Il saluto

Devianza giovanile e droga, il questore di Genova Orazio D’Anna: “La repressione da sola non è risolutiva”

D'Anna ha saluto la stampa locale, con un bilancio sul lavoro di questi due anni. Venerdì in via Diaz arriva Silvia Burdese, la prima questora

questore orazio d'anna

Genova. “Sui fenomeni di devianza giovanile ma anche sulle droghe, la repressione da sola non basta, serve una reale comprensione dei fenomeni e il ricorso anche a strumenti preventivi come l’informazione nelle scuole che spieghino i rischi di determinati comportamenti”.

Lo ha detto il questore di Genova Orazio D’Anna, facendo un bilancio di fine mandato sui principali temi che riguardano la città, nel corso del saluto di commiato alla stampa locale. D’Anna dal primo marzo è in pensione. A sostituirlo ai vertici della questura di Genova Silvia Burdese, proveniente dalla questura della Spezia.

D’Anna ha spiegato che sono in crescita i casi di ammonimento del questore per stalking e violenze domestiche, con una prevalenza soprattutto delle seconde, a cui si aggiungono i casi sempre in crescita di allontanamento dalla casa famigliare operato dalle forze di polizia per gli stessi reati che con gli aggiornamento della legge sul Codice rosso impongono tempi di intervento sempre più rapidi e un grande impegno da parte dei poliziotti sul campo.

Il questore, che lascia l’incarico dopo poco più di due anni, ha parlato di Genova come di “una città vivace che impone attenzione, penso ai protocolli sulla legalità relativi ai grandi cantieri, a cui a breve se e aggiungerà un altro su l tunnel subportuale” ma di una città “che ha gli anticorpi per governare fenomeni incalzanti a livello nazionale”

Uno su tutti la condizione giovanile, “con margini di potenziali di devianza che non riguardano solo i minori non accompagnati, ma anche i ragazzi italiani che accompagnati dovrebbero esserlo da tutta una serie di agenzie formative”. Ma questo a volte non basta perché “i giovani, spesso nella solitudine delle loro stanze e attraverso uno smartphone, acquisiscono informazioni e modelli di comportamento del tutto difformi rispetto a quanto appreso a scuola o a casa. Perché lo fanno? Servirebbero degli studi per spiegare il disagio per poi capire quali contromisure utilizzare, certamente non facili”.

Lo stesso vale per la questione droga: “L’impegno della polizia di stato e quello anche delle altre forze dell’ordine nel contrastare lo spaccio non è mancato e non manca ma “è la domanda che fa la differenza ed è la domanda di droghe a generare l’offerta”. Questo significa che c’è un bisogno di evadere dalla realtà
Evadere dalla realtà attraverso l’alcol e nelle forme più evolute delle droghe”, una questione che non può essere affrontata solo con la repressione ma con la “ripresa di un percorso di informazione a partire dalle scuole, sui rischi per la salute dell’uso di sostanze”.

A proposito di giovani e aggregazione sociale il questore ha parlato della “movida” genovese, sicuramente “oggetto di molti interventi ma che io non voglio definire mala-movida” perché l’aggregazione e’ un fattore sociale positivo e la movida genera anche lavoro, quindi a mio avviso va sostenuta e evitando e contenendo gli eccessi”.

Orazio D’Anna, sempre poco incline ai commenti con la stampa, non ha voluto dire nulla sui recenti fatti di Pisa e Firenza: “Non è questa la sede – ha detto al cronista che ha provato a chiedergli un commento – anche perché ci sono accertamenti in corso”. Ha però ricordato che “il G8 di Genova è si ancora nella memoria collettiva, ma per la polizia ha rappresentato uno spartiacque nella gestione dell’ordine pubblico”.

Anche su di sé il questore non ama raccontare troppo, ma sollecitato dai giornalisti ha spiegato che il suo ‘buen retiro‘ sarà Milano, la città dove ha lavorato per per 25 anni. E che, da pensionato, spera di poter tornare a coltivare la sua grande passione, suonare il sassofono.

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