Il personaggio

“Arte pubblica, digitale e conti in ordine”, la nuova direttrice di Palazzo Ducale Ilaria Bonacossa si presenta alla città

"Oggi se cercate su Google 'Palazzo Ducale' il primo risultato che esce è il Palazzo Ducale di Venezia, tra cinque anni spero che i primi a uscire saremo noi"

Genova. “Oggi se cercate su Google ‘Palazzo Ducale’ il primo risultato che esce è il Palazzo Ducale di Venezia, tra cinque anni spero che i primi a uscire saremo noi”. Ilaria Bonacossa conclude così il suo discorso di insediamento come nuova direttrice della prima realtà culturale genovese. Oggi, 1 febbraio 2024, il suo battesimo ufficiale davanti alla città in un salone del Maggior Consiglio particolarmente affollato.

Scelta a dicembre dopo un processo di selezione durato mesi, e dopo l’addio di Serena Bertolucci in aperta polemica con i poteri politici locali, è chiamata “ad alzare il livello culturale della città”, come ha detto il sindaco di Genova Marco Bucci, ma anche a pianificare un’offerta innovativa ed economicamente sostenibile per la fondazione Palazzo Ducale.

“Welcome home” ha detto il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, ricordando che Bonacossa, per la cultura genovese, è una vecchia conoscenza: era stata direttrice del museo di Arte contemporanea Villa Croce tra il 2012 e il 2016. Da quell’esperienza non ha mai del tutto dimenticato Genova, dove ha ancora casa. “Continuerò a vivere qualche giorno a Milano e qualche giorno qui, ho due figlie adolescenti che non voglio sdradicare”.

Pensa proprio alle figlie e alla loro sensibilità quando commenta il ciclone che si è abbattuto su una delle mostre in corso a palazzo, quella su Artemisia Gentileschi, la cui curatela è stata accusata da collettivi femministi di essere impostata su una narrazione della figura femminile poco attenta ai temi della violenza di genere per via dell’allestimento della cosiddetta “sala dello stupro”.

“Una delle funzioni dei musei è diventare luogo di formazione culturale, e la formazione del pensiero nasce dal dibattito e dalla discussione, sicuramente questi sono temi molto urgenti, sono stata recentemente in manifestazione a Milano con mia figlia 16enne, bisogna interrogarsi, sono temi delicati, c’è una parte di oggettività e c’è una visione anche soggettiva, ogni curatore ha la sua, magari la mia sarebbe stata di tipo diverso, ma se una mostra del tempo di Artemisia diventa urgente per parlare di questi temi significa che l’istituzione culturale ha fatto il suo dovere”.

Ilaria Bonacossa, laureata in Storia dell’Arte all’Università Statale di Milano e un master al Bard College di New York, ha una lunga esperienza di curatele internazionali e di gestione, tra le quali Artissima, la fiera internazionale d’arte contemporanea di Torino, dal 2017 al 2021. “Curare una fiera in periodo Covid è un’esperienza che non auguro a nessuno – ironizza – ma devo dire che abbiamo sempre chiuso i conti molto molto bene e questa è una competenza che porto”.

D’altronde il bando del consiglio di amministrazione di Palazzo Ducale aveva come obbiettivo proprio quello di individuare una figura di direttore-manager. Direttrice-manager, in questo caso. “Dire che i numeri, da soli, mi appassionano non è vero ma siccome voglio fare le cose che ho in testa e voglio farle con libertà, trovare i fondi per le cose in cui credi è la tua libertà come curatore, come storico dell’arte e come direttore”.

Ma quali sono “le cose in cui crede” Bonacossa? L’utilizzo del digitale e delle nuove tecnologie come strumento per implementare la conoscenza e la fruizione della cultura, innazitutto, ma anche la possibilità di dare più spazio “all’arte pubblica” – quelle installazioni e opere di cui il cittadino e il turista possa godere semplicemente camminando nelle strade e nelle piazze, senza dovere pagare un biglietto – e infine “un po’ più spazio all’arte contemporanea”. Ma, sottolinea prendendo in prestito un termine dal mondo della finanza, “non sarà un take over“. Ovvero, Palazzo Ducale non perderà la sua identità a esclusivo vantaggio degli artisti e delle artiste di oggi. “La visione delle realtà di arte contemporanea cercano di essere sempre meno autoreferenziali e quindi anche noi semmai cercheremo di creare un dialogo con la storicità del Ducale”.

Per ora le mostre in programma sono quelle firmate dalla passata gestione: Bonacossa ha citato la grande esposizione “Nostalgia – Storie ed espressioni di un sentimento dal Rinascimento all’arte concettuale”, dal 24 aprile al primo settembre, e poi la mostra mostra dedicata a Berthe Morisot, la più importante pittrice impressionista organizzata nel prossimo autunno insieme con la città di Nizza. Quale sarà l’impronta della nuova direttrice lo si vedrà davvero tra sei mesi, quando uscirà la nuova programmazione di Palazzo Ducale.

“Ilaria ci ha presentato una lista di idee, non so quante ne realizzeremo perché sicuramente ne usciranno molte altre ancora – ha dichiarato il presidente di Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Beppe Costa – oltre a proseguire nel sentiero tracciato in anni di storia del Palazzo, ritengo possa assicurarci un ulteriore salto in avanti in termini di coinvolgimento del territorio e di centralità all’interno del panorama nazionale e internazionale”.

Ilaria Bonacossa commenta anche il dibattito sulla sostenibilità del turismo di massa nelle città di cultura sollevato a livello nazionale dalla direttrice della Galleria dell’Accademia ed ex direttrice degli Uffizi Cecilie Hollberg che ha detto: “Firenze è stata schiacciata dal turismo, è diventata una meretrice e sarà difficile tornare indietro”. In parte lo stesso tema è stato toccato anche in un botta e risposta sulla direzine presa dai Rolli Days apparso sulle pagine di Genova24 tra l’ex direttore dei musei di Strada Nuova Piero Boccardo e il coordinatore del Tavolo della cultura Giacomo Montanari.

“Le città come Firenze, o come Venezia, hanno centri molto piccoli e sono tra le più visitate del mondo, in un certo senso auspico che Genova possa avere un giorno gli stessi problemi – dice Ilaria Bonacossa – ma sicuramente quello della sostenibilità è un tema urgente di cui terremo conto nell’organizzazione delle grandi mostre, Palazzo Ducale dovrà implementare il più possibile pratiche di sostenibilità“.

BIO – ILARIA BONACOSSA
Direttrice del museo nazionale di Arte digitale di Milano dal 2022 al 2023, incarico che ha lasciato per seguire al 100% Palazzo Ducale di Genova (i due ruoli non sarebbero stati incompatibili), Ilaria Bonacossa, è una critica d’arte e curatrice che ha guidato la Fiera Internazionale d’Arte Contemporanea Artissima dal 2017 al 2021. Laureata in Storia dell’arte contemporanea all’Università Statale di Milano, dopo aver completato un master in Studi curatoriali al Bard College, ha lavorato a New York presso il Whitney Museum. Curatrice per nove anni della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino, nel 2007 è stata membro della giuria per il Leone d’Oro della 52esima Biennale d’Arte di Venezia. Dal 2012 al 2016, Bonacossa è stata direttrice artistica del Museo Villa Croce a Genova. Nel 2013 ha curato il progetto personale di Katrin Sigurdardottir al padiglione islandese alla Biennale di Venezia. Dal 2021 è stata nominata Arts and Culture Liaison per il Riyadh Art Program. Dal 2015 è curatrice dell’enogallery Antinori Art Projects e direttrice artistica della Fondazione La Raia (Novi Ligure). Dal 2019 è responsabile del corso master in Arte del Mercato presso la Naba, Nuova Accademia di Belle Arti di Milano.

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