Il punto

Depositi chimici, dopo l’udienza al Tar attesa per la sentenza che potrebbe far ripartire la delocalizzazione da zero

Potrebbero volerci tra due settimane e un mese, il presidente del municipio Centro Ovest Colnaghi: “Fiduciosi”

porto petroli

Genova. “Speravano che ci fosse un rinvio o che i giudici non considerassero legittime le nostre istante, non è stato così ed è già un punto messo a segno, adesso aspettiamo la sentenza ma siamo fiduciosi”. A parlare è Michele Colnaghi, presidente del municipio Centro Ovest che insieme alle Officine Sampierdarenesi ha promosso uno dei quattro ricorsi al Tar contro il progetto di spostamento dei depositi chimici di Superba e Carmagnani da Multedo a ponte Somalia.

Il tribunale amministrativo era chiamato a decidere sulle istanze (presentate a febbraio 2022) che impugnano la delibera con cui l’Autorità di Sistema Portuale di Genova a metà dicembre 2021 aveva approvato la procedura di Adeguamento tecnico funzionale (Atf) sufficiente, secondo l’authority, a consentire la movimentazione nel porto di Sampierdarena di prodotti con un punto di infiammabilità inferiore a 61 gradi. I ricorsi sono stati presentati dal gruppo Grimaldi, da Silomar, da Saar- Sampierdarena Olii e, appunto, dai Comitati di Sampierdarena.

Secondo chi porta avanti la battaglia legale – motivata tanto chi da ragioni di concorrenza sulle banchine chi da timori per la sicurezza dei cittadini e la contrarietà a nuove servitù – sostiene che, essendo il progetto di delocalizzazione di Superba relativo a un tema delicatissimo sotto il profilo ambientale e urbanistico, la procedura necessaria non sarebbe stata solo quella dell’Atf ma quella della variante al Piano regolatore portuale.

Nel frattempo si è aggiunto alla querelle un altro elemento: nel dicembre 2023 i vertici di Superba per dimostrare che il progetto di spostamento tiene conto di tutte le questioni ambientali, urbanistiche e di sicurezza, hanno presentato al ministero dell’Ambiente la richiesta di Valutazione di impatto ambientale su base volontaria.

E allora i giudici potrebbero dare ragione ai ricorrenti e dire che no, l’adeguamento tecnico funzionale non è il procedimento legittimo non solo per la tematica affrontata ma anche perché l’istanza di Via statale richiede la variante al Piano regolatore portuale. In questo caso l’iter potrebbe dover ripartire da zero e peraltro attendere il nuovo piano regolatore portuale.

Ora, recentemente il commissario dell’Autorità portuale di Genova Paolo Piacenza ha dichiarato che la prima bozza del documento sarà pronta entro l’estate 2024. I tempi di una delocalizzazione potrebbero essere quindi molto lunghi. Di contro, il Tar potrebbe anche affossare definitivamente le speranze dei comitati e degli operatori portuali che hanno presentato i ricorsi giudicando legittimo il percorso scelto da palazzo San Giorgio.

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