologia greca: si affrontano il complicato legame padre-figlio, gli amori contrastati dalle contingenze politiche, il rapporto tra uomini e dèi. Nella composizione Mozart ebbe come principale riferimento l’opera seria italiana, della quale riprese la struttura fondata sull’alternanza tra arie e recitativi. Nonostante la fedeltà al modello, il compositore inserì diversi momenti orchestrali e corali, con una predilezione per il recitativo accompagnato, distaccandosi dall’impostazione metastasiana e creando alcune tra le pagine più intense nella storia dell’opera seria. Un altro aspetto di rilievo è la rappresentazione di ciascun personaggio, che si delinea nella direzione di un realismo psicologico allora inedito. La vocalità, per la quale Mozart impiega vari stili, diventa centrale nell’espressione drammatica e accentua le più sottili sfaccettature dei protagonisti. La ricca complessità dell’opera apre diverse possibilità interpretative.
Un’opera che Minasi definisce “dalla genesi complessa, con ripensamenti scritti sui fogli aggiunti e strappati. Ci sarebbero situazioni e fonti da chiarire. Quest’opera ha un’orchestrazione straordinaria. Mozart ebbe a disposizione una delle orchestre migliori al mondo che gli permise di scrivere in modo difficile”.
Sul piano drammatico, l’azione si svolge a ritmo sostenuto ed è molto significativa la presenza, oltre agli interpreti principali, del coro e del corpo di ballo, che in questo allestimento assumono anche un significato simbolico. La regia di Matthias Hartmann si rifà in particolare agli elementi Sturm und Drang – quasi preromantici – dell’opera. Scene, costumi, coreografie e luci, di enorme impatto visivo, creano un’ambientazione densa, dove emergono a pieno gli elementi soprannaturali e divini propri dell’intreccio narrativo. Al centro della scena unica troneggiano il relitto di una nave e la testa di un toro – importante riferimento alla figura del minotauro e ai riti della civiltà minoica.