Gila alla ferguson?

Genoa, Gilardino: “Contro l’Atalanta serve la partita perfetta. Rinnovo? Ci sarà tempo per una lunga chiacchierata”

Tranne Matturro e Haps, tutti a disposizione del tecnico rossoblù: "Noi come il Genoa di Gasperini del 2008? In parte"

Genoa Vs Lecce

Genova. “Dovremo giocare in 12, 13, 14 o 15, e parlo del nostro popolo: noi in campo dovremo fare la partita perfetta”. Domani alle 18 al Ferraris ritorna Gianpiero Gasperini e, quindi, arriva l’Atalanta attualmente al quarto posto in campionato. Una sfida complicata ma assolutamente stimolante per il Genoa, soprattutto nell’ottica di un innalzamento dell’asticella a livello di ambizioni. E Alberto Gilardino ne è pienamente consapevole, così come l’ambiente rossoblù.

Il tecnico biellese, a parte Matturro e Haps, avrà a disposizione tutti gli effettivi: “Se non mi sbaglio penso che sia una delle prime volte che abbiamo la rosa quasi al completo. Era successo solo con l’Inter. Non abbiamo giocatori che possano giocare i 90 minuti ma ho scelta, qualità e caratteristiche diverse per cambiare la partita. Abbiamo avuto modo di allenarci ieri, l’altro ieri e lo faremo oggi nella rifinitura. Siamo a buon punto nei rientri: recuperiamo giocatori ma è normale che chi recupera non ha i 90 minuti nelle gambe anche se è una fortuna averli con noi. Ho la fortuna, in questo momento, di avere scelta in tutti i reparti. Per un allenatore credo che sia una cosa molto positiva. I ragazzi mi danno spunti quotidiani nell’atteggiamento, nelle prestazioni, nell’attitudine e nel sacrificio. C’è concorrenza e voglia di ritagliarsi uno spazio in questa stagione. Come Vitinha o come Ekuban che sta facendo bene, ma anche Gudmundsson, Retegui, Ankeye e in mezzo al campo siamo al completo. Bohinen è un giocatore interessante. Ha qualità tecnica, primo controllo e buone giocate in avanti. Si sta allenando con continuità e ora sta raggiungendo la conduzione ottimale. Lo tengo in grande considerazione come tanti che non stanno giocando, come per esempio Thorsby. Sono calciatori che nel gruppo sono troppo importanti per come si allenano. Le scelte diventano complicate ma è positivo perché c’è scelta dall’inizio e a gara in corso“.

Un’ampia scelta, quindi, contro una formazione in saluta come quella bergamasca: “L’Atalanta è una squadra forte. Credo che abbia fatto un percorso incredibile con un allenatore che ha creato qualcosa di importante in questi anni. Ha cercato di creare qualcosa di unico. Hanno giocatori come Lookman che non ci sarà perché gioca in Coppa d’Africa, questo per capire la dimensione. Hanno giocatori di struttura. Il mister ha creato qualcosa di importante ma da parte nostra, davanti al nostro popolo, dovremo avere gli occhi di quelli che vogliono veramente trovare l’impresa. Sono una squadra aggressiva e quando recupereremo il pallone nella nostra metà campo dovremo riuscire a capire i momenti nell’attaccare gli spazi che ci lasceranno liberi. A livello tattico dovremo fare le partita perfetta. Loro lavorano molto bene sulle catene laterali, sono bravi a ruotare con i loro braccetti e i loro quinti. Dipenderà chi giocherà in avanti se con una punta mobile o con Scamacca. Una squadra molto brava nel recupero palla nella metà campo avversaria e da parte nostra dovremo essere bravi nella fase difensiva ma anche sulla prima palla in uscita“.

Io devo tanto al mister per quanto mi ha dato nei miei ultimi anni di carriera”. Parole di stima nei confronti di Gasperini che Gilardino ha voluto sottolineare in conferenza: “Mi ha fatto fare cose che non avevo mai provato, fatto o mi immaginavo di fare a livello fisico. Ti porta all’estremo delle tue potenzialità. Riproporre il modello Atalanta? Credo si possa fare. Però è normale che per creare quello che hanno fatto loro ci debbano essere delle basi molto solide che partono dai piani alti, dal presidente direttore generale e sportivo, oltre ad avere massime competenze fino ad arrivare alla parte tecnica che diventa fondamentale. Penso che sia riproponibile ed è il bello del calcio vedere una società del genere con un allenatore del genere che hanno raggiunto obiettivi simili”.

Noi come il Genoa del 2008?” La risposta di Gilardino fa intendere solo una parziale somiglianza: “In mezzo al campo siamo in tanti e con caratteristiche simili per quanto riguarda alcuni giocatori. Badelj e Strootman, per esempio, possono avere similitudini ma ci sono anche Messias, che può giocare in mezzo al campo, Frendrup o Thorsby che hanno altre caratteristiche. Quel Genoa di Gasperini era una squadra con esperienza per il campionato e con più italiani rispetto ai nostri“.

Nei giorni scorsi il CEO rossoblù, Andres Blazquez, ha speso parole al miele per il suo allenatore: “Ho parlato con lui, gli ho detto che vogliamo fare un progetto e gli ho chiesto che tipo di allenatore volesse essere. Se volesse essere un Wenger o un Ferguson o Benitez e fare un progetto di medio-lungo termine e vuol dire lavorare in un modo particolare o vuol fare un altro tipo di carriera. E lui mi ha aperto e abbiamo deciso che finito il mercato ci saremmo trovati e avremmo parlato. C’è il contratto che finisce a fine anno, ma io vorrei che lui trovasse un accordo con noi per un progetto molto chiaro che vogliamo fare e se lo troviamo, ovviamente, andiamo avanti“.

Gilardino, lusingato, dichiara: “Da parte mia c’è stima nei confronti della società e dei dirigenti, nei confronti di tutto l’ambiente, nei confronti dei giocatori e nei confronti di chi lavora qui. C’è un legame autentico come lo sono i nostri tifosi, che ci accompagnano ogni partita con la loro passione. E questo siamo riusciti a crearlo con l’alchimia in questo ambiente lavorativo. Io cerco di smorzare gli animi ma sono parole ambiziose. Io sono ambizioso come lo è il mio staff e lo sono i giocatori ma non dobbiamo discostarci dalla realtà. La realtà dice che dobbiamo fare 12 punti per il primo obiettivo stagionale. Non possiamo pensare ad altro. Se arriveremo a raggiungerlo nel minor tempo possibile, quello sarà tutto di guadagnato ma ora dovremo essere lucidi e focalizzarci sulla partita di domani. Il mio futuro? Lo dico anche a chi mi sta vicino: ora penso al lavoro quotidiano e a tirare fuori il massimo dalla squadra. Ma è normale che ci sarà modo e tempo di sederci e fare una lunga chiacchierata“.

 

 

 

 

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