Genova. La Regione Liguria e il Comune di Genova potrebbero entrare nella compagine azionaria dell’Aeroporto Cristoforo Colombo. A confermare le voci circolate in questi giorni sono il governatore Giovanni Toti e il sindaco Marco Bucci a margine del 30esimo congresso di Assiom Forex ai Magazzini del Cotone che ha messo il capoluogo ligure al centro della finanza italiana.
“È una bella idea che io ho da almeno sette anni, ma la avevo anche prima, da quanto frequentavo l’aeroporto facendo il pendolare con gli Stati Uniti – ha detto Bucci -. Direi che i prossimi azionisti devono essere in grado di proporre piani di sviluppo per il futuro. L’aeroporto è direttamente connesso alla nostra piastra logistica e deve avere una funzione di sviluppo per la città. Si parte da questa visione, poi chi ci vuole stare ben venga. Il Comune potrebbe entrare, bisogna trovare l’occasione”.
“Noi siamo a disposizione – mette in chiaro anche Toti -. Il piano di rilancio messo in piedi dal presidente Lavarello e dal Cda mi pare molto serio. Gli interlocutori sono altrettanto seri: quando parliamo di Msc e Costa parliamo di colossi della logistica e delle crociere che certamente hanno interessi importanti su Genova, Savona e La Spezia e abbiamo interesse a collaborare. Se in tutto questo, per stabilizzare l’aeroporto e dare una compagine più competitiva al suo azionariato, serve un ingresso della Regione, non ci tireremo sicuramente indietro“.
Una dichiarazione d’intenti – o perlomeno un’apertura – che arriva subito dopo la chiusura della manifestazione d’interesse che ha visto ben cinque privati rispondere all’appello. Ora la società di gestione potrebbe procedere a un bando di gara in breve tempo per trovare uno o più partner (tramite aumento di capitale o diluizione) oppure lasciare scadere la concessione nel 2029 e rimandare il discorso alla gara per la riassegnazione.
Ma il monito lanciato dal viceministro Edoardo Rixi sulla possibile concorrenza generata dall’alta velocità per Milano a vantaggio degli scali lombardi fa pensare che i tempi debbano essere più stretti. O che sia allo studio una proroga della concessione in essere, come proponeva ieri il presidente di Confindustria Umberto Risso.
“Partiamo da subito, perché dobbiamo aspettare del tempo?”, si chiede Bucci. E Toti è d’accordo: “Francamente non siamo entrati nell’operatività”, ma “se il Cda ritiene già oggi, d’accordo coi soci, di dover andare a una ridefinizione degli equilibri interni con gli ingressi dei privati e portarsi avanti per poi partecipare in modo competitivo alla prossima gara, noi ci saremo, ascolteremo e supporteremo. D’altra parte Regione Liguria, pur non essendo socio, ha investito una ventina di milioni per la nuova aerostazione, quindi in qualche modo mi sento già socio o almeno creditore morale”.
Ad oggi l’Aeroporto di Genova è partecipato al 60% dall’Autorità di sistema portuale, al 25% dalla Camera di Commercio e al 15% da Aeroporti di Roma (che appartiene per oltre il 99% a Mundys, la holding della famiglia Benetton). Oltre alle compagnie crocieristiche si sono fatti avanti Spinelli insieme a Hapag Lloyd, il fondo 777 Partners (legato al Genoa ma anche a Volotea e altre compagnie aeree) e Levorato-Marcevaggi. In ogni caso appare condiviso da tutte le parti in gioco che la maggioranza debba restare in mano pubblica. Anche se gli attori potrebbero cambiare.