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Tunnel subportuale, AdSP “offre” i cassoni della diga per le terre di scavo. Calata Concenter tombata definitivamente

La conferenza dei servizi si è chiusa a fine dicembre: Palazzo San Giorgio annuncia l'autorizzazione alla "Fase B" della nuova diga foranea

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Genova. Tunnel subportuale e nuova diga. Due grandi opere destinate a stravolgere l’assetto di città e porto e che potrebbero avere un intreccio operativo. Almeno sulla carta. Questo è quanto emerge dai documenti depositati e pubblicati in questi giorni dagli uffici tecnici di Regione Liguria per quanto riguarda l’iter del Paur (Procedimento Autorizzatorio Unico Regionale) relativo al progetto di Autostrade per l’Italia per la grande galleria che passerà sotto città e porto.

Tra i documenti emerge l’ultimo verbale dell’ultima conferenza dei servizi e che di fatto ha dato il via al stesura del progetto esecutivo dell’opera. Nella riunione, tenutasi lo scorso 19 dicembre, vengono prese in esame le varie osservazioni al progetto per capire se esse sono state recepite e superate: tra queste la gestione delle terre e rocce da scavo la cui gestione si intreccerà con le diverse opere che nei prossimi anni interesseranno la nostra città e il nostro porto.

A questo proposito, durante la riunione, da parte di un funzionario di Regione Liguria emerge la “la necessità di un coordinamento complessivo delle previsioni delle modalità di gestione circa i materiali di risulta per le numerose opere strategiche del comune e di AdSP che insisteranno sul territorio nei prossimi anni, nel rispetto della gerarchia dei rifiuti, favorendo il recupero e tenendo conto della complessità del cronoprogramma. Solo attraverso il monitoraggio costante e una valutazione cumulativa della gestione dei materiali potrà essere garantita la sostenibilità complessiva delle attività e potranno essere prevenuti problemi in corso d’opera, quali colli di bottiglia negli stoccaggi o in alcuni impianti di destino e conseguenti ritardi sulle tempistiche di realizzazione preventivate o significativi incrementi di costo“.

A questa osservazione risponde il delegato di Palazzo San Giorgio, che comunica ad Aspi che “AdSP ha inviato informalmente l’autorizzazione della fase B del progetto della Nuova Diga Foranea, che quindi, al momento del monitoraggio semestrale dei nuovi siti di destino, si potrà prendere in considerazione tale destinazione per le terre e rocce da scavo“.

Due notizie in una: da un lato la possibilità potenziale di destinare il materiale di risulta non riutilizzato per riempire i cassoni della nuova diga, e dall’altro l’autorizzazione della fase B della costruzione della grande opera portuale. Questa autorizzazione si riferisce alla seconda parte della diga, quella più a ovest, che permetterà l’attracco delle mega navi anche nel bacino di Samperdarena. (La fase A, per la quale sono iniziati i rilasci di materiale sui fondali, invece, prevede la costruzione della parte più a Est, che permetterà gli attracchi delle navi over size a calata Bettolo). Da notare che al momento il mega progetto, aspetta il licenziamento definitivo da parte degli uffici ministeriali della verifica di ottemperanza, per cui si è in attesa dallo scorso anno. “In predisposizione del provvedimento”, è la dicitura che compare da mesi sul sito del Mase.

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Gli interventi nelle calate secondo la prescrizione di AdSP

Sempre nei documenti pubblicati emerge quindi la decisione sul cambio di destinazione delle calate da tombare definitivamente, come Palazzo San Giorgio intende fare da tempo per eliminare il porto a pettine di Sampierdarena. AdSp conferma quindi che Aspi potrà conferire il materiale di risulta per tombare calata Giaccone (a fianco a calata Bettolo) in via definitiva al posto di calata Bengasi (l’ultima calata superstite partendo da ovest), per la quale l’ente si riserva nuove decisioni in ambito di piano regolatore portuale. Inoltre, nonostante la “storica” contrarietà della Soprintendenza delle Belle Arti e del Paesaggio (storica perché già emersa con la stesura del Prp del 2000, oggi ancora vigente) sarà definitivamente riempita anche calata Concenter, allontanando ancora il mare dalla Lanterna. Una decisione che la Soprintendenza stessa aveva cercato di “attenuare” richiedendo la priorità di costruzione del parco della Lanterna rispetto ai riempimenti: una prescrizioni di cui un eventuale recepimento, nel verbale della  seduta conclusiva della conferenza dei servizi, non vi è traccia dirimente. Con i riempimenti di queste calate, continua la prescrizione di AdSP, dovranno aggiungersi anche le riprofilature di ponti dell’ex idroscalo e San Giorgio, a cui in futuro dovrebbero aggiungersi un aumento degli spazi di calata Bettolo e di ponte Etiopia (con in mezzo il tombamento di calata Inglese) che formeranno una nuova piattaforma logistica di quasi un chilometro quadrato di piazzali nel cuore del porto.

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