Genova. Sicuramente tra le centinaia di persone in coda in piazza Matteotti, in questo freddissimo sabato 20 gennaio, ci sarà anche chi vuole a ogni costo ascoltare la tavola rotonda sulle colonie genovesi in Crimea, o farsi firmare un libro da Michel Balard, professore emerito alla Sorbona di Parigi, ma l’impressione è che i genovesi (e non solo) che sperano di entrare a Palazzo Ducale siano stati attirati dal nome di Alessandro Barbero.
Lo storico e professore universitario, divulgatore, podcaster e scrittore, è praticamente una star sui social e non solo. E’ a Genova, ed è per questo che lo abbiamo intervistato ieri, per il convegno organizzato da Limes e fondazione Palazzo Ducale: “L’Impero di Genova. Dal Mar Nero all’Atlantico, la grande espansione nel Medioevo”.
A Barbero, oggi, sono affidate le conclusioni dei lavori, alle 17. Poi dalle 18 ci sarà una tavola rotonda a cui parteciperà anche il docente insieme a Lucio Caracciolo e Antonio Musarra, moderata da Marco Ansaldo, curatore dell’evento. Gli organizzatori si aspettavano che la presenza di Alessandro Barbero fosse di richiamo ma non avevano neppure lontanamente previsto una folla simile.
C’è da dire che il livello del convegno, Barbero star a parte, era molto alto: tanto che, spiega il curatore Ansaldo, gli organizzatori hanno già ricevuto la richiesta di replicarlo all’Istituto italiano di cultura ad aprile a Istanbul e a settembre a Londra.
Ma oggi non sono mancate le proteste di chi è rimasto fuori e di chi si è trovato ad aspettare a lungo per entrare. 400 posti nel Salone del Maggior Consiglio, e altri 250 nella sala del Minor Consiglio del Ducale ma di questi circa 150 erano riservati a personalità e studiosi.
Il convegno è totalmente gratuito e in questi giorni è stato ampiamente pubblicizzato: questo ha favorito la grande presenza di pubblico ma c’è chi avrebbe preferito un sistema attraverso prenotazione o anche un biglietto da pagare, pur di avere garantito un ingresso.
Prima dell’inizio della sessione pomeridiana dei lavori Alessandro Barbero ha raccontato un aneddoto inedito: “Forse non l’ho mai detto a nessuno ma io avevo una nonna genovese, era la mia nonna materna, Carolina, detto questo con Genova non ho mai avuto grandi rapporti ma negli ultimi anni ho iniziato a venirci sempre più spesso, forse anche perché diventa sempre più bella ogni anno che passa”.
Poi Barbero ha espresso parole di grande apprezzamento per una struttura genovese poco nota persino agli stessi genovesi, l’Archivio di Stato: “E’ uno dei più importanti del mondo – dice – non basterebbero le vite di centinaia di studiosi per esaurire tutta la ricchezza che c’è in quell’archivio, tra qualche secolo sapremo quasi tutto della storia di Genova, per adesso ne sappiamo solo un pezzetto”.
All’apertura del convegno, piccolo fuori programma. Un gruppo di manifestanti con striscioni e megafono, probabilmente anarchici, ha fatto irruzione nel salone del Maggior consiglio chiedendo liberà per un anarchico spagnolo condannato recentemente per un attentato alla Lega in Veneto e lanciando slogan contro Israele e pro-Palestina.